Patrizio Cinque e la mafia - di Angelo Gargano

Patrizio Cinque e la mafia - di Angelo Gargano

Politica
Typography

Per capire quanto sta succedendo intorno a Bagheria ed alla sua amministrazione occorre solo allungare lo sguardo sul calendario e fissarlo sull'autunno del 2017

allorchè i siciliani dopo le sciagurate esperienze di Totò Cuffaro, Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta andranno a rinnovare il primo Parlamento del mondo (e aggiungiamo noi il più dannoso, inutile e costoso) e ad eleggere il nuovo governatore.

I numeri preoccupano l'establishment al potere e potrebbe accadere che il nuovo presidente della Regione Sicilia con un robusto numero di parlamentari a sostegno potrà essere del MoVimento 5 stelle, che andrebbero a prendere il posto degli attuali padroni.

Riassumiamo i fatti: è accaduto che nel giro di sei giorni, il periodico S di Live Sicilia, la trasmissione Le Iene di Italia Uno e il Venerdì, il magazine settimanale del quotidiano 'La Repubblica' hanno parlato del modo di amministrare dei sindaci del MOV 5 stelle in Sicilia, di Ragusa, Gela e soprattutto di Bagheria, sollevando, oltre a pratiche clientelari di gestione amministrativa,  il problema che le abitazioni di famiglia del sindaco e dell'assessore all'urbanistica sono state edificate abusivamente.

Tutto questo unito alla decisione dell'ass. regionale all'Energia, Vania Contrafatto, di inviare le carte dell'affidamento alla Tech alla Procura della Repubblica ed alle vicende relative alla legge regionale sull'acqua che, nella stesura finale, non conterrà più la possibilità di gestione di sub-ambiti comunali, ha messo in fibrillazione l'amministrazione bagherese.

Potrebbero essere tutte questi elementi solo una coincidenza? Sì, anche se lo riteniamo poco probabile; per questo pensiamo che quanto sta accadendo a Bagheria e negli altri grossi centri amministrati in Sicilia dal Movimento 5 stelle sarà uno degli argomenti 'topici' attorno a cui si articolerà e si infiammerà la campagna elettorale regionale.

E' probabile che questo 'accerchiamento' abbia fatto sentire Patrizio Cinque sottoposto ad un inusitato attacco mediatico anche sul piano personale e gli abbia fatto saltare i nervi, cosa solo umanamente, ma non politicamente, comprensibile.

In questa occasione si è vista comunque la fragilità di un Movimento politico, quello del MoV 5 stelle, che si sarebbe dovuto far carico, a livello regionale, di erigere una linea di difesa politica nei confronti dei loro sindaci più rappresentativi in Sicilia.

Ciò non è accaduto e dimostra solo la scarsa strutturazione  politica del MoVimento al di là del numero di voti e di parlamentari che riesce a mettere assieme.

Dopo questa constatazione bisogna però osservare che anche la 'risposta'  del sindaco di Bagheria non è stata sinora nè congrua nè all'altezza della sfida che è stata lanciata; perchè c'è il rischio che dalla 'caciara' che nascerà dalle accuse, dalle controaccuse e dalle querele non ci sarà tanto spazio per parlare dei problemi veri che assillano Bagheria.

La reazione del sindaco di Bagheria Patrizio Cinque è stata a nostro avviso per larga parte improvvida e fuori luogo: "farò i nomi degli amici dei mafiosi 'coperti' ha replicato agli attacchi dei media".

Ma che c'azzecca ? avrebbe detto Di Pietro. Allora chiariamoci le idee.

Siamo stati i primi a scrivere e ad argomentare che il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, al di là di parecchie scelte amministrative discutibili, che nel tempo abbiamo criticato, è il primo sindaco nella storia della nostra comunità del dopoguerra a parlare un linguaggio forte, chiaro, e coraggioso senza peli sulla lingua nei confronti della malapianta mafiosa.

Siamo stati i primi e staremo sempre in prima fila a riconoscere la sua schiettezza, il suo coraggio e la sua determinazione nel denunciare i fenomeni di mafia o comunque malavitosi che rischiano di coinvolgere l'amministrazione.

Diciamo di più: il suo ruolo è stato fondamentale soprattutto presso i giovani nel far crescere una cultura antimafiosa e a far diffondere una percezione diversa e negativa del modello mafioso.

Se vuol fare i nomi di fiancheggiatori, di doppiogiochisti, di politici collusi, di imprenditori complici, però lo deve fare nella chiarezza e, ci auguriamo per lui, quando ha solidi elementi in mano e non per una sorte di ritorsione nei confronti dei media nazionali che gli fanno, strumentalmente o meno, le pulci.

Siamo stati noi a chiedere dalle pagine di questo giornale i risultati dell'indagine amministrativa interna avviata da Vincenzo Lo Meo e proseguita dall'attuale sindaco che avrebbe dovuto accertare i fenomeni di malcostune e malversazione presenti dentro il cimitero.

Il sindaco al tempo non ci ha risposto e, solo nel video diffuso l'altro ieri, ha fatto il nome della Coif come quello di una impresa che non ha avuto in base alle risultanze in suo possesso un comportamento lineare.

Che noi si sappia però, indagati per il reato di vilipendio di cadavere, sono stati dei dipendenti comunali al tempo responsabili del cimitero, e non titolari o rappresentanti di imprese funebri, presumibilmente responsabili di irregolarità amministrative.

Il tema di denuncia che ha introdotto il sindaco potrebbe prevedere tanti altri capitoli: si ha notizia documentata di consiglieri contigui a cosa nostra ? ha notizia di imprenditori perbene, che magari hanno o hanno avuto rapporti con il nostro comune, e che sono taglieggiati da cosa nostra? Il sistema legato allo smaltimento dei rifiuti si può ritenere ad oggi a Bagheria immune da contaminazioni mafiose? Le assunzioni fatte a suo tempo dalla Tech rispondevano a criteri di trasparenza?

Allora faccia una cosa molto semplice: metta assieme le informazioni che provengono dalla sua conoscenza dei fatti amministrativi con altre informazioni in suo possesso e presenti innanzitutto denunce documentate alla Magistratura e poi ne parli con i cittadini attraverso lo strumento che riterrà più idoneo.

Noi e tutta la città saremo dalla sua parte: ma pestare i piedi perchè i giornalisti fanno il loro lavoro e reagire, chissa perchè poi, facendo i nomi di presunti fiancheggiatori della mafia  'impuniti' è sbagliato per due, tre motivi facilmente comprensibili.

1) Potrebbero esserci in corso indagini degli inquirenti su questi presunti mafiosi 'impuniti' e farne i nomi servirebbe solo a metterli in guardia e ad ostacolare il corso della giustizia; è quanto accaduto ad alcuni giornalisti, denunciati perchè, in corso di indagini, hanno fatto i nomi di persone indagate per vicende di mafia che non avrebbero dovuto saperlo.

2) Rischiando di fare affermazioni solo verosimili o comunque non sufficientemente documentate, il sindaco si espone a querele che potrebbero prevedere pesanti richieste di risarcimento.

3) E' apprezzabile, e lo diciamo con convinzione profonda, che il sindaco faccia di tutto per sensibilizzare con l'esempio la propria comunità a rifuggire dalle realtà e dalle dinamiche mafiose; però non dimentichi mai Patrizio Cinque che i bagheresi hanno eletto un sindaco per amministrare questa comunità, per risolvere cioè problemi concreti legati alla vita quotidiana dei cittadini e non per fare lo sceriffo, compito che spetta ad altri. Non perda di vista la sua mission.

Sulla questione 'abusivismo' sul quale esiste poca memoria documentata e parecchia confusione ci occuperemo domani.

Angelo Gargano