In un momento in cui la ricerca del consenso utilizza la sintesi e gli slogan, in cui i contenuti risultano subordinati alla forma e si preferisce parlare alla pancia della gente, sorprende piacevolmente che si parli di comunità e di come essa richiami il “munus” il dono che ogni cittadino deve elargire agli altri.
Così l’impegno politico assume un valore altissimo se ad alimentarlo è il sentimento di altruismo che mira a realizzare l’interesse collettivo.
Proprio l’interesse collettivo rappresenta, nello sviluppo di questa campagna elettorale bagherese, una sorta di araba fenice che si agita sotto le spoglie di ricette preconfezionate dettate dall’unico obiettivo che è quello di carpire il consenso.
Quello che si ascolta in pubblico è solo una rappresentazione dell’idea, spesso confusa, di chi si propone di guidare una collettività avendo la presunzione di conoscere la soluzione da approntare ad ogni problema.
Ghe pens mi.
Tanti proclami e poca concretezza, idee vaghe, sogni lontani anni luce dalla realtà.
Realtà, in effetti, questa è una parola abusata.
I saccenti cha hanno la pretesa di rappresentarla difficilmente si sono sforzati di coglierne tutta la sua complessità.
I più si accorgono di ciò che appare e si confrontano con l’immediatezza.
Così in politica è facile imbonire per cercare di vendere il prodotto e il dolus bonus è spesso l’unica regola applicata.
Ma la vera novità di questa campagna elettorale è rappresentata dal civismo.
Sintetizzando il concetto: è l’idea sperimentata sul campo che si fà azione e, attraverso le buone pratiche, induce un cambiamento positivo della società.
Potrebbe pensarsi ad un metodo.
In realtà dico che è molto di più.
E’ la vera essenza della politica perché parte dall’individuazione dei bisogni collettivi per offrire, attraverso un’attenta analisi della realtà, soluzioni mirate, proponibili e coerenti, giammai adattate o peggio ancora strumentali a interessi reconditi.
E’ un fattore misurabile.
La politica, pertanto, deve confrontarsi con la realtà e non con una delle sue tante rappresentazioni, deve scavare a fondo per comprenderla veramente cosicché la sua azione non si riveli vana e inconcludente.
Il civismo ha come presupposto la comprensione della realtà.
La strategia delle promesse per acquisire consenso se anche legittima non rappresenta che una parte minimale della politica e a volte si rivela anche pericolosa.
Spesso si promette qualcosa senza avere alcuna certezza che l’impegno si possa effettivamente realizzare.
Si offrono sogni.
La comunità ha bisogno di altro.
Ha bisogno di risposte e di chiarezza, ha bisogno di normalità e di potere sentire la vicinanza delle istituzioni.
Sono concetti chiari ma difficili da trasferire in efficace e condivisa azione amministrativa.
La sfida del civismo è proprio questa.
E’ la risposta che la società civile attraverso le sue migliori energie può dare alla comunità.
Mettere insieme un’accozzaglia di liste per cercare di prendersi tutta la torta è miope esercizio di strategia di potere.
Quand’anche all’indomani della consultazione una delle due corazzate risultasse vincente regalerebbe alla comunità bagherese un coacervo di litigiosità in grado di paralizzare le scelte più importanti immolando l’esistenza stessa della coalizione sull’altare del compromesso.
E non è certo la comparsa di un profeta con casacca e istrionico idioma nordico che potrebbe tenere uniti i frammenti di un vaso rotto.
Ghe pens mi.
La vera sfida di una scelta civica è mettersi in gioco da cittadini, partecipare e non più delegare al demiurgo di turno le scelte per il nostro presente e ancor più per il nostro futuro.
La forza di una comunità si misura sul civismo e non sulla strategia, non si misura sul sogno e non si misura con l’apparire elitari.
La forza di una comunità è data dalla capacità di rimboccarsi le maniche.
Francesco Riela Assessore designato della Lista Movimentiamo Baaria Alessandra Iannì Sindaco