Abbiamo chiesto in questi giorni ad alcuni esperti di diritto, se esistessero le condizioni di legge per la pubblicazione integrale on line del documento di diffida e messa in mora fatta pervenire dai proprietari dell’edificio ex-poste a pubblici amministratori e funzionari.
Non abbiamo ricevuto risposte univoche.
Da un punto di vista rigorosamente di legge le norme sulla privacy considerano “dato sensibile”, le date di nascita e altre informazioni personali delle quali nel documento non si fa alcuna menzione.
Ai destinatari del documento oltre all’uso istituzionale, non derivano altri particolari obblighi di riservatezza.
I fatti citati nel documento sono tutti notori e la gran parte di essi è riportata nella delibera che è stata oggetto di un voto del consiglio comunale del 6 Febbraio, e che è un atto pubblico.
Ci potrebbe essere un problema legato al fatto che i destinatari sono diversi, e tutti dovrebbero manifestare un consenso o se ne dovrebbero depennare i nomi: ma anche questa è una interpretazione controversa, e al punto in cui siamo sarebbe una stupida ipocrisia.
Rimane un problema di opportunità.
Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: pubblicando per qualche ora il documento, non abbiamo inteso fare una cortesia ad alcuno o alcunchè; abbiamo inteso rendere un servizio all’informazione, e portare a conoscenza delle persone un documento, sia pure di parte, e che, pur “rileggendo” la vicenda ex-poste dall’ottica di chi è proprietario, poteva contribuire ad informare e a far capire meglio anche le motivazioni di un voto che tante polemiche ha suscitato.
Peraltro ormai il documento nelle sue grandi linee è noto: dopo avere nella prima parte fatto la cronistoria della vicenda, la nota passa in esame una serie di comportamenti di politici e amministratori che, a detta degli istanti, oltre a gettare discredito su di loro, tenderebbero a impedire l’esercizio di un diritto riconosciuto da una serie di sentenze del T.A.R. della Sicilia.
Infine si avverte, che nell’ipotesi che il loro atto non dovesse dare frutti, sarà l’autorità giudiziaria competente a valutare l’esistenza di profili di responsabilità penale nelle condotte dei funzionari e politici tirati in ballo, e naturalmente si preannuncia una richiesta di risarcimento se alla loro istanza del 28 Luglio 2005, circa l’uso commerciale dell’immobile non sarà dato seguito positivo.
Ed è da qui che occorre ripartire: se, come il sindaco ha già dichiarato, riporterà in consiglio la proposta di rendere di uso pubblico l’area delle ex-poste, a quel punto l’atto in oggetto verrà richiamato e contribuirà a formare il dispositivo della deliberazione, diventando di fatto pubblico.
Non ci siamo mai sottratti alle nostre responsabilità, e non lo faremo neanche stavolta: ma, lo ripetiamo, motivi di opportunità ci fanno pensare di non ripubblicare per adesso in forma integrale la nota.