Brevi

Con la chiusura dell' Ufficio del Giudice di Pace di Bagheria, la città e il suo interland dicono addio alla Giustizia dopo 100 anni.

Come ben sapete il Sindaco ha ritenuto non mantenerlo a proprie spese in quanto i costi erano eccessivi, secondo un suo accertamento!

L' indifferenza e il silenzio dei politici locali e non, mi da fastidio.

Mi da fastidio che a Termini Imerese ci siano tutti i servizi al cittadino (Procura, Tribunale, Giudice di Pace, Carcere, Vigili del Fuoco, Ospedale, Esattoria, Conservatoria ecc.)

Perché Bagheria, che ha, quasi, il doppio di abitanti, non ha tutti questi servizi?

I politici Termitani di sinistra e di destra, già nel passato hanno potenziato la propria città di tutto ( vedi Battaglia, Lumia, ecc.).

Forse è venuto il momento di riflettere e pensare che Bagheria ha bisogno di essere rappresentata degnamente e non essere il serbatoio di voti della destra o della sinistra o di qualcuno che, addirittura diceva di avere le chiavi della città di Bagheria.

Nessuno muove un dito, forse stiamo diventando la periferia Est di Palermo e non ci accorgiamo che siamo in un Far West (vedi la cronaca quotidiana).

Come mai il Sindaco di Bagheria ha permesso che  l' ultimo simbolo dello stato venisse chiuso?

Un vostro fedele lettore

La  Corte dei conti  ha condannato l’ex presidente dalla provincia di Palermo, Giovanni Avanti, a pagare all’Ente ora commissariato oltre un milione di euro a titolo di risarcimento del danno causato mediante illegittimi conferimenti di incarichi a vari soggetti esterni, da lui assegnati alla sua segreteria nel periodo dal 2008 al 2011. 

I giudici d’appello confermato la decisione della Sezione di primo grado.

L’indagine contabile ha riguardato le nomine alla segretaria particolare del presidente quando era in carica alla Provincia del capoluogo siciliano.

Nel mirino della corte  dieci assunzioni per chiamata diretta avvenuta tra il 2008 e il 2009, i cui relativi compensi andarono sino al 2011, provocando un  conseguente danno erariale.

Al tempo furono assunti  soggetti esterni all’amministrazione: Giuseppe Notaro, Riccardo Sanlorenzo, Marcella Santoro, Serena Guiglia, Giovanni Sammartino, Sabrina Lo Conte, Marta Cusimano, Giacomo Campanella, Renata Poli e Federica Pezzano.

 

Quello che ha detto Grillo, sostiene il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque in una intervista rilasciata a 'La Repubblica' deve essere contestualizzato. 

"Lui, spiega Cinque, ha fatto un discorso generale su come è cambiata la mafia. Certo alcune sue espressioni prestano il fianco alla polemica. Ma le sue sono solo battute, spesso, e comunque l'obiettivo era quello di ridicolizzare il fenomeno" ed ancora "Noi amministratori 5 stelle la mafia la combattiamo ogni giorno e Grillo ci sprona a farlo. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchere".

Quindi, chiede il giornalista Antonio Fraschilla, molto rumore per nulla ?

"Sì, la verità è che noi siamo in prima linea nel contrasto alla mafia con i fatti e non con le paroel. A Bagheria abbiamo avviato una grande operazione di pulizia in diversi settori, dai rifiuti alla gestione del cimitero. Il nostro movimento è sempre statoa sostegno dei magistrati, a aprtire da quelli che indagano sulla trattativa Stato-mafia come Nino Di Matteo".

 

Alle ore 17.00 del giorno 25.10.2014 i Carabinieri della Compagnia di Termini Imerese hanno arrestato due persone per tentato furto in abitazione.

Durante un servizio perlustrativo svolto nelle zone comprese tra Termini Imerese e Caccamo, i militari notavano un ciclomotore parcheggiata dinanzi una villetta disabitata di proprietà di una persona attualmente dimorante all’estero.

Pertanto, attese le circostanze, i militari decidevano di fermarsi e dall’ esterno dell’edificio potevano udire dei rumori sospetti provenire dall’interno. Inoltre constatavano che il fil di ferro apposto per chiudere il cancello e la porta d’ingresso era stato rimosso.

A questo punto si introducevano nella villetta ove constatavano la presenza di due persone, un uomo ed una donna, identificate in Salvatore NAPOLITANO classe 1995 e la di lui madre BONACCORSO Rosalia classe 1966, entrambi volti noti alle forze dell’ordine.

I due venivano sorpresi mentre rovistano tra materiali di arredamento, elettrodomestici ed altre suppellettili presenti, pronti ad asportare quanto ritenuto necessario. In particolare nel cortile della predetta villetta venivano notate due bombole di gas, adagiate vicino al ciclomotore e pronte per essere trafugate.

Colti nella flagranza del reato, i due prevenuti venivano condotti in Caserma e, sentito il Pubblico Ministero di turno, dichiarati in stato d’arresto. I due sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari sino alla convalida dell’arresto avvenuta nella giornata di ieri. Nei prossimi giorni sarà celebrato il processo.

Con Giorgio D'Amato e il suo bellissimo libro "L'estate che sparavano" giovedì¬ 30 Ottobre alle ore 19:00 riprendono gli incontri dello Speakers' Corner nei locali della galleria Drago artecontemporanea, uno spazio che la galleria dedica ad eventi al di fuori della programmazione di mostre vere e proprie.

Dopo gli incontri con Daniela Gambino, Marcello Benfante, Giulia Calì e Nico Bonomolo, Giorgio D'Amato racconta in chiave narrativa i primi anni '80 che segnarono la storia del nostro paese con quella che venne definita la seconda guerra di mafia.

Afferma l'autore:
"Si scrive di mafia in tanti modi: reportage, narrativa d'invenzione, riscrittura di confessioni di collaboratori. Le inchieste, lecronache, i processi ci offrono dei documenti, bisogna partire da quelli,utilizzare i nomi di chi ha tirato le corde. Il passaggio dal documento alla narrazione, file audio con la voce di alcuni protagonisti (leggere ledichiarazioni ha un suo effetto, scoprire il timbro di voce di quelli che sparavano ètutt'altra cosa): sarà questo il taglio con cui "L'estate chesparavano" verrà presentato".

Drago Artecontemporanea

Via prigione, 5

Bagheria

tel. 339.6752646

www.drago-arte.it

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Il 30 ottobre inaugura a Palermo "Is Mr. Richichi a criminal?" la prima personale dell’artista, che dopo lungo un ciclo di performance realizzerà il suo evento presso lo spazio artistico Dimora OZ, grazie alla collaborazione col noto mecenate Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona.

L'evento è interamente dedicato all'esposizione di un processo artistico, realizzato tramite performance, nel quale l'artista questa volta tratta lo scandalo, ma come affare mediatico, mettendo in evidenza il rapporto tra denaro e scandalo. Apre anche una riflessione sulla produzione dei contenuti mediatici, sulla loro manipolazione e sull'esercizio del potere mediatico (controllo del mezzo e sua capacità di influenza). Uno scandalo che può essere un affare per tutti o divenire un affare per uno e la distruzione per l'altro.

Il progetto è a cura di Andrea Kantos, che ha scritto: "C’è un passo delle epistole paoline che sembra un adagio contro derive contemporanee: “tutto è lecito e possibile, ma non tutto giova”; la ricerca realizzata da Mr. Richichi attraverso una lunga concatenazione di performance sembra rovesciare il monito: “tutto l’illecito è possibile solo quando c’è un giovamento (culturale)”.

 

Giovedì 30 ottobre dalle ore 18.00 alle 20.00

Dimora OZ  via Sant’Agostino, 31

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340 89 66 376

"Siamo alle comiche finali. La struttura abusiva confiscata al capomafia Gino Di Salvo, nel cuore del parco di Villa Valguarnera a Bagheria, starebbe per essere destinata a sede dei Vigili del fuoco di Palermo. Se fosse vero sarebbe l'ennesima beffa ai danni dei cittadini". 

Francesco Campanella, senatore di Italia Lavori In Corso (ILIC), commenta così le voci che si rincorrono in Sicilia, secondo cui già domani il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, dovrebbe consegnare ufficialmente la villa al corpo.

"Con tante alternative concrete tra i beni confiscati a Bagheria, non si capisce quale sia la logica sottesa a una simile scelta - spiega - Parliamo, infatti, di un parco storico e vincolato. Non solo, ma la strada di collegamento alla villa è abusiva e non ha le vie di fuga necessarie per consentire il transito dei mezzi dei Vigili del fuoco".

Secondo Campanella, insomma, "si è optato, come spesso accade in Sicilia, per la strada più semplice. Troppo complicato pensare a un impiego della struttura a fini sociali meno invasivi e utili alla cittadinanza?

Da una casa famiglia a un asilo - incalza il senatore di ILIC - le alternative sono tante. Ma, evidentemente, anche l'amministrazione comunale ha deciso di abdicare alle sue funzioni e nei giorni scorsi ha chiuso un accordo con l'Usb Vigili del fuoco di Palermo, sposandone le istanze".

Campanella conclude: "Daremo battaglia per verificare se è in atto un abuso d'ufficio. Le procure avranno un bel da fare. Se necessario - conclude - ci rivolgeremo anche alla Corte di giustizia dell'Unione europea e all'Unesco".
 

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