Peppuccio Tornatore alla vigilia dell'uscita del suo ultimo film, "La corrispondenza", si racconta al Giornale di Sicilia

Peppuccio Tornatore alla vigilia dell'uscita del suo ultimo film, "La corrispondenza", si racconta al Giornale di Sicilia

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Sta trascorrendo a Bagheria con la famiglia e con la mamma soprattutto, le feste di Natale, alloggiato, e chi l'avrebbe mai detto, in una di quelle ville settecentesche, palazzo Inguaggiato, per il cui recupero e la cui valorizzazione si battè tra i banchi di consigliere del partito comunista.

 

In una lunga intervista di un'intera pagina rilasciata ad Antonella Filippi e riportata sul Giornale di Sicilia i oggi il fulcro delle sue riflessioni sono sostanzialmente sempre quelle: il rapporto con la sua città di origine e la sua comunità, l'amore o meglio le storie d'amore, declinate in ogni suo film con diverse prospettive o angolazioni ed il cinema, la settima musa, tra passato e futuro.

Non si può  cominciare se non partendo da Bgheria: 'E' andato via tardi da Bagheria, a 27 anni, con i 'vizi' del siciliano ben sedimentati', osserva la giornalista.

"Infatti, non mi sono salvato" risponde Peppuccio - ed aggiunge "Sono stato anche consigliere comunale in un partito sempre all'opposizione, capogruppo Giuseppe Speciale, una figura eccelsa di uomo politico che ci ripeteva continuamente: "Corriamo il rischio che Bagheria si trasformi in un quartiere dormitorio di Palermo. Allora senbrava fantasia, invece...."

 Allora ricordiamo noi, Peppuccio, consigliere dal 1979 al 1984 si intestò tre grandi battaglie: la pedonalizzazine, allora solo domenicale, del corso Umberto, la realizzazione degli sbocch ia mare, e quelli che ggi sono ancora praticabili sono il frutto dell'impegno di allora, e la tutela della nostra cultura, della nostra storia e della nostra memoria.

E nella campagna elettorale del 1979 forni al partito un formidabile per la campagna elettorale, e cioè un documentario di 50' che venne proiettato in decine di quartieri ed in cui ci sono, malgrado la giovanissima età dell'autore, pagine di autentico e grandissimo cinema.

Ed ancora: "Natale è un rito da trascorre qui, a Bagheria; vedo gli amici, in paese mi fermano senza essere invadenti; è piacevole scambiarsi gli auguri, quelli dai 30 anni insù li riconosco anche, dai 30 in giù faccio più fatica.."

Bagheria è più una città 'arte o di scempi ? - chiede l'intervistatrice

"Mi chiedo come sarebbe potuto essere questo paese, se avesse avuto la cognizione della sua bellezza, se ci fosse stata l'intelligenza e la volontà i proteggerla, di basare l'economia sul godimento del bello"

E alla domanda sul suo prossimo film che uscirà nelle sale il 14 gennaio dà una risposta come sempre enigmatica: "Nasce da un'idea incubata per 15 anni, ma all'epoca sarebbe sembrata,e non a torto, fantascienza e non era la prospettiva giusta, per questo l'ho tenuta nella 'stalla' a maturare: in questi anni le cose intorno a noi sono cambiate, la tecnologia si è evoluta, sino a rendere credibile la storia"

Ed aggiunge: "E' una storia sull'amore che non conosce ostacoli di nessuna natura, sulla forza di questo sentimento così grande e così misterioso."

Sino alla domanda finale se tornerà a parlare di Sicilia nei suoi film, insomma un film non sulla Sicilia di ieri ma su quella di oggi: "Non si sfugge all'orizzonte cinema-mafia. Vorrei una prospettiva più articolata - spiega Peppuccio - più originale, non più in chiave personale ma oggettiva. Per il momento lascio riposare la vigna nell'attesa di un grappolo nuovo"