Beppe Lumia, già presidente della Commissione Nazionale Antimafia, deputato per tre legislature, che nei giorni scorsi di fronte alla sua esclusione dalle liste del Partito Democratico alla Camera, aveva sollecitato e raccolto appelli trasversali (dai giudici agli industriali) a sostegno di una sua ricandidatura, è stato accontentato.
Per lui varrà una ulteriore deroga, in considerazione anche delle voci che lo davano già per candidato nell’Italia dei Valori di Di Pietro, o nelle liste di Rifondazione Comunista, che lo avrebbero accolto a braccia aperte per mettere in difficoltà il P.D.
Risultato: Lumia sarà capolista al Senato sempre nel Partito Democratico, e così potrà continuare in Parlamento le sue battaglie contro la mafia.
Comunque sia le polemiche sulla formazione delle liste nel Partito Democratico rimangono infuocate.
La candidatura di Daniela Cardinale, figlia d’arte, oltre ai dirigenti paracadutati dal Nord per essere eletti in Sicilia, rischiano, in questa guerra di tutti contro tutti, di far perdere al Partito Democratico in Sicilia molti più voti di quanto non ne fossero stati preventivati, con il segretario regionale Francantonio Genovese a lamentarsi perché i candidati da eleggere gli sarebbero stati imposti dal centro, ed una base in subbuglio perché si è considerata totalmente estromessa.
La verità è, come qualcuno ha detto e scritto, che la legge elettorale sarà pure una “porcheria”, che alla fin fine però fa molto comodo a tutti i professionisti della politica, di destra, di centro, di sinistra; al Nord, al Centro e al Sud.