Cosa nostra e politica, a Bagheria - di Angelo Gargano

Cosa nostra e politica, a Bagheria - di Angelo Gargano

Politica
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Lo stillicidio di attentati e intimidazioni che si sono susseguite negli ultimi mesi a Bagheria e nel territorio,  avrebbero dovuto fare scattare nel mondo della politica e dell'imprenditoria un campanello di allarme.

Sono decine gli avvertimenti, gli episodi palesemente intimidatori o altri gesti criminali, rapine per esempio, riconducibili talora a dinamiche mafiose, o di altri fatti ancora che magari non vengono denunciati, che continuano ad accadere e che sono il sintomo  visibile di una pressione di cosa nostra che si rinnova, sul tessuto imprenditoriale, già gracile, di Bagheria e dell'interland.

Non per nulla cosa nostra è stata assimilata ad una piovra: malgrado  i colpi che subisce ( Argo, Reset, Bagdad, Pedro, solo negli ultimi anni) ripartono 'i scattatini' come noi bagheresi chiamamo i polloni, i germogli. Altra gente scende in campo, si fa per dire, spesso ignota alla quasi totalità dell'opinione pubblica ed in certi casi anche alle forze dell'ordine, e il giostra riparte.

Cosa fanno la politica, l'opinione pubblica, le Associazioni di categoria, le forze sociali organizzate, oggi di fronte a questa recrudescenza del fenomeno ? 

Nulla o troppo poco, perchè restano sostanzialmente a guardare: siamo fermi alla 'mafia che è una montagna di merda', alle giuste e doverose denunce delle infiltrazioni mafiose al Coinres fatte dal sindaco; per il resto l'antimafia bagherese è fatta di qualche comunicato stiracchiato  in cui si ripetono le stesse giaculatorie, dalla partecipazione a qualche triste anniversario, da isolati gazebo antipizzo e antiusura, (l'ultimo un anno fa della Confcommercio a Bagheria), di qualche cerimonia commemorativa, di qualche gesto simbolico che sostanzialmente lascia il tempo che trova.

O forse la legalità si persegue solo quando ci sono i famosi  'progetti' ben foraggiati, e non quando c'è una vera  e propria emergenza democratica ?

Manca  la consapevolezza della gravità del problema, manca la continuità della denuncia e dell'impegno, manca una politica vera di contrasto a questi fenomeni che guardi alle necessità delle imprese, a partire dalla apparente 'banalità' dei sistemi di videosorveglianza che aiutano spesso gli investigatori ad individuare i responsabili di fenomeni estorsivi.

Eppure è sotto gli occhi di tutti che quel poco di tessuto produttivo che è rimasto a Bagheria è palesemente sotto attacco, ma questo sembra interessare poco, la maggioranza, l'opposizione, l'assessore alle attività produttive, le associazioni di categoria, sindacati, associazioni, ecc..

Non un cominicato anche solo di generica solidarietà alle attività colpite in questi due-tre mesi o di sostegno alle forze dell'ordine sono venute dal mondo della politica, del lavoro, dell'imprenditoria organizzata.

Si parla sempre della cosa nostra di un tempo, di quella che probabilmente non c'è più, senza riuscire a cogliere che la mafia è viva, è sempre presente, si trasforma, negli uomini ma non nelle modalità di interferenza con gli accadimenti dell'economia.

Stare accanto anche con un comunicato, una manifestazione, un ordine del giorno, agli imprenditori presi di mira, far sentire loro che non sono soli, che c'è una società civile vigile ed  attenta è il minimo che si possa fare, senza aspettare che restino esposti  da soli e diventino simboli ed ero, per assumerli come modelli e mettere i nostri facili Mi piace su facebook.

Se la mafia alza il tiro, se soffoca, come sta avvenendo, l'economia del territorio, se mette in ginocchio le attività commerciali che già soffrono di una crisi durissima, anche la risposta deve alzare il tiro; purtroppo abbiamo la sensazione che questa classe politica, che pure, è giusto dirlo, con cosa nostra per il 99% non ha niente a che spartire, gira gli occhi dall'altra parte e non percepisca la gravità di quanto sta avvenendo da qualche tempo a questa parte.

Non ci meravigliamo poi se i commercianti e gli imprenditori dichiarano sistematicamente di non aver subito alcuna intimidazione; di fronte a questo aridità e appiattimento della coscienza civica, nessuno si può sentire dentro  la vocazione dell'eroe.

Per questo, far sentire la solidarietà militante a tanti imprenditori che vengono taglieggiati dal pizzo e dall'usura può essere importante per evitare la loro solitudine di fronte a questi messaggi dei violenti e dei prepotenti.