Tre serate di spettacolo e di cultura, il concerto di Lidio Florulli, la “teatralizzazione” ad opera di quattro "indoss-attrici" sullo sfondo di quadri di Renato Guttuso e di foto che lo ritraggono, e la mostra fotografica di Marcellino Redogna, cui ha fatto seguito il concerto jazz del gruppo "Tony Piscopo Quartet", sono state un convincente prologo dei festeggiamenti del centenario della nascita del pittore bagherese.
E’ stata una tre giorni molto efficace per fare riflettere sulla figura e l’opera di Renato Guttuso nel centenario della nascita, cui ha forse nuociuto un po’ qualche aspetto dell’organizzazione e della gestione delle serate, ma di questo diremo alla fine.
Gradevole il concerto di venerdì dell’orchestra di violini diretta da Lidio Florulli, più coinvolgente nei brani finali, e che avevamo avuto modo di applaudire nel memorabile concerto-evento di questa estate nella corte di Villa Valguarnera; tra gli orchestrali, alla pianola, un giovane musicista di grande talento, il maestro bagherese Mauro Visconti
Più suggestiva e affascinante, a nostro avviso, la rappresentazione dal titolo “Gutt Art Video fashion” curata dagli allievi dell’Accademia del lusso di Milano.
Un tentativo, in larga parte riuscito, di trasfondere nei movimenti lenti e studiati delle modelle la personalità che promana dalle opere dell’artista bagherese: la forte sensualità innanzitutto, ma anche il senso tragico della vita, della fatalità degli eventi, del destino che si portano dentro i siciliani, di cui scrisse Leonardo Sciascia, e perchè no? anche un altro grande scrittore siciliano da poco scomparso, Vincenzo Consolo, autori con i quali, intrecciò sull’argomento una sua riflessione anche il giudice Giovanni Falcone.
Nei quattro “quadri” della rappresentazione, attraverso l’uso sapiente dei materiali e delle forme degli abiti delle "indoss-attrici" e dei movimenti del corpo, si rimanda a quattro momenti topici nel percorso artistico, culturale e umano di Renato Guttuso: il ritratto della moglie, “Mimise con il cappellino rosso”, con i sensi di colpa che lo accompagnarono dopo la scomparsa della consorte; "Nudo di donna” e “ Melanchonia nova” che ritraggono inequivocabilmente l’onnipresenza sensualità di Marta Marzotto nello studio di Palazzo del Grillo; e la “Crocifissione” che, con le polemiche che al tempo lo accompagnarono, segnò l’ingresso prepotente di Renato Guttuso nel panorama artistico nazionale.
Meno convincente, perchè legata ad una semplice trasposizione di stereotipi, ci è parsa la rilettura della “Vucciria”.
Oltre 1500 visitatori in una sola serata, giovani soprattutto e questo conforta, che compostamente ed ordinatamente a piccoli gruppi, considerata le dimensioni dei locali hanno visitatoe rivisitato la video inetrpretazione per coglierne il senso più profondo.
Ha chiuso la tre giorni la mostra di fotografie di Marcellino Rendogna, che resteranno esposte solo per qualche settimana, si segnala per la presenza di scatti assolutamente inediti della vita del pittore bagherese, ed il concerto jazz che in maniera molto originale ha utilizzato la zona dei "sottotetti" del secondo piano, si è svolto infatti nella "sala delle formelle" anche questa splendidamente restaurata , per far sì che nell'arco delle tre serate tutto il palazzo fosse visitabile.
Anche nella serata di domenica la risposta dei bagheresi è stata encomiabile: migliaia di visitatori stanno affollando in queste ore le sale del palazzo.
.Da segnalare anche lo splendido arredo artistico di luci che in queste serate ha contrassegnato la facciata e la corte e che ha mostrato alla città il vero volto di questo storico palazzo; peraltro il gioco delle luci è stato una delle cose più pregevoli delle tre serate.
In conclusione una tre giorni di grande spessore artistico e culturale che avvia le commemorazioni del centenario della nascita dell’artista: e di questo va dato ampio merito all’assessore Francesco Cirafici, che ha creduto fortemente in questa opportunità e soprattutto nella location di palazzo Butera.
Sta lavorando molto bene il giovane assessore che, contraddicendo il proverbio, sta invece “facendo le nozze coi fichi secchi”.
Continui così a patto di capire sino in fondo che nel suo ruolo occorre rappresentare l’intera comunità e non solo una parte politica.
La scelta di palazzo Butera è stata azzeccata e ineccepibile tranne che per un solo motivo: e questo ci fa giocoforza parlare di qualche aspetto dell’organizzazione che ha lasciato a desiderare, e vi diciamo secondo noi, quale è stato.
Confinare un concerto in un salone che può contenere al massimo un centinaio di persone è stata una decisione improvvida, con le inevitabili polemiche legate anche all’ingresso ad inviti.
L’avere attrezzato altre due stanze per il pubblico, alla fine oltre duecento persone, non si è purtroppo rivelata una scelta felice: la scarsa qualità dell’audio e delle immagini non hanno “scaldato” il pubblico di questi gelidi saloni che, a conclusione, ha lasciato deluso palazzo Butera.
Però non c'erano alternative nel momento in cui l'assessore Cirafici ha deciso di concentrare in una sola location tutte e tre le serate; ed ha vinto comunque la scommessa.
Qualche polemica affiorata in un primo momento nell'aver voluto presentare le tre serate come frutto di un omaggio di FLI alla città, si sono stemperate e sono state cancellate dalla grande qualità culturale e di spettacolo delle iniziative messe in campo.
Per il resto, senza queste piccole stonature, tre bellissime serate che i bagheresi mostrano sempre più di apprezzare.