Politica

E' uno dei grandi sogni incompiuti di Bagheria: allorchè fu pensata a metà degli anni '70, l'allora area per le attività artigianalie industriali, avrebbe dovuto rappresentare una concreta risposta alla crisi già conclamata del settore agrumicolo ed una opportunità per le centinaia di imprese di bravi e intraprendenti artigiani bagheresi di avere aree dove crescere e svilupparsi per potere affrontare le sfide dei mercati. 

Nel P.R.G. del 1975 era prevista un'area P.I.P. per gli insediamenti produttivi: abbiamo raccontato in altre occasioni gli eventi degli anni '80, allorchè alla vigilia degli espropri delle aree, ed in presenza di un finanziamento di 10 miliardi di lire del tempo, contro l'area artigianale fu scatenata strumentalmente la protesta dei contadini che bloccarono le procedure degli espropri e della realizzazion delle infrastrutture e dei primi dieci capannoni previsti nel finanziamento di allora.

Per quasi trenta anni la materia fu dimenticata, solo il penultimo consiglio, Biagio Sciortino sindaco, tornò ad approvare uno stralcio delle aree P.I.P. e , assessore ai Lavori pubblici Gino Di Stefano, si riuscì a fare partire finalmente i lavori che però ormai da quasi tre anni sono fermi.

Ora il senatore del Movimento 5 stelle, il siciliano Francesco Campanella, in un atto ispettivo presentato assieme ad altri al Senato, tira fuori la questione, nell'intento di capire quali siano gli ostacoli che impediscono il proseguimento dei lavori e la realizzazione definitiva di una infrastruttura strategica per Bagheria.

altRiportiamo il testo integrale dell'interrogazione: 

Seduta del 17.10.2013

PREMESSO che: ai fini della dotazione di uno strumento urbanistico per la realizzazione di impianti per le attività produttive, artigianali e commerciali, l'amministrazione comunale di Bagheria (Palermo) in data 8 aprile 2002 approvava, con deliberazione n. 148/DRU del Dipartimento regionale urbanistica, il piano particolareggiato per gli insediamenti produttivi, quale prescrizione esecutiva allegata al PRG (piano regolatore generale) allora vigente;

con deliberazione di Giunta comunale n. 128 il 30 ottobre 2008 veniva approvato, in linea amministrativa, il progetto esecutivo per "Opere di Urbanizzazione dell'insediamento produttivo, commerciale e fieristico in Contrada Monaco"; lo stesso con determina dirigenziale (n. 268 del 5 agosto 2009) è stato riapprovato per un importo di 4.706.979,11 euro di cui 1.880.580 per espropri e relative spese;

i lavori sono stati finanziati dal patto territoriale con decreto del Ministero delle attività produttive del 26 febbraio 2004, n. PT 002208;

le norme di attuazione che regolano i patti territoriali, quali aiuti di Stato, approvate dalla Commissione europea nella seduta del 12 luglio 2000, sono contenute nel decreto ministeriale 31 luglio 2000, n. 320, recante «Regolamento concernente "Disciplina per l'erogazione delle agevolazioni relative ai contratti d'area e ai patti territoriali"»;

l'art. 12 individua le linee da seguire in caso di revoca dei finanziamenti, per accertati motivi che riguardino i fallimenti, il decorso dei termini per l'ultimazione dell'investimento, il mancato raggiungimento dell'obiettivo occupazionale e, a seconda della gravità, la progressione della sanzione (provvedimento di revoca totale o parziale);

considerato che:

al fine di attuare il progetto, il Comune di Bagheria ha avviato una procedura di esproprio con immissione del possesso, in data 5 marzo 2010, di alcuni fondi agrumetati, serviti dal consorzio idroagricolo di Bagheria, con giovane impianto arboreo e regolare impianto irriguo a canalette e pozzetti di raccolta, siti in Bagheria contrada Cordova;

a seguito di tali espropri il Comune avrebbe destinato solo ad alcuni proprietari la somma di 28,19 euro al metro quadro, senza applicare la legge 24 dicembre 2007, n. 244, che, all'art. 2, commi 89 e 90, stabilisce i nuovi criteri per la determinazione dell'indennità di esproprio. Soltanto per altri proprietari il Comune è giunto ad un accordo per il pagamento in via transattiva (già avvenuto) di 176 euro circa al metro quadro;

gli atti prodromici alla procedura di esproprio attuata dal Comune di Bagheria venivano impugnati dagli stessi proprietari, in primo grado, innanzi al TAR e successivamente con ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana;

il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana in sede giurisdizionale, decidendo sul ricorso in appello n. 1258/2010, ha emesso in data 13 dicembre 2012 la sentenza n. 329/13 depositata il 12 marzo 2013, con la quale ha accolto l'appello dei proprietari nei confronti del Comune di Bagheria, prevedendo il relativo ed immediato rientro in possesso dei beni precedentemente espropriati e nel frattempo urbanizzati;

a seguito della sentenza e del rientro in possesso, i proprietari hanno constatato che le intervenute opere di urbanizzazione avevano stravolto definitivamente l'aspetto originario dei fondi ed hanno di conseguenza sporto denuncia e querela ai danni del Comune di Bagheria e contro tutti coloro che, secondo gli stessi proprietari, avrebbero causato danni patrimoniali e non patrimoniali agli espropriati;

ciò a giudizio degli interroganti si configura come grave danno erariale a carico della pubblica amministrazione che, per avere messo in moto una procedura illegittima sin dall'origine, ha causato un notevole dispendio di denaro pubblico;

considerato che:

a parere degli interroganti, per realizzare il progetto di opere di urbanizzazione, il Comune di Bagheria ha sostenuto notevoli spese causando la scomparsa di ridenti agrumeti, coltivati ed irrigati, e ridotti ad un'area amorfa con opere di viabilità incomplete e senza alcuno sbocco, come vere e proprie "cattedrali nel deserto";

il danno causato alle rigogliose colture esistenti nei fondi agricoli è irreversibile ed aggravato dal causato danno all'ambiente e all'assetto idrogeologico, tanto è vero che l'area è ormai soggetta ad allagamenti a seguito di precipitazioni atmosferiche, poiché sono state distrutte le servitù di acquedotto, le saie e le cisterne che provvedevano alla canalizzazione e allo scolo delle acque piovane; tutto ciò sta di fatto obbligando i proprietari alla vendita dei terreni, vista l'impossibilità di ripristinare lo stato originario dei fondi stessi,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto;

se non ritengano, per quanto di propria competenza, di dover intraprendere le opportune iniziative presso le amministrazioni competenti al fine di accertare la natura delle opere realizzate, la congruità e la rispondenza dell'iter autorizzativo alle norme di legge, l'effettiva sussistenza dei presupposti di revoca delle somme erogate ai sensi e per gli effetti dell'art. 12 del decreto ministeriale n. 320 del 2000 (patti territoriali e contratti d'area), al fine di dissipare ogni dubbio circa la regolarità delle azioni intraprese ed eventuali inadempienze.

Si è da poco concluso l’incontro svoltosi presso l’assessorato regionale alle Autonomie Locali e Funzione Pubblica cui hanno partecipato il sindaco di Bagheria,Vincenzo Lo Meo, l’assessore al Bilancio e Finanze Antonino Sciacchitano, l’assessore alle Risorse Umane, Antonio Scaduto, ricevuti dall’assessore regionale, Patrizia Valenti alla presenza del presidente della II commissione dell’ARS Bilancio e Programmazione, l’onorevole Nino Dina e del dirigente del dipartimento delle Autonomie locali, Giuseppe Morale.

Il sindaco Lo Meo informa che riferirà dettagliatamente i contenuti dell’incontro nella prossima seduta del Consiglio comunale, che si svolgerà lunedì 21 ottobre 2013, alle ore 18.00, presso l’aula consiliare Gargano.

Intanto l’assessore Sciacchitano fa sapere che si è sentito con la dirigenza della Cassa Depositi e Prestiti e ancora che la Regione non dichiarerà dissesto per il Comune di Bagheria, seguirà una via autonoma decisionale inviando due ispettori della Regione che valuteranno la situazione economico-finanziaria dell’Ente.

 

Fonte  Ufficio Stampa del comune di Bagheria

Non era il nostro articolo pubblicato due giorni fa sul rischio immminente di dissesto, e che aveva suscitato sdegnate reazioni da parte di qualche esponente dell'amministrazione,  il classico allarme di Pierino 'al lupo! al lupo!'.

Era una valutazione seria e ragionata su un rischio che diventa sempre più incombente e che sarebbe una iattura gravissima per la nostra intera comunità: ne fa fede il comunicato pubblicato oggi sul sito ufficiale del Comune di Bagheria che riportiaamo integralmente.

COMUNICATO    DEL   COMUNE

Non si è fatta attendere la risposta della Corte dei Conti che ieri stesso ha inviato una comunicazione che informa che la Sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Regione Siciliana nell’adunanza del 16 ottobre ha deliberato di “accertare la sussistenza dei presupposti di cui all’articolo 243 quater, comma 7 del Testo Unico degli Enti Locali e – si legge ancora nella nota - trasmettere la deliberazione all’Assessorato regionale alle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica per la diffida e gli ulteriori adempimenti di cui all’articolo 58, comma 1, della Legge regionale n. 26/93”.

Per completezza di informazione si riportano gli articoli citati:

art. 243 quater comma 7 - “La mancata presentazione del piano entro il termine di cui all'articolo 243-bis, comma 5, il diniego dell'approvazione del piano, l'accertamento da parte della competente Sezione regionale della Corte dei conti di grave e reiterato mancato rispetto degli obiettivi intermedi fissati dal piano, ovvero il mancato raggiungimento del riequilibrio finanziario dell'ente al termine del periodo di durata del piano stesso, comportano l'applicazione dell''articolo 6, comma 2, del decreto legislativo n. 149 del 2011, con l'assegnazione al Consiglio dell'ente, da parte del Prefetto, del termine non superiore a venti giorni per la deliberazione del dissesto.)“

L.R. 26/93 - Art. 58 – comma 1 – “Norme particolari sui controlli straordinari 1. Le disposizioni dell'articolo 109 bis dell'ordinamento ammnistrativo degli enti locali (D.L.P. 6/55), approvato con legge regionale 15 marzo 1963, n. 16 e successive modifiche ed integrazioni, sono estese a situazioni di inadempienze equiparate alla mancata deliberazione del bilancio di previsione e alla dichiarazione di dissesto degli enti locali secondo la disciplina nazionale nel settore”.

In termini più semplici la Corte dei Conti accerta per il comune di Bagheria la situazione di ente in dissesto e rimette la decisione alla Regione Siciliana.

Intanto l’assessore al Bilancio e Finanze del Comune di Bagheria, Antonino Sciacchitano insieme al sindaco Vincenzo Lo Meo hanno richiesto un incontro urgente con l’assessore regionale alle Autonomie Locali e Funzione Pubblica, Patrizia Valenti, per domani alle 10.

L’amministrazione comunale, come fatto finora informerà la cittadinanza sull'esito dell’incontro.

Non posso che unirmi a quanti, in questi giorni, hanno fatto un plauso ed un incoraggiamento alle forze dell’ordine ed alla magistratura per l’operazione che ha coinvolto il dirigente del Comune di Bagheria Ing. Mercadante. 

Nel rispetto del lavoro degli organi inquirenti, che stanno ancora completando le indagini, non voglio esprimere commenti. Va detto, però, senza mezzi termini, che se quanto oggetto di indagini dovesse essere confermato, il Comune di Bagheria dovrà duramente esperire ogni azione disciplinare e giudiziaria a tutela non soltanto dell’immagine e del patrimonio dell’ente, ma anche della dignità e dei valori del popolo bagherese. 

Detto questo, però, la Politica bagherese non può limitarsi a plausi e prese di distanza o ad attendere l’esito delle indagini, ma occorre – seriamente – affrontare, sin da subito, il tema della trasparenza e della legalità all’interno dell’Amministrazione attiva e del Consiglio Comunale. 

Per questa ragione, chiedo al Sindaco ed al Presidente del Consiglio Comunale di Bagheria di impegnarsi, ognuno per le rispettive competenze, nel dare attuazione – effettiva – alle tante proposte e censure pervenute da più parti in questi due anni e mezzo in materia di legalità e trasparenza. 

alt1) Attuazione sistema di controlli interni. L’Amministrazione deve procedere con celerità a dare attuazione al Regolamento del sistema dei controlli interni, recentemente approvato dal Consiglio Comunale, al fine di sottoporre l’attività amministrativa dell’ente ad effettivi controlli di regolarità amministrativa e contabile, di gestione, strategico e finanziario. Tenuto conto che in Sicilia non esiste più alcun organo di controllo sugli atti amministrativi (CORECO) e che la Corte dei Conti riesce ad intervenire solamente molti anni dopo che gli atti amministrativi hanno prodotto effetti, è indispensabile l’adozione di un “effettivo” sistema di controlli interni che possa uniformare l’azione amministrativa ai principi di legalità, trasparenza e buon andamento della p.a.; 

2) Nucleo di Valutazione. Come già evidenziato in una precedente comunicazione in Consiglio Comunale (ovviamente ignorata dall’Amministrazione Lo Meo), gli enti locali devono istituire un Nucleo di Valutazione indipendente dalla Politica. Soltanto se i componenti del Nucleo sono competenti ed indipendenti, si può sperare che la valutazione dei Dirigenti sia improntata ai criteri di legalità, trasparenza e merito e non a quelli dell’appartenenza politica o a chissà quale criterio; 

3) Trasparenza nelle istanze di accesso agli atti. Speculare al principio della legalità vi è quello della trasparenza. Non si può verificare la legittimità di un atto amministrativo se, prima ancora, non si è in condizioni di essere a conoscenza, in tempi utili, dello stesso. In questi due anni sono state numerose le richieste di accesso agli atti formulate da cittadini – ed addirittura da consiglieri comunali – rimaste inevase oppure riscontrate a distanza di numerosi mesi quando i provvedimenti amministrativi richiesti avevano già prodotto ed esaurito i loro effetti. 

4) Trasparenza nelle interrogazioni presentate dai Consiglieri comunali. Come è noto, l’interrogazione è lo strumento che consente al Consigliere Comunale, nella seduta del Consiglio Comunale, di avere informazioni o conoscere gli intendimenti dell’Amministrazione su un provvedimento o su una questione amministrativa o politica. Il Regolamento comunale impone al Sindaco o all’Assessore competente di rispondere entro il termine di 30 giorni o, in caso di questione urgente, entro 15 giorni. Incredibilmente, da mesi e mesi giacciono all’ordine del giorno di ogni Consiglio Comunale decine e decine di interrogazioni – diverse presentate anche nei primi mesi dell’anno 2012 – che non possono essere trattate per mancanza di risposta scritta oppure per assenza dell’Assessore competente. Con la conseguenza che il Consigliere proponente, dopo diversi tentativi di trattazione e solleciti, è costretto ad abbandonare l’interrogazione perché divenuta anacronistica. 

5) Trasparenza nella pubblicazione degli atti nell’albo pretorio on line del Comune. L’albo pretorio on line è lo spazio informatico dedicato all'affissione degli atti destinati, per legge, regolamento o disposizione comunale, alla conoscenza pubblica. Inspiegabilmente, non tutti gli atti vengono pubblicati o comunque non vengono rispettati i medesimi tempi di pubblicazione. 

6) Istituzione dell’Anagrafe Pubblica degli Eletti e Nominati. In data 15 aprile 2013, il Consiglio Comunale ha approvato, all’unanimità dei presenti, un ordine del giorno che ha impegnato l’Amministrazione ad istituire l’Anagrafe Pubblica degli Eletti e Nominati, cioè una banca dati, consultabile dai cittadini attraverso il sito internet del Comune, che riporti le principali informazioni su consiglieri, giunta e consulenti. L’APE costituirebbe un importante strumento non soltanto per conoscere la situazione reddituale e patrimoniale (compresi gettoni di presenza ed indennità) degli attori politici, ma anche per conoscere, in maniera trasparente, l’attività svolta dagli stessi (pubblicazione on line del testo di comunicazioni, interrogazioni, ordini del giorno, mozioni, proposte di deliberazioni, regolamenti, ecc.). Ancora oggi, pur essendo trascorsi oltre 6 mesi, nulla è stato fatto. 

7) Trasmissione televisiva delle sedute di Consiglio Comunale. Come è noto, l’Amministrazione comunale, fin dall’inizio della consiliatura, ha estinto la convenzione stipulata tra il Comune di Bagheria e la Emittente Media One per la videoripresa e la trasmissione televisiva delle sedute del Consiglio Comunale. E’ indiscutibile che il suddetto servizio è stato per tanti anni uno strumento formidabile per favorire la partecipazione dei cittadini all’attività politico-amministrativa dell’Ente e che la sua interruzione ha contribuito – e non poco - ad ampliare le distanze tra la politica e la cittadinanza. L’esigenza di riattivare il servizio è stata avvertita da numerosi Consiglieri Comunali, i quali, stanchi di attendere l’Amministrazione, stanno predisponendo, proprio in questi giorni, un documento da inviare al Presidente del Consiglio affinché la stessa avvii una trattativa con le Emittenti televisive che operano nel territorio al fine di stipulare una convenzione con il Consiglio Comunale. Ormai è chiaro a tutti – o quasi - i consiglieri. L’Amministrazione Lo Meo (ad eccezione di qualche Assessore) non vuole la TV in consiglio ed, infatti, non ha fatto alcuno sforzo – e non ne farà in futuro – per istituire il servizio. Soltanto la volontà dei Consiglieri Comunali potrà regalare ai propri concittadini la trasmissione televisiva delle sedute consiliari. 

In conclusione, sono fermamente convinto che non è più tempo per l’Amministrazione di “parlare soltanto” di trasparenza e legalità. Occorre fare seguire ai fiumi di parole fatti e provvedimenti concreti. In caso contrario, la Politica bagherese che oggi governa i processi sarà – inevitabilmente e giustamente – travolta. 

Il consigliere comunale Piero Aiello  

Altri articoli...