Voglio far rinascere l'orgoglio dell'appartenenza - di Salvatore Sanfilippo, dottorino

Voglio far rinascere l'orgoglio dell'appartenenza - di Salvatore Sanfilippo, dottorino

Politica
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Gentile Direttore, chiedo la sua ospitalità perché mi trovo inopinatamente e senza alcuna mia volontà coinvolto in un discussione che mi riguarda direttamente pur non essendo stato io ad accendere, come si suol dire, la miccia.

Mi sia consentito pertanto di intromettermi visto che sono io il bersaglio degli strali nella risposta del sindaco Napoli al Soluntino deluso.

Ho letto anch’io l’articolo pubblicato su Bagherianews dal titolo “Il palazzo delle fiabe” e la prima cosa che mi viene di pensare è che la piccata risposta del sindaco Antonio Napoli non contiene la stessa serenità e la stessa levità di toni del mio supposto sostenitore.

Una cosa mi auguro innanzitutto per questa campagna elettorale: che pur nella durezza del confronto politico tra i vari candidati non si perda mai il senso della misura e il rispetto per le proposte politiche che i vari candidati metteranno in campo e per le loro storie personali e professionali; e ciò deve valere per tutti i candidati naturalmente, nessuno escluso.

Nella lettera del Soluntino sognatore deluso, veniva fuori una misurata polemica con il sindaco in carica, una delusione per i modesti risultati portati a casa da questa amministrazione (malgrado “le urla a squarciagola” come dice Napoli nella sua replica), una breve rassegna delle questioni irrisolte nella nostra comunità e l’auspicio che il voto del 6-7 maggio possa premiare la modestia non disgiunta dalla tenacia e dall’impegno quotidiano nella società e nella politica.

Non credo di interpretare male il pensiero del Soluntino deluso se credo che con l’espressione “…a piccoli passi, nel silenzio, nell’umiltà, negli occhi bassi ma limpidi, nel rispetto di chi gli darà il mandato di amministrare, possa dare nuova vita a questo comune” volesse solo significare esattamente e solo quello che dice senza significati reconditi che rendono incomprensibili faziose interpretazioni.

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Sì, lo affermo e lo ripeterò in tutta questa campagna elettorale: rimandare, come fa il sindaco, alla crisi dell’Europa e dell’Italia, alle grandi questioni dell’economia mondiale, è, mi consenta il sindaco Napoli, un modo per sviare l’attenzione dalle buche delle nostre strade, anche quelle da cercare di evitare camminando “ad occhi bassi”, dalle montagne di spazzatura e dei loro “inquilini” che ci hanno fatto compagnia in questi cinque anni, dalla paralisi politico-amministrativa che ha caratterizzato larga parte della vita di questa amministrazione, da quell’immagine di trascuratezza e di abbandono che trasuda dal nostro paese e dalle nostre frazioni.

Ribadisco perché ne sono convinto che occorre ripartire dalla soluzione dei piccoli problemi del vivere quotidiano, di quella qualità di vita dignitosa che è fatta di strade pulite, e non trasformate in trazzere, di spiagge accoglienti, della cura del verde, di servizi dignitosi che facciano tornare la non solo ai turisti ma anche ai visitatori del fine settimana la voglia di vivere qualche ora a Santa Flavia, a Solanto, a Porticello, a Sant'Elia ecc...ecc

Io sono un flavese-porticellese che in questa città è nato e vissuto: la gente mi conosce ed io ne conosco i problemi, conosco il mondo e la vita dei pescatori, le problematiche del mercato ittico, le esigenze delle attività di ospitalità e di ristorazione, le questioni complesse legati alla valorizzazione e alla tutela del territorio; ma conosco altrettanto bene le straordinarie potenzialità del nostro comune.

E’ possibile, non lo nego, che io non sia esperto nelle arti della prosopopea e degli effluvi verbali.

Non mi appartengono, lo confesso, per carattere e per cultura la verbosità parolaia e l’insulsa e vuota retorica.

Chi mi conosce sa che nella mia professione di medico che svolgo quotidianamente con passione e disponibilità nei confronti degli altri ( e non credo che questo mio naturale e spontaneo comportamento mi si possa ascrivere a difetto), debbo spiegare con parole semplici concetti complicati e non debbo vendere fumo, ma informazioni, coraggio e forza d’animo.

Mi ha colpito però la veemenza ( per usare un eufemismo) che ci mette il sindaco Napoli ed espressioni e considerazioni che io non userei mai parlando di Lui (il “fantomatico” dottorino , o anche: “IN SILENZIO”!!! PERCHE’?? PER QUALE OSCURA RAGIONE IL TUTTO DOVREBBE ESPLICARSI IN SILENZIO?? Forse non si ha il coraggio di sostenere pubblicamente quello che si propone, forse non si ha nulla da proporre e quindi il silenzio è già di per se chiarificatore".

Quando è evidente che il silenzio cui si fa riferimento nella nota del Soluntino deluso non è né il silenzio della rassegnazione né quello dell’omertà, ma il pregio di chi, piuttosto che proclamare ai quattro venti e dalla mattina alla sera di stare lavorando per la comunità, lavora veramente per la comunità.

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Ed infine io non mi sarei permesso, né mai mi permetterò, di irridere o di sbeffeggiare le proposte e le idee di un candidato concorrente alla carica di sindaco; anche perché sono fermamente convinto di quelli che io ritengo debbano essere i presupposti per una “ripartenza” della nostra cittadina.

Ripartire dalle piccole cose, ripartire dal quotidiano, ripartire dal rendere civile la qualità di vita di tutti i giorni dei nostri concittadini.

Sono obiettivi modesti? sono obiettivi da amministratore da condominio?

Il sindaco Napoli lo crede..

Io credo invece che siano gli obiettivi minimi di civiltà per poter fa sì che tutte le frazioni della nostra comunità e del nostro territorio tornino ad essere centri di attrazione di gente e di risorse.

Sono invece le condizioni minime per poter costruire un futuro di sviluppo e di lavoro, basato sul turismo, sulla valorizzazione delle risorse archeologiche, artistiche e ambientali, sul rilancio della nostra economia tradizionale.

Voglio far sì che i miei concittadini tornino a sentirsi orgogliosi di appartenere a questa comunità.

Voglio chiudere però con una notazione che non posso non fare

Non potrei venirgli incontro con ricetta o ricoveri perché non è la mia branca specialistica, ma mi pare che il sindaco Napoli, volendo parafrasare il titolo di un film del regista spagnolo Pedro Almodovar, parli piuttosto come “un sindaco sull’orlo di una crisi di nervi”.

Detto questo, considero chiusa la polemica e mi auguro che il confronto elettorale avvenga sulle proposte concrete e fattibili e non su prese di posizione sterili e pretestuose.

Io comunque sia per inclinazione personale che per formazione culturale mi atterrò a questa regola. Gli altri facciano come vogliono. Sono certo che alla fine nella cabina elettorale la gente capirà.