Ancora una volta sulle gru gli operai dell'Ati Group per far valere il loro diritto al lavoro

Ancora una volta sulle gru gli operai dell'Ati Group per far valere il loro diritto al lavoro

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Da ieri è ripresa la protesta dei dipendenti dell'Ati Group, le aziende edili confiscate all'ingegnere Michele Aiello: chiedono a gran voce il lavoro, fanno sollecitazioni perchè  ripartano i cantieri fermi e che vengano avviati i nuovi progetti per dare unaopportunità di lavoro a qualche centinaio di famiglie.

Oggi hanno spostato la loro protesta dietro la Clinica S.Teresa dove è in costruzione il nuovo padiglione, e chiedono al curatore dr. Andrea Dara ed al prefetto Postiglione responsabile per l'Agenzia ai beni confiscati di attenzionare la loro situazione.

Assieme ai lavoratori oggi c'era il responsabile provinciale della Fillea CGIL, Franco Macaluso.

Questo il comunicato diffuso dai sindacati:

 In stato di agitazione gli 80 dipendenti delle tre aziende edili del gruppo Aiello di Bagheria, la Ati Group, la Edimar e l’Ediltecnica, confiscate dal luglio 2013. Secondo l’accordo siglato il 22 gennaio scorso tra la Cgil e gli amministratori giudiziari, gli operai, attualmente in cassa integrazione, sarebbero dovuti tornare al lavoro in alcuni cantieri lasciati a metà, come quello per il completamento della Villa Santa Teresa, ma anche per eseguire alcune commesse affidate dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati proprio per garantire l’occupazione. “Nonostante l’annunciato avvio dell’attività lavorativa nei cantieri delle tre aziende confiscate, la Ati Group, la Emar e l’ Ediltecnica, avvio comunicato più volte già dal mese di gennaio, fino a oggi nessun cantiere è operativo”, denunciano i rappresentanti delle Rsa della Fillea,Giovanni Martorana per Ati Group, Francesco Provenzano per Edimar e Santo Bologna per Ediltecnca, che chiedono l’intervento dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla mafia.

Da questa mattina gli operai sono riuniti in assemblea al cantiere di Villa Santa Teresa. I dipendenti edili delle aziende confiscate a Michele Aiello sono in cassa integrazione ordinaria dal 29 dicembre, per 14 settimane: stanno usufruendo di un periodo di cassa precedentemente non utilizzata, a esaurimento a fine aprile. “Oggi l’unico ammortizzatore che chiediamo è il lavoro. Dopo due mesi di annunci e di rinvii, quasi alla fine del trimestre di cassa integrazione, i lavoratori non sono stati ancora avviati e questa situazione di immobilismo non è più sostenibile – dichiara Franco Macaluso, della Fillea Cgil di Palermo - Ci rivolgiamo all’Agenzia perché si faccia promotrice di un intervento nei confronti dell’amministratore giudiziario, per sbloccare la situazione”.

Oltre a Villa Santa Teresa e al mattatoio di Partinico, l’accordo siglato prevedeva alcune opere da eseguire per conto dell’Agenzia per i beni confiscati, tra i quali la commessa in subappalto per un tratto della superstrada Bolognetta-Lercara e alcuni affidamenti in itinere: si era parlato della messa in sicurezza di un albergo confiscato nel trapanese, del gruppo Grigoli, e dei lavori per la galleria di Segesta. “Opere rinviate tutte di settimana in settimana”, accusano i lavoratori. L’assemblea dei lavoratori, riunitasi ieri sera presso la Camera del Lavoro di Bagheria, ha indetto lo stato di agitazione.

Palermo 16 marzo 2015

 

 

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