Una dettagliata ricostruzione storica di Nino Pisciotta delle venti generazioni del casato nobiliare che oltre a fondare trenta grandi centri nell' Isola, da Leonforte a Bagheria, diedero lustro all'ordine dei Templari.
Il 30 giugno 1735 il nuovo re della Sicilia Carlo di Borbone, figlio del re Filippo V di Spagna e della sua seconda moglie Elisabetta Farnese, entrò in Palermo per essere incoronato. A recare lo stendardo con le armi del re fu il primo barone del regno, don Ercole Michele Branciforti, principe di Butera, Grande di Spagna.
I Branciforti erano da circa tre secoli tra i primi baroni del Regno e i signori di buona parte dei feudi di Sicilia. Il solo Stato di Butera, primo titolo di Sicilia, comprendeva ben 19 feudi, tanto grandi che il suo impegno feudale per il servizio militare, nel 1700, fu calcolato in 109 cavalli. Da dove trova origine una famiglia così importante in Sicilia?
Blasio Aldimari, in una sua pubblicazione del 1691, affermò che la famiglia Branciforti era catalana, francese e italiana.
Dalle ricerche effettuate nella storia della Catalogna, si è trovato effettivamente un casato di Brancifort presente in tutte e quattro le province della regione:Girona, Terragona, Lerida (o Lleida) e Barcellona.
Molta importanza, in questo territorio, hanno avuto gli ordini monastico-cavallereschi, primo fra tutti, quello dei Templari. Nella penisola iberica, infatti, specialmente nel nord-est, l’ordine del Tempio ebbe una forte espansione, dovuta in molta parte al favore goduto dai governanti dell’Aragona e della Catalogna per la sua partecipazione alla “Reconquista”.
Tale favore arrivò a far sì che il re di Aragona Alfonso I, non avendo eredi…
di Claudio Paterna