Politica

“La comunicazione deve essere utile per i destinatari e non per chi la promuove” (Sergio Mattarella).

Qualche giorno fa si è tenuto il terzo appuntamento pubblico voluto dall’amministrazione per incontrare la cittadinanza e a breve si terrà il quarto.

Per quanti, e tra questi noi di Impronta Unica, hanno seguito, e per i più che non lo hanno fatto l’iniziativa si è rivelata assolutamente fallimentare e mestamente autoreferenziale.

L’ultimo incontro è parso come l’occasione per dare voce ad una sorta di pubblico sfogatoio dove qualche decina di partecipanti, e tra questi molti simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, hanno assistito ad uno spettacolo dove a tratti è prevalso il cattivo gusto di coloro che non avevano ben compreso quale fosse l’argomento da trattare.

Teoricamente questo tentativo dell’amministrazione di offrire alla cittadinanza un luogo di informazione e confronto è certamente positivo, tuttavia, oggi che l’informazione governa i processi decisionali un metodo vecchio di informare non può certo colpire nel segno, riteniamo, infatti, che i processi decisionali continuino a sfuggire alla percezione dei più dal momento che le scelte che contano restano sempre confinate nelle stanze dei bottoni.

Allora il polverone che viene sollevato in questo siparietto della politica rappresenta solo un effetto dello spot, una tentativo di ridare luce ad un consenso che comincia a non essere più percepito come legittimante l’azione politica intrapresa.

Rappresenta certamente una momento di grande insicurezza della politica.

A confermare questa insicurezza c’è il fatto che venga lasciata alla cittadinanza la scelta dell’argomento da trattare come a voler dire: l’hanno voluto loro, noi siamo disponibili al dialogo e ad affrontare qualsiasi argomento il popolo sovrano voglia discutere con noi.

Fuori dalla logica dello spot un simile tentativo appare inutile.

In un rapporto dialettico tra cittadini e amministrazione può avere senso parlare di distinzione dei ruoli qualora si individui con chiarezza il limite di demarcazione tra le parti. Limite che è anche fisico: io sto da una parte e tu dall’altra.

altEntro questi termini ha senso parlare di monitoraggio civico.

Lo spettacolo cui abbiamo assistito, soprattutto nel corso dell’ultimo incontro, ci ha indotti a non intervenire in quella sede ritenendola assolutamente inadeguata ad affrontare problematiche di tale complessità illustrate ai presenti come fossero alunni di una scolaresca, così abbiamo preferito affidare ad altri mezzi la comunicazione di alcune nostre considerazioni sugli argomenti e siamo intervenuti con forte senso critico, ma senza pregiudizi evitando di infierire nei confronti di un’Amministrazione che riesce a mettersi in difficoltà da sola.

Va chiarito che i contributi che abbiamo offerto come gruppo politico non si inseriscono nella dialettica istituzionale poiché non rappresentano né danno voce ad alcuna delle compagini politiche che governano o si oppongono a chi governa la nostra Città.

Non abbiamo alcuna rappresentanza in Consiglio Comunale, e l’opposizione non è il nostro ruolo.

Come cittadini fondiamo la nostra legittimazione all’azione politica nella pretesa di proporre e rappresentare un’idea di comunità fondata sul rispetto dell’individuo cosicché il nostro indirizzo risulta finalizzato a costruire, anche attraverso la critica, un percorso mirato a rendere maggiormente partecipe la comunità alla gestione della cosa pubblica.

Il confronto senza la conoscenza è uno sterile esercizio di pseudo democrazia.

“Siamo solo bravi a lamentarci” ha scritto nei social network qualcuno vicino all'Amministrazione pentastellata, alludendo chiaramente che siamo noi cittadini a non voler partecipare.

Ma il problema è rappresentato proprio dal modello partecipativo proposto.

A nostro giudizio risulta solo autoreferenziale e inadeguato a determinare quella crescita in termini di consapevolezza della comunità e così affrancarla dal timore reverenziale che ogni forma di potere reca con sé.

Volere coinvolgere la cittadinanza in siffatto esperimento di pseudo confronto significa affermare un modello di partecipazione basato sul falso presupposto che la possibilità di partecipare è essa stessa un fine e non un mezzo.

Ma, nell'affermare l’inefficacia del modello vogliamo spiegarne le ragioni, dando anche un paio di input su come, secondo noi, è possibile innescare una maggiore partecipazione, che non significa comunque “decidere insieme”.

Partiamo da questo ultimo aspetto: discutere a tema sulla cosa pubblica è una gran bella iniziativa ma molto dispendiosa, dispersiva, ridondante e secondo noi, dà anche all'Amministrazione di turno, la parvenza, solo quella, di essere trasparente e l'alibi di affermare “abbiamo condiviso”.

Il cittadino ha una sola richiesta da fare a chi lo amministra: conoscere attraverso quali azioni, quali scelte operative porterà a compimento tutto ciò che è stato promesso allorquando è stato chiesto il consenso.

Una comunità esprime e dà il consenso perché si affida alla bontà della proposta alla novità del modello. Gli atti dell’amministrazione sono quindi il mezzo per raggiungere questi obiettivi.

La conoscenza da parte dei cittadini è un dovere ineludibile che si realizza attraverso strumenti ormai codificati e via via sempre più trasparenti, ma attenzione, guai a spostare l’attenzione dal fine focalizzandola sul mezzo.

Il fine è l’obiettivo da realizzare. L’adempimento formale non può sostituirsi all’obiettivo o essere un suo surrogato.

Spesso annunciare questo o quel provvedimento facendolo precedere da una bella campagna pubblicitaria in grado di suscitare attesa e curiosità, costituisce il modo per offuscarne la percezione e la comprensione spostando l’attenzione dalla sostanza alla forma. Tale modus operandi induce la elaborazione di un “giudizio preventivo orientato” che trova concreta esistenza e ragion d’essere nella supposta partecipazione attiva.

Dal nostro punto di vista ai fini della conoscenza non può prescindersi dall’attivazione di una vera e propria “open data” che renda comuni a tutti i risultati dell’azione amministrativa.

altAvere conoscenza delle Delibere, delle Determine, del risparmio ottenuto, delle pratiche elaborate, della quantità di differenziata realizzata, del contributo CONAI ricevuto, ecc. ecc., rappresenta la possibilità per il cittadino, per il professionista, per lo studioso, per l’imprenditore di potere utilizzare quel compendio di informazioni aggiuntive necessarie alla elaborazione di proposte il cui valore aggiunto si riverserà inevitabilmente sul territorio.

La conoscenza che si realizza attraverso l’uso di questi moderni strumenti sarà tanto più consapevole quanto maggiore saranno i dati offerti, pertanto, sarà consequenziale e quasi naturale per il cittadino iniziare a partecipare attivamente perché messo nelle condizioni di conoscere consapevolmente.

Ciò naturalmente è cosa ben diversa dall’acquisire meri elementi quantitativi slegati e di difficile lettura la cui somministrazione assolve solo esigenze di “trasparenza” senza alcuna riferibilità agli obiettivi che hanno formato oggetto della proposta politica ricevendo condivisione e consenso.

I dati quantitativi, per avere valore significativo, debbono osservarsi attraverso una lente che metta a fuoco gli obiettivi offrendo una chiave di lettura quanto più possibile chiara.

A titolo esemplificativo si potrebbe debuttare, ad esempio, clonando la struttura della piattaforma openbilanci.it sul sito web istituzionale, sarebbe già una buona partenza.

Il cittadino vuole sapere quanto si spende in manutenzione delle scuole e dove, in manutenzione delle strade e dove, in cura del verde e dove.

Vuole sapere quanto si è incassato dalla TARI e quanto si prevede di incassare.

La conoscenza è il primo passo della partecipazione.

Il cittadino ha già partecipato alla realizzazione di un nuovo presente, ha votato, espresso il suo intento, ha delegato persone a rappresentarlo in seno agli organi istituzionali.

Ed è proprio attraverso il rapporto dialettico all’interno degli organi istituzionali che si rendono operative le scelte dell'Amministrazione e si manifesta il ruolo delle opposizioni.

Il processo decisionale si forma in quella sede.

Come proposta operativa, certamente più funzionale all’obiettivo di favorire la conoscenza, si potrebbe mettere a punto uno strumento (digitale) consentendo in tal modo a ciascun cittadino di potere esprimere un parere su un tema specifico dettagliatamente descritto, con obiettivi, tempistica, costi, ecc. Non un referendum e neanche un sondaggio. Un tema da trattare compiutamente indicando analisi costi/benefici, obiettivi prefissati, risorse umane e finanziarie.

Come è ovvio la conoscenza della proposta non può essere rappresentata solo dall’enunciazione di un titolo.

Uno strumento del genere non avrebbe un costo eccessivo, anzi possiamo dire vicino allo zero, e sarebbe molto efficace in termini di conoscenza.

Uno strumento web con accesso univoco è una cosa che si realizza in 10 minuti 10, basta solo la volontà.

In conclusione noi di Impronta Unica affermiamo con fermezza e senza tema di smentita che l'innesco della partecipazione attiva di una comunità alla gestione della cosa pubblica non può prescindere dall'avvio e dalla messa a punto di un sistema di conoscenza e monitoraggio, "monitoraggio civico" appunto, che con gli strumenti digitali è oggi possibile realizzare e senza che i costi costituiscano un ostacolo.

altOvviamente i cittadini non possono monitorare “il dire” dell'Amministrazione, ma debbono assolutamente monitorare "il fare".

Pertanto, noi diciamo sì a un nuovo modello di governance che però parta da un principio: l'Amministrazione deve realizzare punto per punto il suo programma elettorale, mettendo a disposizione e quindi condividendo e facendo conoscere tutta quella mole di dati che risultino funzionali a tale obiettivo.

Lo deve fare in via preventiva e poi in via definitiva.

Compito di una comunità è quello di conoscere queste azioni, i dati messi a disposizione, condividerli con il nonno (mai digitalizzato) se necessario, chiedendogli “ma tu cosa faresti?”

Tutto il resto, in buona fede, è energia sprecata. In mala fede, invece, diventa una presa in giro.

Francesco Riela
Gruppo politico Impronta Unica

Il neretto è della Redazione
 

A nove mesi dall’insediamento in consiglio comunale il gruppo di Forza Italia, composto da Carmelo Gargano e da Maurizio Lo Galbo, traccia un bilancio di quanto fatto in questi primi mesi di consiliatura.

“Inizialmente- sottolineano i due consiglieri- abbiamo scelto di collaborare con l’amministrazione esclusivamente nell’interesse e per il bene della città. Per questo motivo abbiamo accettato la vicepresidenza del consiglio, carica che non comporta nessuna indennità aggiuntiva, offertaci dall’amministrazione e dal Movimento 5 Stelle. Con il passare del tempo però, ci siamo resi conto che interloquire con questa amministrazione è impossibile, poiché tutte le nostre proposte o ordini del giorno non solo vengono costantemente respinte e mai prese in considerazione, ma per tali proposte veniamo tacciati di demagogia.”

“L’operato di chi attualmente governa la città -continuano Gargano e Lo Galbo- è sotto gli occhi di tutti. Nonostante le nostre proposte sono rimaste inascoltate, abbiamo ugualmente lavorato per il bene della città, facendo un’opposizione costruttiva a questa amministrazione con i mezzi a disposizione dei consiglieri di opposizione. Ma anche in questo caso abbiamo amaramente constatato che di tutte le numerose interrogazioni da noi presentate, non c’è mai stata data risposta, nonostante i termini di legge impongono una risposta dopo trenta giorni. “

“Nonostante un’amministrazione sorda e chiusa in se stessa- concludono i due esponenti di Forza Italia- ci siamo sempre battuti per tutelare i cittadini. Abbiamo proposto, invano, di decurtare il 100% delle indennità di consiglieri e assessori per il fondo in favore dell’assistenza igienico-personale per i disabili, che ad oggi non hanno i servizi che gli spettano. Ci siamo inoltre battuti al fianco dei contrattisti ingiustamente licenziati dall’amministrazione, dei dipendenti e delle famiglie degli asili nido che l’amministrazione ha deciso di chiudere, dei dipendenti Asu e categoria A, dei dipendenti e dei cittadini per quanto concerne la vicenda Amap. Abbiamo inoltre organizzato la raccolta alimentare e la raccolta di materiale didattico per le famiglie disagiate del territorio. Una nostra vittoria infine è stata l’approvazione dell’ordine del giorno di una nostra proposta sulle misure cautelative per contrastare il fenomeno mafioso.”

Nei mesi scorsi il Gruppo Consiliare di Forza Italia ha inoltre proposto una consultazione popolare online sui temi più importanti che riguardano la città. Questa iniziativa nasce per coinvolgere maggiormente i cittadini nelle scelte e decisioni più importanti che riguardano la città. Hanno partecipato a questa consultazione oltre 2000 persone. Ecco l’esito del questionario:

Apertura dello Sportello del Cittadino l’84% ha votato favorevolmente.
Corso Umberto I il 71% ha votato per la chiusura.
COINRES il 92% ha votato per l’uscita del comune.
Consorzio Metropoli Est il 99% ha votato per l’uscita del comune.
Gestione dei Servizi Rifiuti il 98% ha votato per un affidamento a un bando esterno.
Gestione Idrica (APS) il 76% ha votato per affidare il servizio all’Amap
Di seguito verranno elencate tutte le iniziative del gruppo in consiglio:
Interrogazioni:
-Manutenzione e stato delle strade e dei marciapiedi; -PRG; -Dipendenti categoria A; -Dipendenti ASU; -Perdita fondi GAC ;-Denuncia di discariche a cielo aperto all’interno della città; – Utilizzo struttura “Opera Pia”; Illegittimità del Bando per la ricerca di un Avvocato esterno.
Mozioni e ordini del giorno:
-Sportello del cittadino; -Rete wifi gratuita; -Riduzione 100% delle indennità di consiglieri e assessori per il fondo in favore dell’assistenza igienico-personale per i disabili; -SP16: La salute un bene prezioso da salvaguardare; -Misure cautelative per contrastare il fenomeno mafioso; -Riprese televisive per maggiore trasparenza dei lavori consiliari.
Richieste di Consigli comunali:
-Assistenza igienico personale bambini in età scolastica; -Chiusura Museo Guttuso; -Vicenda Contrattisti

 

Sono saliti sui cornicioni dei tetti dei padiglioni della Clinica Santa Teresa che ospitano i pazienti, i lavoratori dell'Ati Group che ancora non  riescono a trovare alcuna soddisfacente interlocuzione nè con l'amministratore delle aziende dr. Andrea Dara nè con i rappresentanti dell'Agenzia beni confiscati.

Sono sfumate non solo le promesse, ma anche gli impegni messi nero su bianco durante la trattativa che si è svolta la scorsa estate: nessuno dei cantieri promessi è stato avviato e questa paralisi si giustifica con le solite pastoie burocratiche.

Erano tante le commesse e i lavori che avrebbero dovuto essere avviati: per gli oltre 80 tra operai, tecnici e amministrativi della ATI Group, capofila che comprende anche la Edimar ed Edil tecnica, erano state prospettate una serie di commesse e di lavori da realizzare per conto anche dell'Agenzia dei beni confiscati.

Si era parlato della messa in sicurezza di un albergo confiscato nella zona di Trapani, di un un subappalto per i lavori della Bolognetta-Lercara, di un lavoro per una galleria nell'area di Segesta, e soprattutto del nuovo padiglione della Clinica Santa Teresa che dovrebbe ospitare il polo pediatrico oncologico.

Ancora non si vede nulla,  e monta la rabbia dei lavoratori che da tre mesi peraltro non ricevono la cassa integrazione.

Mentre scriviamo il dirigente del Commissariato di P.S. Francesco Fucarini assieme ad alcuni collaboratori sta cercando di mediare per convicere i manifestanti ad abbandonare queste forme estreme di protesta e nel contempo per tentare di mettere attorno ad un tavolo le parti

 

Una riunione fiume di quasi 24 ore tra il 17 e 18 marzo e la crisi idrica è stata scongiurata, così spiega il sindaco di Ficarazzi, avv. Paolo Francesco Martorana, soddisfatto del si di AMAP SPA. In un documento ufficiale, la società per azioni fa sapere alla Regione Sicilia e all'assessorato per l'energia che accoglierà le reti idriche dei 42 comuni, facenti parte dell'ATO1- Palermo.

Il documento, supervisionato dallo stesso sindaco Martorana, fissa in modo perentorio i termini e le modalità di affidamento delle reti idriche comunali ad AMAP SPA.
Pertanto, l'ATO1 - Palermo dovrà provvedere immediatamente alla consegna delle reti idriche nonché dei depuratori e degli impianti alla società gestore, facendone constatare, in contraddittorio con AMAP, lo stato di funzionamento degli stessi.
Di contro, così come sottolineato dalla società stessa, AMAP curerà la rendicontazione delle somme ricevute senza ulteriori recuperi sulle tariffe, in quanto gestore in forma temporanea ed emergenziale.
Così come ammesso dallo stesso sindaco di Ficarazzi, presente in tutte le fasi dell'incontro, l'accordo si è tradotto in una sorta di prova sotto sforzo in cui i 42 comuni hanno giocato un ruolo cerniera tra l'assessorato regionale ed AMAP stessa.
Inoltre, il documento pare propositivo circa la programmazione di un piano di uscita dall'emergenza, attraverso l'ingresso dei comuni consenzienti nel capitale sociale della stessa azienda, a norma con quanto previsto dal decreto sblocca Italia.
Per il sindaco Martorana il sì di AMAP SPA potrebbe tracciare le basi di un servizio idrico efficiente.


Maria Luisa Domino, Ufficio Stampa del comune di Ficarazzi
 

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