Si inasprisce la protesta dei dipendenti dell'ATI Group

Si inasprisce la protesta dei dipendenti dell'ATI Group

Politica
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Sono saliti sui cornicioni dei tetti dei padiglioni della Clinica Santa Teresa che ospitano i pazienti, i lavoratori dell'Ati Group che ancora non  riescono a trovare alcuna soddisfacente interlocuzione nè con l'amministratore delle aziende dr. Andrea Dara nè con i rappresentanti dell'Agenzia beni confiscati.

Sono sfumate non solo le promesse, ma anche gli impegni messi nero su bianco durante la trattativa che si è svolta la scorsa estate: nessuno dei cantieri promessi è stato avviato e questa paralisi si giustifica con le solite pastoie burocratiche.

Erano tante le commesse e i lavori che avrebbero dovuto essere avviati: per gli oltre 80 tra operai, tecnici e amministrativi della ATI Group, capofila che comprende anche la Edimar ed Edil tecnica, erano state prospettate una serie di commesse e di lavori da realizzare per conto anche dell'Agenzia dei beni confiscati.

Si era parlato della messa in sicurezza di un albergo confiscato nella zona di Trapani, di un un subappalto per i lavori della Bolognetta-Lercara, di un lavoro per una galleria nell'area di Segesta, e soprattutto del nuovo padiglione della Clinica Santa Teresa che dovrebbe ospitare il polo pediatrico oncologico.

Ancora non si vede nulla,  e monta la rabbia dei lavoratori che da tre mesi peraltro non ricevono la cassa integrazione.

Mentre scriviamo il dirigente del Commissariato di P.S. Francesco Fucarini assieme ad alcuni collaboratori sta cercando di mediare per convicere i manifestanti ad abbandonare queste forme estreme di protesta e nel contempo per tentare di mettere attorno ad un tavolo le parti