Patrizio Cinque, l'abusivismo e Bagheria ( 2 Parte) - di Angelo Gargano

Patrizio Cinque, l'abusivismo e Bagheria ( 2 Parte) - di Angelo Gargano

Politica
Typography

Una seria analisi sul perchè il Piano regolatore, approvato nel giugno del 1976, la cui mancanza era stato tirata in ballo per giusticare il fenomeno della prima ondata di 'abusivismo', ne determinò invece una brusca accelerazione, non fu in realtà mai portata avanti da nessuno.

Si fece solo una sorta di presa d'atto: è accaduto così e basta.

In realtà la causa era stata abilmente camuffata, e si trovava tutta all'interno delle previsioni di piano; ci spieghiamo meglio.

La legge urbanistica in relazione al periodo di vigenza del PRG  (dieci anni), in base ai dati di incremento della popolazione, doveva distribuire una certa cubatura all'interno delle previsioni nelle varie aree: centro storico, di completamento, di espansione ecc...

Accadde che la gran parte della cubatura venne assegnata ai famosi assi di sviluppo, saziando la sete di speculazione dei grandi proprietari di aree: l'asse via Dante-via Mattarella, via Città di Palermo, Via Libertà, via Roccaforte, via Papa Giovanni, nelle grandi lottizzazioni ( Trabia in primis), e su una decina di interventi con la legge 457 di edilizia agevolata, mentre nelle zone a ridosso del centro storico o più periferiche, nelle cosiddette zone C si progettò   una sorta di città-giardino, con lotti minimi che andavano dai 350 ai 500 mq. e con una bassa cubatura che avrebbe consentito a malapena di realizzare un seminterrato, un piano rialzato e, forse, un primo piano.

Lì per lì l'idea di quartieri dimensionate sul modello 'svedese' o 'periferia di Londra' non fu disdegnato neanche dalla sinistra, ma via via che il tempo passava e si facevano i 'conti' della cubatura effettiva destinata ai 'condomini' ci si rese conto che quello era stato il cavallo di Troia attraverso cui sarebbero passati la speculazione sulle aree e  la cementificazione  totale del territorio.

Ed ancora, una città a misura d'uomo, come si sognava allora, non era però a misura di baarioto. Gran parte dei baarioti erano contadini, muratori, meccanici, piccoli commercianti, artigiani ed  erano anche  prolifici.

Accadde quindi che il ceto medio impiegatizio andrà ad occupare i 'quartini' di via Dante, via Libertà, via Roccaforte, via Papa Giovanni, e poi via Mattarella, via Città di Palermo, via Consolare ecc...mentre il baarioto aveva necessità di un piano terra dove sistemare auto e attrezzi di lavoro artigianali o della campagna, dalla molazza alla motozappa, o ai macchinari per lavorare il ferro, il legno, l'alluminio o per allocare l'attività commerciale ecc.; di un primo piano che veniva riservato per la coppia adulta, e poi via via a secondo, terzo, quarto e talora anche quinto piano per i figli che sarebbero arrivati e che sarebbero inevitabilmente cresciuti.

Intanto si dava completamento al piano terra a al primo piano, per il resto, come si dice da noi, na botta e na iaggiazza, ed il Buon Dio o mamma DC avrebbe poi provveduto e sistemato le cose.

Pensate solo quanta superficie sarebbe stata necessaria per sistemare le migliaia e migliaia di famiglie dei quartieri abusivi se si fosse applicato il modello della villetta e rispettate le previsioi di piano: almeno il triplo o il quadruplo della superficie in cui si svilupparono gli insediamento 'abusivi'.

Nasce quindi una 'nuova Bagheria', quella dei quartieri abusivi che si erano allargati a macchia d'olio: Coglitore, Casaurro, Roccaforte, Corselli, Punta Aguglia, Sant'Antonino, Dietro Certosa, Macchina del ghiaccio, Lanza, svincolo autostrada, e poi Incorvino, Consuono, Amalfitano ecc...

Piovvero a casaccio centinaia di denunce, condanne, ordinanze di sospensione di lavori e di demolizione, ma il movimento degli abusivi piuttosto che arretrare sembrava trarne nuova linfa, sin quando i nodi non vennero al pettine.

 LA  PRIMA  LEGGE  DI  SANATORIA  DEL  1985

La qualità di vita di questi quartieri abusivi era intollerabile, ed è inutile dilungarsi, ed i comuni non potevano intervenire perchè le strade erano ancora di proprietà di molti privati, per cui la parola d'ordine divenne una ed una sola "una legge di sanatoria".

I partiti si convincono che non ci sono altre soluzioni, anche perchè la situazione di Bagheria non era dissimile da quella di decine e decine di piccoli e medi centri siciliani.

Naturalmente assieme all'abusivismo 'di necessità' si sviluppò un abusivismo di speculazione costituito soprattutto da gente che realizzava abusivamente non più la casa per sè e per i propri figli, ma anche per i figli degli altri. Vennero realizzate anche palazzine di 4-5 piani con due appartamenti per piano, che venivano immesse sul mercato immobiliari con complicate, farragginose e, complice qualche notaio, con poco trasparenti procedure di cessione. L'abusivismo di lusso fu quello che si sviluppò lungo la litoranea Aspra- Capo Zafferano, dove, con la tecnica della casa agricola che viene ristrutturata, sorsero almeno una cinquantina di lussuose e pretenziose ville a strapiombo sul mare.

E' dell'aprile del 1983, complice l'amministrazione del tempo, che avviene lo sbancamento del mafioso Prestifilippo per costruire la villa sull'Arco azzurro, abuso che sarà 'scoperto' nel settembre successivo e verrà presentata da tutto il gruppo consiliare comunista che allora vedeva tra le sue file Peppuccio Tornatore, una interrogazione al sindaco, che ancora conserviamo, e  che non ebbe mai risposta. Questo emblematico e sconcertante episodio, che ci rende lo 'spirito' del tempo, unito al fatto che sindaci e politici democristiani negavano in interviste a quotidiani nazionali l'esistenza della mafia, non rese certo un buon servizio alla comunità bagherese.

Lungo la costa della Plaia Aspra Ficarazzi invece furono edificate, e tutte abusivamente, a ridosso dell'arenile, centinaia e centinaia di 'casone' che completarono il 'quadro'.

Sugli scempi alla litoranea furono avviate diverse indagini in base a denunce ben precise e  circostanziate, ma sostanzialemnte non cambiò nulla. C'era un patto scellerato tra politica regionale mafia e, purtroppo anche forze dell'ordine e magistratura, che garantivano gli illeciti.

L'ultima volta, a nostra memoria nel 1992, il commissario regionale Scardino, in una minuziosa relazione, ancora oggi esemplare per il metodo e e il rigore applicati, censì come abusivi e da demolire circa cinquanta di queste costruzioni.

Non è accaduto niente. Soliti ricorsi, solito TAR, e tutto resta ancora là con il mare sequestrato.

Arriverà nel 1985, ma non per le ville sul mare, la prima legge di sanatoria, la n° 47/85, che prevedeva, a certe condizioni naturalmente, il rilascio della 'concessione in sanatoria', dietro istanza documentata e pagamento di una somma a titolo di oblazione (che estingueva il reato penale) oltre agli oneri concessori e di costruzione non pagati.

Sembrava la soluzione; ma quando si passò alla fase operativa si vide che la legge non funzionava.

LA  RIVOLTA  DEGLI  ABUSIVI  SICILIANI   DEL  1986

La scadenza per la presentazione delle istanze d sanatoria era il 31 ottobre 1985, ma emerse subito che era una legge che non avrebbe mai potuto funzionare.Tra oneri di concessione, oneri di costruzione e oblazione si raggiungevano cifre a sei zeri che per le famiglie già svenate per avere costruito una abitazione erano assolutamente intollerabili. 

Si svolgono in questo periodo decine di incontri e di assemblee tra i partiti e gli 'abusivi di necessita'.

Nella primavera del 1986 scoppia la vera e propria rivolta egli abusivi siciliani, che, per le modalità e le forme che assunse fu una vera e erpopria sollevazione popolare. La legge del 1985 non funzionava per una serie di motivi, a partire dal fatto che a potere essere sanata fosse solo la prima casa, e che per quelle 'successive' alla prima gli oneri aumentavano in maniera esponenziale.

Nel giro di qualche giorno l'intera Sicilia si trova paralizzata: da Bagheria a Vittoria, da Misilmeri a Gela, da Licata a Alcamo decine di migliaia di abusivi bloccano snodi ferroviari e autostrade.

A Bagheria per tre lunghissimi giorni vengono occupati i binari della ferrovia, quindi la protesta si trasferisce nell'autostrada, e in una fase di tensione verranno anche fermate una decina di persone rilasciate però dopo qualche ora.

Il governo fa affluire in Sicilia alcuni reparti 'celeri' da Padova, famosi in tutta Italia per la rudezza dei loro comportamenti; a quel punto il movimento arretra e si punta su una manifestazione nazionale che si svolgerà in piazza Santi Apostoli a Roma nell'aprile del 1986 e che vedrà la partecipazione di oltre 40.000 persone e oltre un centinaio di sindaci siciliani.

Il Parlamento si impegna a fare alcune modifiche, ma ormai si è capito che c'è una larga parte di popolazione che non potrà pagare mai e rischia di restare, così come è di fatto avvenuto, con la casa abusiva per sempre.

Alla testa in tutta la Sicilia c'è il partito comunista, e questo determinerà una fiera contrapposizione, mai sanata, con l'anima ambientalista del PCI di allora; malgrado lo sforzo di distinguere tra 'abusivismo di necessità' e 'abusivismo di speculazione', l'etichetta per il PCI di essere, sic et simpliciter, il 'partito degli abusivi' ci rimase per parecchio tempo appiccicata addosso.

LE  TRE  LEGGI  DI  CONDONO  EDILIZIO

Il fenomeno delle costruzioni abusive sia pure in maniera più ridimensionata proseguirà sino ai primi anni '90, quando sostanzialmente si esaurirà per ragioni facilmente comprensibili, per intanto ha coesistito per quasi venti anni con l'edilizia "legale" dei palazzoni degli speculatori.

Si esaurirà perchè si stanno esaurendo le risorse ma anche perchè Bagheria arriva ad avere un patrimonio edilizio largamente sovradimensionato rispetto alle proprie esigenze anche future, continuerà è vero con le seconde case di campagna, allorchè sorgeranno centinaia e centinaia di 'villini' nelle contrade collinari, Bellacera e Accia soprattutto.

Dopo la legge 47/85 arriveranno altre due leggi di condono edilizio: la 724/94 e l'ultima la 326/2003. Vi diamo qualche numero per capirci meglio.

Con la 47/85 le istanze di condono presentate sono state 4.346, con la 724/94 le richieste saranno 2.363, ed infine con la 326/2003, regnante Berlusconi, saranno 1.045, per un totale di 7.745 istanze.

Se si pensa che ad ogni istanza potevano corrispondere anche diverse unità abitative (e non semplicemente vani) si capisce di cosa stiamo parlando.Ad oggi le concessioni in sanatoria rilasciate sono state 3.233, quindi il il 42% delle istanze presentatate. Le altre non sono andate avanti non perchè gli uffici siano intasati, perchè non è così.

E' invece accaduto che in tanti non riuscendo a far fronte alle rate dell'oblazione hanno smesso di pagarla e sono quindi inadempienti, oppure non sono stati in grado di produrre la documentazione richiesta dagli uffici mentre per alcune è stata accertata la non sanabilità, e di conseguenza le pratiche si sono arenate.

Continua...

la foto di copertina è un fermo immagine del servizio delle Iene