Sappiamo quanto è difficile amministrare una città come Bagheria, quanto la burocrazia renda spesso complicata e farraginosa l’azione politico-amministrativa, possiamo anche immaginare quanto sia delicato il settore della raccolta rifiuti e apprezziamo gli sforzi dell’amministrazione e dell’AMB per cercare di migliorare il servizio.
Lo sgomento però ci assale alla notizia che, con l’ordinanza n.65 del 16 settembre scorso il Sindaco ha individuato i locali dell’ex mattatoio comunale di via Olivuzza a centro di raccolta temporaneo dei rifiuti, ove stoccare carta, cartone, vetro, apparecchiature elettriche, rifiuti ingombranti e rifiuti organici di cucine e mense (il c.d. “umido), dando mandato al Responsabile dei Lavori pubblici di adeguare l’area ai requisiti previsti per i Centri di Raccolta Rifiuti.
Un centro di raccolta rifiuti proprio adiacente a Villa Cattolica e all’ex Mulino Cuffaro, all’ingresso del viale che porta a Villa S. Isidoro?
Ebbene sì.
Il Sindaco, noncurante della destinazione urbanistica dell’area (CC “Centro culturale”), della vocazione turistica di tutta la zona e della inopportunità di collocare un centro di stoccaggio vicinissimo ad un’area di altissimo pregio monumentale, con lo strumento dell’Ordinanza sindacale contingibile ed urgente ex art. 191 del TU 152/2006, dispone la localizzazione di un centro di raccolta proprio lì.
Trasecoliamo e cerchiamo di capire quali sono le gravissime ragioni di una tale scelta. Forse Incombe un’epidemia…Forse il Prefetto o la ASL hanno scritto al Sindaco di provvedere a scongiurare un pericolo imminente di contagio a tutela della salute pubblica...
Leggiamo l’Ordinanza.
In sintesi, siccome occorre incrementare la raccolta differenziata e i cittadini hanno una scarsa attitudine a differenziare, siccome non c’è un centro di raccolta definitivo, nelle more della sua realizzazione “non si ravvisano ulteriori strumenti giuridici, né possibili adeguate soluzioni organizzative che consentano di far fronte all’eccezionale situazione venutasi a determinare” a parte la realizzazione del centro temporaneo proprio lì, proprio accanto a Villa Cattolica.
Vogliamo essere gentili e ci limitiamo a riportare testualmente quanto prescritto dal Ministero e dall’Assessorato nei loro atti di indirizzo proprio per la corretta applicazione dell’art. 191 (Vds. circolare n. 2753 del 29.6.2018 dell’assessorato Regionale Energia e Servizi e circolare n. 5982 del 22 aprile 2016 del Ministero dell’Ambiente): “Le ordinanze di cui all’art. 191 devono obbligatoriamente: indicare le norme cui si intende derogare; essere adottate a seguito di parere vincolante sotto il profilo dei presupposti degli organi tecnici o tecno-sanitari locali, con specifico riferimento alle conseguenze ambientali”. “Devono descrivere la situazione di eccezionale ed urgente necessità documentata da appositi accertamenti probatori, dando conto dell’esito delle valutazioni tecniche circa le conseguenze ambientali contenute nei pareri preventivamente acquisiti dagli organi competenti”
Inoltre possono essere emesse solo se c’è una documentata straordinarietà ed imprevedibilità dell’evento che si intende fronteggiare e devono dal conto della mancanza di alternative praticabili e della proporzionalità tra il fine pubblico e il rimedio che si appronta.
Nulla di tutto ciò è indicato nell’Ordinanza. Nessun parere tecnico (a parte quello meramente tautologico del responsabile dei Lavori Pubblici), nessuna indicazione delle norme cui si intende derogare, nessun riferimento alla situazione urgente ed imprevedibile non altrimenti fronteggiabile. Neppure una nota della AMB. Nulla di nulla.
Ma poi, ci chiediamo, non esiste già un centro di raccolta previsto nel piano ARO sito in via San Giovanni Bosco, che, fra l’altro è proprio citato dalla stessa ordinanza, come attualmente destinato a centro di raccolta per la raccolta differenziata? Ne serve urgentemente un altro o quello non è più utilizzabile (anche se ci risulta sia stato dissequestrato)?
Quali sono gli atti necessari per l’adeguamento delle condizioni strutturali dell’area al fine di garantirne la conformità ai requisiti di legge? Quanto costeranno? Con quali finanziamenti?
Ma poi perché proprio vicino a Villa Cattolica?
Perché non utilizzare aree a ciò già destinate nel Piano Regolatore?
Ha valutato il Sindaco aree alternative? Bagheria ha tanti terreni confiscati alla mafia, qualcuno potrebbe essere utilizzato? Potrebbe essere utilizzato qualche immobile e relativa area acquisita al patrimonio comunale indisponibile per effetto della mancata demolizione dell’immobile abusivo?
Sappiamo che tutto ciò che è provvisorio in Italia, e ancor più nella nostra Bagheria, diventa definitivo e non ci rassicura la temporaneità dell’utilizzo previsto. Sia pure per un giorno, un mese o un anno, il degrado della zona arrecherebbe un danno grave e irreparabile all’immagine di Bagheria.
Il Museo Guttuso e il complesso monumentale di Villa Cattolica, con tutti i limiti che sappiamo, sono il fiore all’occhiello della città, visitati da centinaia di turisti. Un ulteriore carico veicolare (di mezzi pesanti, fra l'altro) investirebbe il sistema stradale che ancora oggi tiene insieme Villa Cattolica, Villa Sant’Isidoro, Villa Cutò, Villa Rammacca, nonché il viale d’ingresso a Villa Sant’Isidoro. Un complesso paesaggistico già appesantito da numerose criticità (passaggio a livello ferroviario, sottopassaggio ferroviario di via Giuseppe Bagnera, degrado urbano, edifici pericolanti, marciapiedi impraticabili,… ), e una viabilità quasi al collasso, complice la chiusura del ponte Aspra-Ficarazzi, con il pressoché costante intasamento del tratto stradale degli incroci di via Città di Palermo e C.so Baldassare Scaduto. Un ulteriore aggravio potrebbe essere fatale per il debole settore turistico locale che ruota proprio intorno a questa struttura ambientale e storico-monumentale.
Ci è giunta infine notizia che l’Amministrazione sta elaborando un progetto per acquisire un finanziamento per realizzare il Centro di Raccolta nell’ex mattatoio, e pare sia stato già dato incarico ad un progettista esterno. Ma, allora, il centro rimarrebbe provvisorio o sarà definitivo?
Vorremmo essere smentiti e vorremmo sapere, a tal proposito, se il Comune sta partecipando all’avviso pubblico che scade il prossimo 15 ottobre, per ottenere finanziamenti regionali per la realizzazione, l’ampliamento, il potenziamento o l’adeguamento dei centri comunali di raccolta, e se sì, su quali siti.
Vogliamo credere che si sia trattato di uno “scivolone” amministrativo, dettato dalla frenesia del fare, e siamo fiduciosi, o almeno speriamo, che l’amministrazione, ripensandoci, ritiri immediatamente il provvedimento.
Cento Passi per Aspra e Bagheria, sezione Città/Territorio
Fara Pipia, Tiziana Calvo, Antonio Belvedere, Piero La Tona