Il diavolo si nasconde nei dettagli o, per dirla in maniera più dotta con Freud, i lapsus rivelano quello che veramente pensiamo.
Il candidato neoleghista a sindaco di Bagheria si è presentato all’appuntamento in piazza con Salvini con una felpa dove era scritto a caratteri cubitali SICILY. Sicily? E perché non Sicilia? Pensavo che dovesse seguire un discorso in perfetto inglese. Sono rimasto deluso. Il discorso del candidato leghista fu fatto in un normale italiano con venature e intonazione dialettali. Più o meno come l’avrei fatto io.
Mi sono interrogato sulle ragioni di questo pacchiano errore comunicativo. Ci rifletterò ancora un poco. Mi piacerebbe essere aiutato anche da chi ha qualche strumento in più per capire. Nel frattempo vi dico quello che ho pensato.
Un abbozzo di risposta l’ho trovato nelle parole ma soprattutto nella mimica facciale e nel comportamento di Salvini. Un discorso, quello di Salvini, da cui trapelava l’ignoranza totale del passato e del presente di questo pezzo d’Europa che si chiama Sicilia, non Sicily. La legge Fornero da abolire, gli immigrati da respingere, i numerosi nuovi lavoratori che saranno assunti per sostituire i neopensionati, la cattiva Europa causa dei nostri guai: tutti argomenti buoni per un comizio in una qualsiasi città dell’Italia centro-settentrionale.
E poi la mafia. La mafia come argomento retorico visto con gli occhi della vecchia Lega bossiana dentro cui Salvini si è formato e ha vissuto fino a qualche anno fa. La mafia come incarnazione di una qualche atavica malattia genetica meridionale. Nessuno ha ancora spiegato a Salvini l’intreccio profondo di mafia siciliana e potere economico e politico dell’Italia non mafiosa del Nord. Nessuno gli ha raccontato i capitali mafiosi che nel secolo scorso hanno alimentato la ricchezza dell’Italia leghista in cui nasce anche Salvini. Nessuno gli ha spiegato che la mafia non è una questione meridionale. La conoscenza della storia complessa e complicata di Bagheria gli potrebbe essere utile.
Nel discorso di Salvini ho visto molto distacco e sostanziale indifferenza alla Sicilia, a Bagheria in particolare. I selfie, i sorrisi di circostanza, gli applausi, a mio parere abbastanza tiepidi nonostante la presenza della consistente claque non bagherese, hanno rafforzato questa mia impressione.
Salvini ha parlato non della Sicilia ma della SICILY. Il miglior commento del comizio di ieri si trova scritto sulla maglietta del candidato neoleghista alla carica di sindaco. Grazie Signor Gino Di Stefano.
Franco Lo Piparo
Professore Emerito Università degli Studi di Palermo