Al voto tra molti dubbi e poche certezze- di Lorenzo Gargano

Al voto tra molti dubbi e poche certezze- di Lorenzo Gargano

Politica
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Il 4 marzo saremo chiamati al voto per le elezioni politiche, "elezioni importantissime" - ripetono all'unisono partiti, candidati e movimenti ed in questo caso non si può che essere d'accordo. Sono elezioni importanti perchè, a causa delle incertezze del panorama politico italiano degli ultimi anni e la debolezza delle istituzioni europee,  infuiranno più concretamente di quanto si pensi nelle nostre vite. La legge elettorale, con un sistema misto maggioritario e proporzionale, non ha fatto altro che  aumentare il caos. Un sistema che prevede apparentamenti e coalizioni, ma che di fatto riporta la Repubblica verso un parlamentarismo puro, che a giudicare dal passato difficilmente è riuscito a garantire governi stabili ed incisivi. 

Dunque si va al voto tra molti dubbi e poche certezze, in un clima di disaffezione alla politica , che nella maggioranza delle persone si manifesta in un pressocchè totale disinteresse e che a volte si tramuta in generico disprezzo. 

Molti dubbi quindi, il primo : lo spettro dell' ingoverrnabilità.  Già nelle scorse elezioni politiche del 2013 si era verificato un sostanziale pareggio, da cui sono scaturiti i governi Letta, Renzi e Gentiloni, che per governare hanno dovuto in parte fare affidamento ai voti di altre forze politiche.  Il rischio di una mancata formazione di una netta maggioranza parlamentare in questa tornata elettorale sembra più attuale che mai. Le 3 principale forze: Centrosinistra, Cetrodestra e Movimento 5 Stelle infatti non sembrano in grado di raggiungere da soli  il 40% dei voti ed assicurarsi una maggioranza certa. C'è quindi la possibilità che, piccole forze che su base nazionale abbiano superato lo sbarramento del 3%, possano come nei governi della prima Repubblica e non solo, avere in poche parole il coltello dalla parte del manico ed essere determinanti per la formazioni di una maggioranza parlamentare e tenere potenzialmente per il bavero un governo.

Un altro dubbio che arrovella le meningi dei cittadini riguarda il sistema elettorale complicato e farraginoso. Le legge eletorale partorita dal parlamento chiede ai cittadini sostanzialmente una sola cosa : "Voi mettete una croce su un simbolo, che al resto ci pensiamo noi !". I partiti hanno mantenuto un rigido controllo sulla formazione delle liste. E allora insieme a candidati capaci, competenti e meritevoli di fiducia, i partiti hanno rifilato agli elettori della "sole" pazzesche e alcuni "big", evidentemente non sorretti da una particolare fiducia in se stessi, sono stati "paracadutati" dai partiti in colleggi sicuri.   I dubbi riguardano anche il "chi votare?" , sempre più difficile è infatti trovare differenze perfino nelle dichiarazioni di intenti dei candidati degli schieramenti opposti. L'astenzionismo non può che spiegarsi anche con la mancanza di validi e credibili punti di riferimento quindi, con la mancata rappresentatività delle istanze di un dato territorio, pur nell'assenza di un vincolo di mandato.

Il mondo di oggi si trova di fronte a sfide globali  e  la nostra classe politica ha dimostrato finora di non essere all'altezza del compito di cui è stata investita. Ecco il perchè della profonda spaccatura tra istituzioni e cittadini. Occorre che la classe politica ripensi il futuro del nostro paese, con provvedimenti lungimiranti e di alto profilo, i cui frutti saranno magari raccoltl tra molti anni.  Intanto rimangono irrisolti i grandi nodi del paese, sempre gli stessi praticamente dall'unità d'Italia. il mezzogiorno, le infrastrutture, le politiche del lavoro. Intere generazioni di giovani siciliani stanno emigrando con il cuore gonfio di  rabbia per una terra ingrata, crescono le diseguaglianza sociali  e aumentano i nuovi poveri, che nella società del benessere divengono degli invisibili. 

La mancanza di partecipazione è un altro dato significativo di questa campagna elettorale. Da tempo la politica ha smesso si entusiasmere le masse. Salvo poche eccezioni, i partiti parlano ormai a se stessi, il cittadino non ha più fiducia nella politica come strumento per migliorare la propria condizione di vita e della collettività. Si afferma piuttosto una sorta di individualismo che spinge la gente a disinteressarsi al mondo che lo circonda e che  fa paura con i suoi mutamenti. L'italia è un paese che per ripartire ha bisogno prima di toccare il fondo e a volte sfondarlo e non sono molto incoraggianti i precendenti storici. Debolezza della classe politica,  aspri conflitti sociali e una profonda delusione del popolo, hanno infatti prodotto nel 900' i totalitarsmi. Sbaglia chi crede che nulla di tutto questo possa mai tornare, ed è la storia ad insegnarcelo.

Il voto, espresso liberamente e senza condizionamenti, in fin dei conti diventa la nostra unica certezza. Il momento di vita civica più importante di una Democrazia. Il diritto, seppur con i limiti sopra elencati, di scegliere i nostri rappresentanti, è una conquista che non va sottovalutata o data per scontata, ma di cui bisogna anzi senza dubbio approfittare.

Lorenzo Gargano