Un'Anticonferenza futurista - e diversamente non poteva essere dato il carattere originale e naturalmente contradditorio del genere futurista - è l'iniziativa promossa dal Lions Club Bagheria nell’ambito del centesimo anniversario della nascita del movimento futurista (1909/2009):
un “evento – conferenza” attraverso il quale, la parola, i suoni, i colori e le immagini, contribuiscono a delineare l’essenza del movimento che fece capo a Filippo Tommaso Martinetti e che nell’isola ebbe grandi protagonisti.
I contributi critici di Tommaso Romano e di Anna Maria Ruta, occupandosi del movimento in Sicilia, sveleranno fatti e situazioni isolani a noi più vicini. Alla riflessione che prenderà le mosse dal “futurista bagherese Castrenze Civello” e da “La rivoluzione futurista”, si intramezzeranno gli interventi teatrali “a volo” e la lettura di versi dell’anticonduttore Gigi Borruso così come dell’interventista Rosa Maria Spena.
L'appuntamento è per sabato 28 novembre 2009 alle ore 18.00 al Teatro Branciforti di via del Teatro a Bagheria.
Insieme alla figura di Civello, ci sia concesso però un piccolo spazio al ricordo anche dell'atipico Giacomo Giardina, che proprio grazie al più famoso Civello, troverà la strada verso la sua lirica futurista.
Da guardiano di pecore che era, a Godrano vicino la mai dimenticata Rocca Busambra, Giacomo si trasferisce a Bagheria, alla fine degli anni ’20; ed è qui che viene a contatto con alcuni giovani, fra cui Castrense Civello, il poeta dialettale Ignazio Buttitta, i pittori Renato Guttuso e Nino Garajo: tutto questo fervore culturale contribuirà ad avvicinare lui e la stessa terra della Bagarìa alle più importanti rivoluzioni intellettuali nel mondo della letteratura e dell’arte in genere.
Con Civello in particolar modo, ha inizio un fraterno sodalizio artistico: è proprio Civello a "limare" i primi sgangherati voli pindarici di Giardina, che dalle scuole s'era tenuto sempre lontano (nella foto da sinistra Giardina e Civello).
Giacomo aspettava l’amico al cancello del ginnasio bagherese ed insieme si recavano in aperta campagna, locus amoenus, e per le trazzere della Conca d’Oro, giovani vagabondi intellettuali, a confidarsi sogni e chimere di poesia. “Avrei piacere che tu pure componessi delle liriche. Provati. Nei tuoi occhi vedo la poesia e il sogno”, gli suggeriva Civello.
E così, per gioco e per passione, inviavano i loro speranzosi scritti al Maestro della nuova era, al selenicida, l’inarrestabile genio futurista, Filippo Tommaso Marinetti. Non a caso, l’eco di una ruggente estetica, quella del Futurismo, avversa ai canoni classicisti ed indifferente al richiamo d’una tradizione poetica che discendeva da Pascoli e da Ungaretti, bensì dedita a spezzare le catene di un’arte - a dir loro con le ali tarpate - giungerà infatti fino al capoluogo siciliano, facendo proseliti fra i geni più attivi dell’epoca, e da lì si propagherà fino a Bagheria.
La Bagheria degli anni Trenta non resta a guardare: la cricca degli happy few bagheresi non manca di accendere i riflettori su ogni episodio capace di "sprovincializzare" l’immagine dei suoi attivisti. In occasione d’una visita, Marinetti definisce Bagheria “Centrale di Poesia”, e da questo i nostri artisti creano il numero unico “La Centrale” per l’appunto (tra i suoi ideatori Pippo Rizzo, Renato Guttuso, Nino Garajo, Francesco Scaduto, Ignazio Buttitta e Giardina, oltre al curatore del foglio, Vittorio D’Alessandro).
A distanza di cento anni dalla pubblicazione del "Manifesto Futurista", che sancì l'inizio di una vera e propria epoca dedita alla conoscenza delle nuove tecnologie e alla sperimentazione delle opportunità fornite all'umanità dalle "macchine", è da apprezzare l'iniziativa di Raimondo Giammanco e Stefano Battaglia, che, con il supporto di Anna Maria Ruta, Maria Civello e Pietro La Tona, ci regaleranno una preziosa pausa riflessiva sul poeta Castrense Civello, sulla nostra storia e sulle dinamiche d'intersecazione della Cultura con il territorio bagherese.
(Hanno collaborato all’iniziativa l’Associazione Turistica Pro Loco “Giovanni Lo Medico” di Bagheria e l’Associazione Controscena)
Marina Galioto