La grave malattia del Partito Democratico di Bagheria

La grave malattia del Partito Democratico di Bagheria

Politica
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Bagheria con i suoi 56.000 abitanti ha poco più dell'uno per cento della popolazione siciliana e poco meno dell' uno per mille della popolazione italiana.

In Sicilia in base ai dati sinora  pervenuti avrebbero votato più o meno 200.000 elettori, circa 4.000.000 nell'intero paese.

Percentuali che oscillano dal 5 al 10%  dell'intero elettorato.

A Bagheria quindi ci sarebbe stato da attendersi più o meno 2.000 votanti, come avvenne per le primarie per Prodi se  raffrontiamo il dato alla Sicilia, 3.500 se raffrontato all'Italia.

Ma non basta: a Casteldaccia che ha circa 13.000 abitanti, hanno votato 215 elettori; anche solo a volersi confrontare con la percentuale di Casteldaccia a Bagheria avrebbero dovuto votare un migliaio di persone.

Così non è stato.

Gli elettori delle primarie a Bagheria sono stati appena 675, appena l'1,5 %  dell'elettorato potenziale, insomma, come si dice dalle nostre parti  i parenti ra zita eppure questo risultato con ipocrisia e faccia tosta degna di miglior causa, pare sia stato salutato come un successo da alcuni rappresentanti del Partito Democratico.

E' un sintomo, uno dei più vistosi di una crisi di coma profondo del Partito democratico a Bagheria della quale è ora che tutti i partiti del centrosinistra comincino seriamente ad occuparsi.

Certo non si è fatto nulla per preparare adeguatamente queste primarie da parte di nessuno, ma da sola questa spiegazione  non basta; l'eco di dibattiti e discussioni tra i candidati arrivava comunque dentro tutte le case.

Certo, c'è da scontare a Bagheria  la vecchia logica anticomunista, anche se va ricordato che Bagheria negli anni '60 proprio con il Partito comunista arrivò a rappresentare oltre un quarto dell'elettorato e che nel 1984 sia pure in seguito all'emozione legata alla improvvisa scomparsa di Enrico Berlinguer , alle elezioni europee il PCI superò a Bagheria l'asticella dei 6000 voti ( il 33% dei voti espressi) affiancando la balena bianca.

Certo, altri tempi e altri protagonisti.

Avvertiamo però tra la gente, nei commenti on line sul nostro sito ma anche sui vari social network, una manifesta rancorosità e acredine , non del tutto ingiustificata, nei confronti del Partito democrativo, visto come il principale responsabile dello sfascio di questa città.

E' un problema serio, per le forze della sinistra e per il Partito democratico, che esiste e non può essere ancora eluso: un partito, il PD, trasformatosi in una serie di conventicole che hanno il loro candidato o il loro leaderino di riferimento, ha fatto venir meno negli ultimi anni  l'idea, la sensazione di essere un partito vero, sostituito ormai dalle parrocchiette

Il Partito Democratico, non dimentichiamolo,  ha avuto il pallino delle scelte di governo negli ultimi dieci anni a Bagheria: uomini suoi o sue espressioni o di provenienza di sinistra sono stati al Coinres sin dalla nascita del Consorzio; sono stati assessori, sono stati sindaci, uomini del P.D.S. ed el P.D.e dell'arco più ampio della sinistra  si sono giovati di scelte politiche, ma anche clientelari  e di potere, non sempre limpide e trasparenti: tutt'altro.

In questi dieci anni dal dicembre del 2001 al maggio del 2011, si sono consumate le scelte che hanno portato al dissesto attuale: dalla vicenda del Coinres alle spese della politica, lievitate in pochi anni dai 300.000 euro della metà del primo decennio del 2000 al 1.000.000 di euro e passa del 2010 e 2011; alle consulenze a go go da 15.000, 18.000 e 19.900 euro, e agli incarichi ben retribuiti a professionisti ed esperti  (o presunti tali); alla nomina di figure apicali all'interno della burocrazia comunale, sponsorizzate dal Partito democratico, ma non solo, e  strapagate da Fricano e da Sciortino.

Se mettete in fila i numeri e fate bene i conti,  quei 9.000.000 di euro che sono mancati per chiudere il bilancio sono quasi tutti là: nell'avere finanziato nell'ultimo decennio sprechi, privilegi e clientele.

Abbiamo visto però ieri ai seggi, oltre a vecchie icone della vera sinistra di un tempo, anche facce nuove che dimostrano che "la politica non è caduta così in basso da non potersi risollevare", come ieri diceva Vendola.

Questa gente ha bisogno di speranza e di segnali.

Anche a Bagheria bisogna rottamare: vecchie facce, vecchi gruppuscoli di potere, vecchie confraternite vanno sbaraccate e vanno mandati a casa gli uomini per tutte le stagioni, se si vuole veramente indicare una credibile prospettiva di futuro e di cambiamento.

Alcune delle facce che da oltre trenta anni affollano il mondo della sinistra è ora che cambino aria, ma è ora che cambino aria anche quelle facce apparentemente più giovani, ma che sono già vecchie dentro.

L'anno scorso si è incaricato di fare giustizia l'elettorato bagherese alle elezioni amministrative, mandando dei segnali chiarissimi; ora bisogna avere il coraggio di continuare l'opera.

nella foto di copertina da sx   Nino Maggiore, consigliere comunale PD e Nicola Tarantino presidente circolo PD