Il voto nei comuni dell'hinterland di Bagheria....ma non solo

Il voto nei comuni dell'hinterland di Bagheria....ma non solo

Politica
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Il potere stavolta ha logorato chi ce l'ha avuto: ovvero chi ha governato paga pegno.

Sembra essere stata questa la regola nei risultati del voto amministrativo di domenica e lunedì scorso nei comuni di Altavilla, Ficarazzi, Santa Flavia, Villabate, e che conferma quanto accaduto a Bagheria l'anno scorso e a Misilmeri l'anno ancora prima.

Avevano perso l'altro ieri l'uscente Badami a Misilmeri e Sciortino a Bagheria, mentre ieri hanno perso gli uscenti Di Chiara a Villabate e Napoli a Santa Flavia, mentre Camarda ad Altavilla era stato sfiduciato da tempo. Cannizzaro non si era ripresentato avendo esaurito i due mandati.

I sindaci uscenti sconfitti dagli "homines novi" che non solo perchè nuovi, ma soprattutto perchè vengono considerati "non responsabili" rispetto ai guasti e ai guai in cui ormai sono immersi questi comuni, e perchè sembrano incarnare una voglia di cambiamento e di mettersi alle spalle un periodo nero.

In realtà un pò tutti i sindaci usciti vincitori dal confronto elettorale nei comuni vicini a Bagheria sono in politica più o meno da dieci anni, anche se in posizioni più defilate rispetto ai sindaci: ma è stata la loro tempestiva presa di distanza dai primi cittadini che li ha fatti percepire come  interpreti della voglia di cambiamento

E' accaduto per D'Aì a Misilmeri e Lo Meo a Bagheria lo scorso anno, accade oggi con Parisi, Martorana e Sanfilippo.

Sui sindaci uscenti si scaricano le colpe per una situazione economica e sociale ormai ai limiti della tollerabilità, e le notizie che arrivano oggi da Termini Imerese fanno ormai temere che da un momento all'altro la rabbia possa sfociare nel ribellismo.

Però durante la campagna elettorale  abbiamo sentito accenti nuovi nei ragionamenti di Parisi, Martorana e Sanfilippo.

Aria nuova certificata anche dal fatto che sia a Santa Flavia che ad Altavilla ben quattro donne su quindici entrano in consiglio, e ad Altavilla ben due assessori su quattro sono donne.

Si parla di detassazione delle imposte comunali alle imprese create dai giovani; si parla con più convinzione di un turismo possibile e compatibile; si parla di un uso del territorio da destinare  a infrastrutturazioni e servizi piuttosto che a luogo in cui far crescere orridi casermoni.

Tutto sta però nel vedere se questo, nelle attuali condizioni delle finanze locali e dello stato dell'economia in questi comuni, sarà possibile e sufficiente.

I nuovi arrivati non troveranno certo situazioni di cassa floride, e se non interviene il Governo Monti con il provvedimento di cui tanto si parla, di pagare cioè  i debiti con i fornitori di comuni province  e regioni con una emissione straordinaria di Bot, che però non pesino sul debito complessivo del paese, sarà dura per tutti.

Su questo provvedimento che consentirebbe di ridare fiato alle imprese e respiro agli enti locali, il governo nazionale sta cercando di ottenere l'ok dall'Europa.

Sarebbe l'unica ancora di salvezza per una classe politica che pur amministrando oggi  le spoglie di una ricchezza che è ormai solo uno sbiadito  ricordo, purtuttavia è ancora restìa a cedere qualcosa dei propri privilegi.

Pronti a predicare la necessità dei sacrifici per gli altri, ma sordi a tagliare seriamente anche solo qualcuno dei loro privilegi.

Si tornerà pertanto a ottobre a votare per l'Assemblea regionale siciliana ed i deputati saranno ancora 90, perchè per approvare la legge della riduzione a 60 ci vuole ancora tempo; si tornerà a votare per le province che si dovevano abolire.

Si continueranno a dare palate di soldi ai partiti che con i contributi dello Stato ci campano le loro personali clientele, oltre a comprarsi ville e diamanti, anche se un referendum ha abolito il finanziamento pubblico, salvo poi a lamentarsi se cominciano a fare capolino fenomeni di terrorismo.

Si continueranno a ingrassare torme di clienti e consulenti e a tenere in piedi baracconi che ingoiano miliardi di euro, sempre pronti perà a bacchettarci e  a ricordarci la necessità del rigore e dei sacrifici.

Ci incavoliamo, ma poi pensiamo che siamo stati noi che li abbiamo mandati a governarci, ed un qualche motivo ci dovrà essere.

nella foto i festeggiamenti per l'elezione di Nino Parisi ad Altavilla