Il recital sulla vita e l’opera di don Pino Puglisi sarà uno dei momenti più significativi del 59° Convegno nazionale, in corso di svolgimento a Palermo, sul tema “Celebrare per avere parte al Mistero di Cristo”, organizzato dal CAL, il Centro di Animazione Liturgica e dell’Arcidiocesi di Palermo.
Questa sera, alle 21.30 sul palco allestito nel sagrato della Cattedrale, luogo simbolo della fede della città, si alterneranno un gruppo di persone e collaboratori, nonché testimoni che hanno conosciuto personalmente durante gli anni dei campi vocazionali e del ministero svolto a Brancaccio, il presbitero palermitano, ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, per proporlo come modello di vita presbiterale e cristiana. Il testo de “Il discepolo” è stato scritto da Lia Cerrito, laica consacrata che ha fondato a Palermo, insieme a padre Placido Rivilli, il movimento “Presenza del Vangelo”.
“Il lavoro non è su padre Puglisi – dichiara mons. Carmelo Cuttitta, Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Palermo che ebbe il presbitero come parroco dall’età di 8 e fino a 16 anni, nonché come formatore negli anni del seminario – sarà una riflessione sul discepolo che incarna la vita di Cristo. Padre Puglisi era infatti, un sacerdote che ha svolto la sua azione nel quotidiano nel più totale nascondimento. Paradossalmente dopo la sua uccisione è stato rivelato alla comunità diocesana, restituendogli una immagine nuova che dice tutto il suo essere dell’entrare pienamente nel mistero di Cristo. In padre Puglisi abbiamo un vero testimone del Vangelo – aggiunge mons. Cuttitta – chi lo ha conosciuto sa che portava sempre appresso una piccola Bibbia che poi sarebbe stata messa all’interno della sua cassa mortuaria. Penso che padre Puglisi non sarebbe stato ucciso se non avesse tradotto nella concretezza il mistero che celebrava. Padre Puglisi era un vero sacerdote e pertanto chi vuole dare un colore al suo impegno sociale piuttosto che all’aspetto pastorale corre il rischio di una strumentalizzazione come avvenuto subito dopo la sua morte. Fu lo stesso cardinale Salvatore Pappalardo che subito dopo la morte di padre Puglisi, ebbe la grande capacità di fissare le motivazioni della sua morte. Il Presule garantì che si trattava di un “vero sacerdote” e nell’omelia che pronunciò durante la messa di trigesimo disse esplicitamente: “Padre Puglisi era un sacerdote del Signore, un missionario del Vangelo, un formatore delle coscienze e un promotore della giustizia sociale”.
28-08-08 Stasera a Palermo un recital in memoria di don Puglisi
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