La nostra replica ad Antonio Napoli - di Angelo Gargano

La nostra replica ad Antonio Napoli - di Angelo Gargano

Politica
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Noi comprendiamo lo stato d’animo del sindaco di Santa Flavia Antonio Napoli, per la vicenda giudiziaria che lo ha investito, e per questo motivo l’augurio sincero che gli facciamo, dal punto di vista umano, è di potere dimostrare nelle sedi idonee o l’inconsistenza o l’estraneità alle accuse che due pubblici ministeri della Procura di Termini Imerese, Francesco Gualtieri e Bruno Brucoli, e non Angelo Gargano o bagherianews gli muovono.

Il titolo del nostro articolo è stato “Antonio Napoli: arriva la richiesta di rinvio a giudizio, udienza il 4 giugno”.

Dove sta il giudizio di “valore” nel riportare una informazione inoppugnabile, la richiesta di rinvio a giudizio, e una data, quella dell’udienza preliminare?

Quanto al nostro ruolo di giornalisti, esso consiste nell’informare in maniera circostanziata e completa, e questo abbiamo fatto: ci consiglia invece Antonio Napoli che “per svolgere correttamente il nostro ruolo di giornalista avremmo dovuto interpellare i candidati a sindaco che avrebbero potuto confermare come i fatti oggetto dell’ipotesi di reato non si siano mai verificati.”

Quindi, secondo il sindaco Antonio Napoli, invece di riportare fedelmente le accuse che spingono i p.m. a chiedere un processo siccome siamo cronisti che “operano nel territorio” saremmo dovuti  entrare nel merito delle minacce vere o presunte ad Affatigato e  verificare, noi, se e perché si è dimesso l’ing. Cirrincione.

E che titolo avremmo per condurre una simile indagine?

Perché siamo cronisti che “operano nel territorio”, dovremmo sostituirci al G.U.P, e già che c’eravamo avremmo magari potuto ascoltare la difesa dell’avvocato Caleca e pronunciare già su Bagherianews una sentenza di non rinvio?

Si rende conto Antonio Napoli delle "lezioni di giornalismo" che ci dà?

Restiamo poi allibiti da frasi del tipo “L’affermazione relativa alle gravi accuse nei confronti del sindaco Napoli appare avventata ed esorbita dal legittimo diritto di cronaca” o anche “rasenta il falso la notizia relativa alle accuse di mobbing e demansionamento nei confronti della dr.ssa LiVigni….”.

Forse il sindaco di Santa Flavia sorvola sul fatto che la nostra affermazione l’abbiamo basata sul dato incontrovertibile che i reati ipotizzati dai due pubblici ministeri che chiedono al GUP di potere processare i quattro indagati di questa indagine, (oltre al sindaco Napoli, la segretaria Paolina La Barbera, il capo dell’Ufficio Tecnico Giovanni Mineo e il tecnico esterno all’amministrazione Francesco Cicero), spaziano in concorso dall’ art. 479 del C.P. (falsità ideologica) al 610 C.P.( violenza privata) al 594 - 595 C.P.(offesa del decoro e dell’onore e diffamazione) al 317 – 322 e 323 C.P.( rispettivamente concussione, istigazione alla corruzione e abuso di ufficio).

Naturalmente le ipotesi di reato non sono identiche per tutti gli indagati.

Ma Antonio Napoli pensa veramente che per un giornalista definire “gravi” queste ipotesi di reato “appare affermazione avventata ed esorbita dal legittimo diritto di cronaca” ?

Certo ad oggi sono solo ipotesi di reato, sulle quali l’unico abilitato dalla legge a pronunciarsi sul merito sarà il 4 giugno il giudice dell’udienza preliminare e nessun altro.

Quanto alla frase “assolutoria” riportata da Antonio Napoli ed estrapolata da una sentenza del GIP di Termini Imerese Sabina Raimondi, dobbiamo presumere che si riferisca al rigetto della richiesta di misure cautelari ( leggasi arresti o domiciliari o in carcere ) fatta dai pubblici ministeri dell’inchiesta e che il GIP appunto non ha concesso.

Antonio Napoli saprà che l’adozione di una misura gravissima come la limitazione della libertà personale deve sottostare a diversi requisiti: la forza intrinseca del quadro probatorio, il fatto che l’imputato sia o meno socialmente pericoloso, la possibilità di reiterare il reato, il rischio di inquinamento delle prove o il pericolo di fuga.

Quando il GIP Sabina Raimondo ha rigettato la richiesta di misure cautelari per gli indagati, si è pronunciato esclusivamente contro quella specifica richiesta perché evidentemente ha ritenuto che una o più delle suesposte condizioni non ricorrevano. Punto e basta.

Antonio Napoli sa bene che il GIP Sabina Raimondo ha respinto le richieste di misure cautelari primitivamente formulate dai pubblici ministeri, mentre ora il GUP si dovrà pronunciare su una nuova richiesta dei p.m. che giudicano l’impianto probatorio da loro istruito sufficiente per poter richiedere un approfondimento processuale.

Il sindaco di Santa Flavia piuttosto che polemizzare e tirare le orecchie ai giornalisti che danno le notizie vere e documentate, e visto che come ha dichiarato ad un altro sito “dopo 4 anni di indagini, il giudice per le indagini preliminari ci ha scagionato tutti”, avrebbe potuto più utilmente impiegare il suo tempo nel preparare la memoria difensiva che avrebbe potuto presentare entro i venti giorni dalla notifica di comunicazione di chiusura delle indagini, avvenuta circa tre mesi fa.

Perché non lo ha fatto ?

Per strategìe processuali certo, suggerite, si può presumere, dagli avvocati. Ha esercitato un suo diritto.

Ma se l’avesse fatto e oggi il GUP avesse accolto le sue tesi difensive (sulle quali non abbiamo motivo di dubitare), oggi piuttosto che di fronte ad una richiesta di rinvio a giudizio, il sindaco Napoli si sarebbe potuto più comodamente trovare di fronte ad una sentenza del G.U.P. di “non luogo a procedere”, che gli avrebbe consentito estrema libertà nel condurre la sua campagna elettorale senza l’assillo di un problema giudiziario pendente.

Per chiudere: siamo i primi a credere nella presunzione di innocenza sino al giudicato per qualsiasi cittadino di questa Repubblica; ma chi ha un ruolo pubblico, deve sempre ricordarsi che le proprie scelte, anche su vicende come questa, vanno inevitabilmente a pesare sulla vita di migliaia di altre persone.

Si è chiesto il politico Antonio Napoli cosa accadrebbe se il 7 maggio venisse rieletto sindaco di Santa Flavia e il 4 giugno venisse rinviato a giudizio?

Si rende conto in quale imbarazzante situazione si verrebbe a trovare, nell’ essere nel contempo imputato e parte lesa nello stesso processo.

Con quale serenità e autorevolezza potrebbe attendere all’esercizio del suo ufficio di primo cittadino, se si dovesse venire a trovare imputato in un processo per fatti riguardanti il suo ruolo e la sua funzione di sindaco?

Questo rischio noi abbiamo segnalato, e non per il sindaco Antonio Napoli, ma per la comunità flavese.