E' mancata la lucidità di separare il giudizio su Lo Meo da quello sul risanamento - di D. Vella

E' mancata la lucidità di separare il giudizio su Lo Meo da quello sul risanamento - di D. Vella

Politica
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Caro direttore, scrivo queste riflessioni in una giornata di certo non felice per la nostra Città.

Venerdì sera il Consiglio Comunale ha bocciato il progetto di piano di risanamento pluriennale con il quale il nostro Comune avrebbe potuto tentare un ripianamento della sua situazione finanziaria. Adesso la strada più probabile è quella della dichiarazione di dissesto.

Come premessa ad ogni discorso voglio sottolineare che dietro a questa bocciatura c’è certamente un fallimento dell’Amministrazione Lo Meo che in questi mesi non è riuscita a dialogare con il Consiglio Comunale, a coinvolgere gruppi e partiti, a farsi comprendere dalla Città e dai cittadini.

Un giudizio politico negativo ( salvo qualche eccezione ), allo scoccare dei due anni di amministrazione, che dovrebbe portare ad una riflessione profonda e a trarre le dovute conseguenze da questa riflessione.

Questa amministrazione ha avuto, tento sempre di essere onesto intellettualmente, l’arduo compito di governare in un periodo difficilissimo, gravata da problemi amministrativi spesso ereditati.

Ma è altrettanto vero che molti problemi non è riuscita a risolverli, se non in qualche raro caso che le riconosco, e anzi in alcuni casi li ha aggravati non solo per colpa del Sindaco.

Ci sarà tempo per tornare a parlare di questo anche perché è sempre troppo facile criticare ed invece molto difficile fare proposte, bisogna riconoscerlo. Come sarà giusto, a suo tempo, riconoscere il lavoro positivo che si è prodotto, laddove presente. E in verità l’analisi andrebbe allargata al funzionamento dell’intera macchina amministrativa del nostro ente. Anche questo è un dato che non può essere negato.

Torno al Consiglio Comunale di venerdì sera.
Il voto sulla proposta di piano di risanamento ha messo tutti noi amministratori di fronte ad una scelta molto difficile. Votare per il risanamento o contro, condannando - di fatto - il Comune al dissesto.

Si trattava di un piano presentato in forte ritardo e non partecipato alla città e rispetto a questo la giunta Lo Meo ha gravi responsabilità. Responsabilità per come la delibera è giunta in aula e perché di certo – pur riconoscendo tutti gli sforzi dell’assessore al bilancio – l’Amministrazione non si è saputa avvalere di una squadra in grado di redigere un piano senza criticità .

La riflessione che voglio fare è tuttavia di carattere politico.
Il percorso mio e del Partito Democratico negli ultimi due anni , prima e dopo l’ingresso in giunta, si è caratterizzato per un richiamo forte e chiaro al riordino dei conti pubblici e al perseguimento della strada del risanamento finanziario.

In più comunicati, voti in aula, posizioni pubbliche abbiamo elencato le conseguenze negative che un dissesto finanziario avrebbe prodotto per la città.

altConseguenze negative in termini di aliquote e tariffe aumentate al massimo con una delibera irrevocabile per parecchi anni e dallo stesso consiglio che ieri le ha bocciate, revisione della dotazione organica del nostro comune, creditori del comune pagati in misura ridottissima (con conseguenze a catena per es. verso i lavoratori delle ditte o cooperative che hanno rapporti con il comune stesso ), rischio di vendita per i gioielli di famiglia ( le nostre ville e i beni non strettamente connessi all’uso istituzionale, la cui acquisizione è stata frutto di anni di battaglie del centrosinistra ), gestione commissariale per il pregresso, ma mantenimento in carica degli organi istituzionali, sindaco, giunta e Consiglio Comunale.

Il dissesto, soprattutto, non permetterà l’immissione di liquidità (circa 12 milioni di euro ) nelle casse del Comune, cosa che con un piano di risanamento sarebbe avvenuta grazie al ricorso ad un prestito dal fondo di rotazione messo a disposizione dallo Stato.

Abbiamo per mesi spiegato quanto fosse necessario parlare il linguaggio della verità nei confronti dei cittadini. Assumersi la responsabilità di scelte difficili e non nascondersi dietro decisioni che forse saranno prese da altri ed in maniera ancora più dolorosa.

In aula ho tentato, insieme ad altri colleghi , di migliorare la proposta di delibera, presentando un ordine del giorno che impegnava l’amministrazione a risolvere ( prima del pronunciamento della sottocommissione della Corte dei Conti che doveva valutarla) alcune criticità manifeste.  Purtroppo questo ordine del giorno è stato bocciato.

Bisogna sapere che la valutazione a cui i piani di rientro vengono sottoposti permette un riesame sulla loro sostenibilità nel tempo in quanto la Corte può assegnare 30 giorni di tempo ai Comuni per fornire integrazioni a sostegno del piano stesso.

Sapere questo è fondamentale per capire che il tentativo, a mio parere, andava comunque fatto poiché vi era una ulteriore possibilità da perseguire.

Ritengo doveroso questo approfondimento di carattere più tecnico perché vorrei far capire l’importanza che avrebbe avuto il dare ancora una chance alla nostra Città.

Non avere preso questa scelta difficile o impopolare, consapevoli che dopo sarà presa sotto la spinta dei commissari e della Corte dei Conti (e sarà più dolorosa ancora ) penso equivalga al non dire tutta la verità ai cittadini.

Leggo in queste ore commenti, anche di politici stimati o amici come l’assessore provinciale Bartolo Di Salvo, i quali affermano che il risanamento non deve mettere le mani nelle tasche della gente.

Condivido questo pensiero e condivido anche un giudizio molto critico nel merito del piano, ma dovere di noi consiglieri e delle forze politiche era giocarsi tutto pur di tentare questa soluzione.

Perché solo un risanamento gestito in maniera oculata poteva (spero ancora potrà attendendo cosa dice la Corte dei Conti, ma ci credo poco) evitare di fare pagare tutto ai cittadini. La Città meritava questa possibilità e gli è stata negata.

La votazione di ieri doveva mettere da parte per qualche ora il giudizio verso questa amministrazione (per me negativo ) e guardare solo agli interessi di Bagheria.
Adesso verrà il dissesto, diretta conseguenza anche ( ma non solo) della scelta di ieri e le mani nelle tasche dei cittadini saranno messe. Purtroppo !

C’erano di certo soluzioni alternative da perseguire, molte di quelle che sostiene Di Salvo le sostengo anche io da tempo, penso alla lotta all’evasione, all’alienazione di alcuni beni, ad un piano sulla differenziata ecc… Si tratta di possibilità contenute nel piano di risanamento, anche se magari non dettagliatamente. Si doveva tentare di integrarle e perfezionale (così come da noi tentato in aula) o se non contenute si poteva cercare di inserirle in corso d’opera.

Su questo tema così delicato e vitale basare il proprio voto solamente su un giudizio negativo sulla giunta Lo Meo, dimenticando tutto il resto, mi sembra sia stato fin troppo facile ed è stato frutto di una analisi non certo organica. Passo ad una ulteriore riflessione di carattere politico.

Gran parte dei Partiti e delle liste che oggi siedono in questo Consiglio nell’arco di questi anni hanno governato la nostra Città.
Voglio dire in premessa che spero vivamente che le responsabilità di chi ha causato questa situazione finanziaria emergano prestissimo.

Sono, a mio modo di vedere, colpe storiche della politica praticata a Bagheria, errori che inglobano un periodo di tempo che non è quantificabile in meno di 20 anni fino a giungere ai giorni d’ oggi.

Accanto a decisioni scellerate da un punto di vista amministrativo vi sono decisioni prese in anni di certo più prosperi da un punto di vista finanziario nei quali alcune scelte furono fatte anche sulla base di presupposti oggi decaduti ( non parlo certo di Coinres).

Ovviamente le responsabilità individuate saranno personali. Ma voglio sottolineare una cosa ( e lo dico pur avendo ricoperto nella scorsa consiliatura un ruolo istituzionale e di garanzia ) voglio sottolineare come proprio oggi alcune forze politiche che di certo una responsabilità di governo hanno ricoperto credevo e speravo dimostrassero il coraggio di assumersi anche la responsabilità di governare questa difficile situazione.

Governare con il proprio contributo dialettico, politico e amministrativo non parlo certo di ingresso in giunta.  Contributo nell’interesse esclusivo della Città che si può dare anche ricoprendo ruoli di opposizione. Purtroppo questo non è avvenuto.

Il mio pensiero ed il mio modo di vedere le cose ed intendere la politica come servizio e non solo come opportunità mi portava a conclusioni diverse. Ma è solo una mia opinione.

Detto questo caro direttore, sono consapevole che ogni consigliere e ogni forza politica avrà assunto le sue posizioni in perfetta buona fede e ritenendo di aver preso la decisione migliore per la Città.

Saranno i cittadini che, a tempo debito, avranno il diritto di giudicare queste scelte. Sentivo l’esigenza di manifestare il mio punto di vista politico e soprattutto di amministrazione. Politica per me deve significare strumento per migliorare le cose e amministrare significa affrontare i problemi concreti e vivi della gente.
 

Daniele Vella.