Politica

Abbiamo letto la piccata, ma anche per certi aspetti intimidatoria, replica del sindaco Vincenzo Lo Meo, sottoscritta dall'intera giunta, ad un nostro articolo pubblicato su bagherianews.com  lo scorso 6 marzo dal titolo 'L'assedio al sindaco Vincenzo Lo Meo',  in cui mettendo uno dietro l’altro una serie di fatti e di considerazioni, arrivavamo alla conclusione che il sindaco è sotto assedio.

Ancora ora pensiamo di non avere sbagliato né considerazioni né titolo nè terminologìa usata: i fatti che stanno accadendo vanno nella direzione che abbiamo previsto, e non perché siamo noi ad orientarli né perché abbiamo la sfera di cristallo; è solo perché gli eventi politici hanno una loro evoluzione che segue una logica e che un osservatore attento, e purtroppo con qualche anno addosso, si sforza di leggere o di interpretare.

Per andare sull’attualità: signor sindaco, ma Lei si rende conto del significato politico rappresentato dal fatto che ben diciannove consiglieri su trenta, consiglieri di idee, storie politiche e personali diverse, sensibilità lontane se non addirittura opposte, si ritrovino unite per apporre la loro firma in calce ad una mozione di sfiducia, con due altri potenziali firmatari trattenuti per i capelli, (ed in che modo?), all’ultimo minuto, dall’aggiungere la loro firma sulla mozione; sarei stato pure io ad orientarli ?

Anche loro sono parte  di un complotto per screditarla? non è possibile che Lei asserragliato con i suoi prodi assessori dentro il palazzo non abbia più alcun sentore del sentire popolare ?

e ci scusi per il bisticcio di parole

E’ vero abbiamo delle opinioni, ma  guai se non ne avessimo; abbiamo degli orientamenti, e ci sentiremmo persone senza spina dorsale se non le coltivassimo; ci sentiremmo ominicchi, o peggio quaquaracqua, secondo la definizione sciasciana.

Le abbiamo le nostre idee, le sottoponiamo ai lettori e le difendiamo con voce forte e chiara; ma le cose che abbiamo scritto stanno nei fatti accaduti e da noi puntualmente riferiti.

Abbiamo riletto attentamente il nostro articolo e non troviamo le espressioni che Lo Meo ci attribuisce: c’è un condizionale d’obbligo nel primo rigo, e l'indiscrezione da noi riportata di ulteriori avvisi di garanzia.

Ma una domanda è d’obbligo: ma il sindaco Lo Meo legge i giornali? segue la televisione?

Non ha mai notato come in politica, l’arte appunto del possibile, in economia, nello sport e dovunque, gli scenari da venire vengono talvolta prefigurati, intuiti, anticipati e previsti se fondati su osservazioni logiche?

Ogni giorno i giornali pullulano su ipotesi politiche, su maggioranze possibili, su espulsioni previste, su liste di ministri di governi che ancora non sono nati.

Forse pensa che il bravo giornalista sia quello che si alimenta solo attraverso i comunicati ufficiali?

Dobbiamo ritenere che è questo il giornalismo che vorrebbe Lo Meo, e lo testimonia con questa nota dall’inequivocabile tono intimidatorio; ma ci dispiace, noi pensiamo che il giornalismo debba informare, innanzitutto sui fatti, ma che non si possa esimere, anzi non si debba esimere, dal ragionare sui fatti su cui informa.

Il sindaco Vincenzo Lo Meo ed i suoi solerti assessori, (che hanno ritrovato la parola dopo esser rimasti muti e come statue di sale durante la seduta del consiglio comunale sul cimitero), stavolta però nelle loro rimostranze hanno oltrepassato il segno e sono andati molto al di là scrivendo di ‘apposite strategie comunicative volte non ad informare ma a condizionare l’opinione pubblica attraverso un modo di fare giornalismo schierato e identitario o, peggio ancora, volto a ricevere sovvenzioni.’

Proprio così.

altAllora siamo chiari: da quando è nato, l’11 febbraio del 2008, bagherianews.com non ha mai avuto un solo euro di ‘sovvenzioni’ né dal comune di Bagheria, né da altri comuni; anche perché non ha mai chiesto sovvenzioni a nessuno, e su questo concederemo in Tribunale, dove li trascineremo, al sindaco Lo Meo e ai suoi assessori amplissima facoltà di prova.

Gli unici rapporti economici intrattenuti da bagherianews.com con l’amministrazione comunale di Bagheria sono 250 euro per un banner pubblicitario di una Festa di S.Giuseppe nel 2010, liquidati nel 2012 e 750 euro per un banner e dei redazionali informativi per il Distretto socio sanitario D39 crediamo nel 2011.

Punto e basta. Pubblicità date peraltro alle stesse condizioni  a tutti i siti online bagheresi e agli strumenti di informazione cartacea.

Naturalmente valuteremo con un avvocato se nell’ affermazione fatta dal sindaco e dalla giunta, esistano, come noi pensiamo, gli estremi della diffamazione, nel qual caso presenteremo lunedì mattino di buon’ora una formale denuncia alla Magistratura nei confronti del sindaco Vincenzo Lo Meo e dei suoi assessori.
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.Noi di bagherianews.com, e a dire il vero anche gli altri siti online e organi di informazione cartacei, sopravviviamo grazie agli inserzionisti pubblicitari, che sono i nostri veri finanziatori, e che non smettiamo mai di ringraziare perché consentono che voci libere possano esprimersi.

Però avrei avuto modo, ora che ci rifletto, di essere lautamente retribuito magari accettando la proposta che il sindaco Lo Meo da circa due anni mi ha reiteratamente e con insistenza rivolto, vale a dire di entrare a far parte degli assessori della sua giunta: l’ho sempre ringraziato per la stima e la considerazione che tale proposta sottendeva ma l’ho, con garbo, sempre declinata, e non perché nutrissi pregiudizio nei suoi confronti, tutt’altro; ma semplicemente perché con introiti molto, ma molto più modesti di quelli di un assessore, mi piace fare il lavoro che faccio e cioè quello di informare dicendo quello che penso, e di aiutare i nostri lettori a leggere dentro i fatti.

Ed a Lei e allo stipendio da assessore, ho preferito, non si offenda, quei  lettori che da Bagheria a Roma, da Londra a Chicago, e qualcuno anche dalla Cina e dal Giappone, in ottomila mediamente ogni giorno, aprono il sito bagherianews.com. perché apprezzano il nostro modo di informare che a Lei, e ne ha tutto il diritto, non piace.

Io, come tutti sanno, ho votato per Lei nelle elezioni del maggio del 2011, perdendo anche il saluto di qualche amico, ma l’ho fatto con scienza e coscienza, e alle condizioni date lo rifarei, perché fu un voto frutto di una riflessione profonda che anche se mi sono tenuto per me, traspariva malgrado tutto.

E l’ho fatto, veda, nella convinzione che Lei e le persone che le stavano accanto rappresentavano un argine nei confronti del rischio della malapolitica e del malaffare.

Lei ricorderà quanto le dissi, più o meno, all’indomani della sua elezione, allorchè ci ha invitato a collaborare, per la nostra parte e nel nostro ruolo, nello sforzo immane di rimettere in piedi Bagheria: “Signor sindaco io sarei, dopo di Lei ovviamente, la persona più felice per il mio paese, per la mia comunità e per la mia famiglia, se Lei fosse in grado anche solo di cambiare rotta e di avviare a soluzione qualcuno dei problemi più drammatici di Bagheria, e gliene darei il giusto merito”.

Ho onestamente riconosciuto gli sforzi, è vero enormi, che ha intrapreso di risanamento del Coinres, ho condiviso la scelta del risanamento finanziario del comune pur sapendo quanto questa pesava in termini di sacrificio fiscale sui più deboli della nostra comunità, l'avere strenuamente difeso la scelta del corso pedonale ed altre questioni che ora non ricordo, e sono e sarò sempre il primo a riconoscere le cose giuste che, a mio avviso, avrà realizzato.

Però vede signor sindaco, sono rimasto impressionato, in senso negativo s’intende, dal suo intervento in consiglio comunale durante la vicenda del cimitero: trasformare in calcoli da ragioniere un moto di orrore e di indignazione dell’animo dei cittadini, non avere la percezione che era stato infranto quel patto non scritto che lega gente di tutte le fedi politiche e religiose e filosofiche, e cioè il rispetto e il culto dei morti.

Un tema su cui da sempre si sono cimentati storici, filosofi, ministri delle varie fedi religiose, antropologi: sin dai primordi, l’Uomo, senza connotazioni né aggettivi, ha considerato il culto e il rispetto dei morti la vera discriminante con gli esseri non dotati della nostra ragione.

Il non aver inteso che i reati, ad oggi anche solo ipotizzati, di profanazione, di occultamento, di dispregio di cadaveri fossero reati che scuotevano profondamente, al di la del puro fatto tecnico-penale, gli strati più profondi della coscienza, è stato credo l’errore più grave che Lei abbia potuto fare, dimostrando, mi lasci passare il termine, la sua pochezza di fronte ad un evento tragico di fronte al quale un sindaco, un primo cittadino, il primus inter pares, avrebbe dovuto avere ben altra reazione.

Mi sarei atteso nel consiglio comunale convocato ad hoc un discorso di alto profilo, di grande dignità, di vera e non formale assunzione di responsabilità, e non le tremolanti espressioni di chi pensa solo a pararsi il proprio sedere, come se in quel momento fosse la cosa più importante.

altLa cosa più importante era ed è un’altra: l’immagine della nostra comunità, e pur facendo violenza a se stesso Lei avrebbe dovuto fare da parafulmine di una vicenda allucinante: avrebbe dovuto assumere nel suo intervento, una dignità tragica e consapevole, un ruolo che solo l’opportunismo o forse la pavidità le ha impedito di mettere in campo.

Con la sua contabilità da ragioniere e alcune considerazioni un po’ fuori luogo, non si è dimostrato all’altezza delle circostanze, al di là del merito specifico delle questioni su cui sarà la giustizia degli uomini a dire una parola

Lei, e la sua giunta con Lei, ad oggi ancora non avete ‘realizzato’ quanto effettivamente accaduto, quanto questa vicenda del cimitero abbia pesato sulla sensibilità dei nostri concittadini e sull'immagine pubblica di Bagheria.

E poi l’accusa risibile che rivolgerei l’accusa di mafia a tutta intera la nostra comunità, solo perché ho scritto: “Le indagini delle forze dell’ordine sul pianeta mafia di Bagheria e dintorni con gli inevitabili addentellati nel mondo delle imprese, della politica e dell’apparato amministrativo”.

Ma dove vive ? viene da chiedersi.

In un territorio in cui da Misilmeri a Trabia attraverso Villabate, Ficarazzi, Bagheria ( due volte) S.Flavia, Altavilla M., ( la quasi totalità dei comuni è stata sciolta per infiltrazioni mafiose), scrivere dunque sulla pericolosità di cosa nostra in una realtà come quella di Bagheria e del suo territorio in cui negli ultimi dieci anni, dall’operazione Grande mandamento del gennaio del 2005 al maggio del 2013 con l’operazione ‘Argo’ sono state fatte ben sei retate antimafia, di cui due nell’ultimo anno (operazione Baghdad e operazione Argo), ed in cui sono stati arrestati centinaia di mafiosi e disvelata la pervasività di cosa nostra sulle imprese e sul tessuto produttivo, sarebbe una sorta di accusa all’intera nostra comunità ?

Ma come fa a pensare e a scrivere certe cose il sindaco di Bagheria?

Il fatto che io abbia scritto “c’è poi la variabile ‘indipendente’ del più che prevedibile scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose: non ci vuole essere maghi per prevedere che i Carabinieri stiano preparando il dossier da sottoporre al Prefetto per chiedere il cosiddetto accesso agli atti presso il comune di Bagheria, prodromica allo scioglimento”.

Pensa Lei che questa considerazione possa essere visto come un mio suggerimento o una indicazione che gli inquirenti seguirebbero pedissequamente, ‘quasi a suggerire - per usare le sue parole - modalità di indagine e fronti da seguire ma facendo illazioni che ricadono solo ed esclusivamente su questa amministrazione’.

Ma Lei veramente ha così poca stima e considerazione dell’Arma dei carabinieri e dei magistrati inquirenti, che si lascerebbero bellamente condizionare dalle mie esternazioni e dai miei articoli?

O che la Corte dei conti possa (in)seguire le nostre ‘dritte'’?

Ma sta dicendo sul serio?

Deus dementat quos vult perdere! proprio così, e Lei il latino l’ha studiato, anche se il senso è chiaro a tutti e rende superflua la traduzione.

Quanto al suo ‘avvertimento finale’ di inviare il comunicato alle Forze dell’Ordine, non ci fa credere che questa sua improvvida esternazione controfirmata dai suoi esperti e solerti assessori, possa togliere il sonno e distrarre chi ha ben più serie e gravi vicende sulle quali indagare.

In conclusione, signor sindaco, provi a ragionare e stavolta assieme a qualche testa pensante che si ritrova accanto, da assessore o da consigliere, faccia le scelte che, non bagherianews.com, ma la stragrande maggioranza dei bagheresi si attende che Lei faccia.

Riportiamo integralmente il testo della mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Bagheria Vincenzo Lo Meo  venerdì 7 marzo e protocollata alle 13.30 circa: il documento è stato sottoscritto da diciannove consiglieri. Ne sarebbero state sufficienti dodici per la semplice richiesta di iscrizione all'ordine del giono di una seduta specifica del comsiglio comunale, mentre per l'approvazione che la renderebbe operativa, sarà necessario il voto favorevole di vent consiglieri..

 

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 alt

PERCHE' QUESTA MOZIONE DI SFIDUCIA 

Quasi al termine del terzo anno del percorso politico dell’amministrazione LO MEO, e in particolar modo a seguito degli ultimi fatti di cronaca riguardanti la gestione del cimitero comunale, è giunto il momento di presentare una mozione di sfiducia per porre fine a questa esperienza amministrativa e consentire alla città di rinnovare i propri organi Istituzionali con un nuovo percorso democratico. Riteniamo doveroso evidenziare alcune mancanze emerse nella gestione amministrativa di questi anni, in particolare nell’ultimo anno.

E’ sotto gli occhi di ogni cittadino che l’amministrazione Lo Meo:

1. non ha raggiunto gli obiettivi programmatici del suo programma elettorale;

2. ha rallentato, di fatto, il rilancio socio-economico di Bagheria addossando spesso le responsabilità ad altri;

3. ha aumentato il livello di conflittualità con il consiglio comunale e con i cittadini;

4. ha gestito il personale in modo poco chiaro e trasparente. Vedasi rotazione dei Dirigenti e dei funzionari spesso non sufficientemente motivate o accompagnate da percorsi di formazione del nuovo personale che avrebbe dovuto ricoprire tali incarichi;

5. ha avuto poca trasparenza nell'attivazione e rideterminazione della pianta organica;

6. non ha svolto la relazione annuale di verifica dello stato di attuazione del programma elettorale;

10. ha violato alcune procedure amministrative: lo stesso Sindaco si è reso artefice di rilasciare “AUTORIZZAZIONI” e di “TRASMETTERE” atti al Responsabile del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’ASP n. 6 di Bagheria;

11. ha aumentato l’aliquota Tarsu con delibera di giunta, dopo che lo stesso atto è stato bocciato dal Consiglio Comunale. Sempre con deliberazione di giunta ha aumentato l’addizionale Irpef, facendo in modo che il Ministero dell’Economia e delle Finanze impugnasse lo stesso provvedimento;

12. non ha apportato seri miglioramenti nella gestione del servizio di raccolta rifiuti solidi urbani, non riuscendo ad oggi ancora ad attivare un servizio di raccolta differenziata.

13. ha proceduto al taglio di alcuni servizi assistenziali essenziali, nonostante la disponibilità ed il supporto manifestato da tutti i partiti politici nel ricercare soluzioni per mantenerli.

14. non è riuscita ad avviare seriamente misure di risanamento autonomo dell’ente, pur individuate con alcune delibere di giunta municipale.

15. non ha esercitato alcuna significativa iniziativa per il mantenimento dei servizi a Bagheria (vedasi vicenda Tribunale su tutte),nonostante la disponibilità manifestata trasversalmente da tutti i partiti politici presenti sul territorio.

16. non ha avviato, salvo sporadici risultati, una seria attività di programmazione e progettazione volta ad intercettare le risorse sovracomunali. Ha vissuto sull’eredità dell’amministrazione passata anzi riuscendo a perdere anche alcuni finanziamenti.

LA DRAMMATICA VICENDA DEL CIMITERO

altAdesso, non per ultimo, Caro Sindaco, ci permetta un’altra e più amara riflessione.

E' occorso un intero consiglio comunale, dove tanti consiglieri anche di opposizione, pur non avendo alcuna responsabilità di governo nello scandalo-cimitero, hanno chiesto scusa ai cittadini per quanto subito a causa della mala politica.

È stato necessario un atto politico di alto valore etico e morale, il chiedere perdono non in nome di se stessi, ma in nome dell'Istituzione.

È servito che i gruppi consiliari chiedessero scusa alla città per le responsabilità dell'Amministrazione Comunale, mentre quest'ultima rimaneva arroccata su posizioni insostenibili, che hanno dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, la lontananza dai cittadini, dalle loro pulsioni e dai loro problemi.

Abbiamo dovuto aspettare che scendesse la notte su quel consiglio comunale e che spuntasse il giorno, perché un comunicato del Sindaco (allegato n.1) contenesse la parola: “Scusa”.

Crediamo che in quest'episodio ci sia tutta l'essenza della sindacatura Lo Meo o meglio l'”assenza”.

Non bastano i “piedi buoni” per fare una squadra competitiva. Serve un capitano, un allenatore, che dia l'esempio e che trascini il gruppo. Serve una guida, che quando la squadra perde, assuma su di sé tutte le responsabilità e chieda scusa ai tifosi. È così che si manifesta la leadership, è così che si crea un gruppo, un team forte, che può vincere contro qualsiasi avversità.

Il sindaco, invece, ci ha abituati a scaricare le responsabilità sugli altri: sulle amministrazioni precedenti, sugli assessori passati, sui partiti, sui consiglieri comunali, sui cittadini, sui sindacati, sulle associazioni.

Tutti a saperne un po' meno di Lui. Tutti responsabili, tranne Lui. Tutti brutti, sporchi e cattivi, tranne Lui, che non ha avuto neppure la dignità di mettersi in aspettativa dal suo lavoro, per essere a disposizione h24 per questa città.

Lo Meo ha incarnato in questi anni il senso dell'irresponsabilità, l'ideale contrario di sindaco, che assumendo su di sé l'onere e l'onore di amministrare una città come Bagheria, dovrebbe esserne il primo responsabile della convivenza civile e sociale della nostra collettività.

Gli è mancata l'umiltà di essere primo cittadino tra i cittadini, di porsi in ascolto, di compatire i più deboli, gli sconfitti, i poveri, i disoccupati che negli ultimi anni sono diventati la maggioranza dei bagheresi.

Gli è mancata la capacità profonda di soffrire con loro, di condividere i loro problemi, di indicare una strada, una direzione, di fare nascere una speranza, di progettare e programmare un futuro.

Con lui Bagheria è morta e con essa anche l'orgoglio di sentirsi parte di questa città, di sentirsi comunità.

LO MEO E’ RIUSCITO A  METTERE  TUTTI   D’ACCORDO: MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE

 

altMa in una cosa il Signor Sindaco è stato bravo. È riuscito a metterci tutti d'accordo. Consiglieri di destra, sinistra, centro, di sopra, di sotto e di lato, che mettono da parte le proprie divisioni ideologiche e politiche, per compiere l'estremo atto: quello della sfiducia.

Perché prima che consiglieri, siamo figli di questa città, e come tali non possiamo fare finta di niente di fronte allo sconcerto, all'orrore che monta. Da figli di questa città, da istituzione dobbiamo avere la forza e la dignità di prendere sulle nostre spalle la piena responsabilità di quanto accaduto e trarne le conseguenze.

I recenti fatti di cronaca che hanno riguardato la gestione del cimitero comunale sono stati talmente truci e disdicevoli, da meritare l'attenzione degli organi di stampa internazionali.

Cinque aree sequestrate, con bare scoperchiate, ossa ancora fumanti, effetti personali sparsi, sono immagini che difficilmente riusciremo a dimenticare.

Una ferita aperta che non potrà rimarginarsi in fretta. Ricorderemo per molto tempo la fila silente di cittadini all'ingresso del cimitero, pronti a verificare se la tomba dei suoi cari fosse stata profanata, se i resti mortali dei parenti giacessero sempre nello stesso sepolcro, oppure avessero fatto chissà quale fine.

Di fronte a tanto dolore, di fronte alla violazione più profonda dell'intimità di ognuno di loro, l'unica risposta che è riuscito a dare Il Sindaco è stata quella di “mettersi al servizio delle Forze dell’Ordine, istituire un nuovo ufficio cimiteriale, attivare un altro ufficio presso i lavori pubblici per tutte le dovute verifiche, controlli, e programmazione, attivare un apposito numero telefonico dedicato”.

Come se qualsiasi amministrazione comunale non sia ogni giorno a servizio delle forze dell'ordine, come se doveva accadere l'inenarrabile per istituire un nuovo ufficio cimiteriale, che sostituisse il precedente, di espressa sua nomina.

Come se Bagheria avesse bisogno di diventare l'unica città al mondo, dove chiami un numero verde e ti dicono dove sono seppelliti i tuoi cari.

Difronte a tanto dolore, difronte alla violazione più profonda dell'intimità di ognuno di loro, l'unica risposta che il Sindaco è riuscito a dare alla cittadinanza è stata qualche fredda considerazione tecnica e qualche ovvietà.
Ha parlato di emergenza-loculi, ha continuato a difendere le sue scelte indifendibili, ad andare avanti nel promulgare atti illegittimi senza mai tornare indietro.

LA CONVENZIONE BURLA CON LA CONGREGAZIONE DEL SS. SACRAMENTO

altCi chiediamo come abbia il coraggio di difendere certi atti amministrativi come la convenzione stipulata con la Confraternita del SS. Sacramento con delibera n.44/13 (allegato n.2), in cui si impegnava ad affittare circa 600 loculi dalla Congregazione, a fronte del pagamento del 95% di quanto incassato dalla vendita dei loculi al cittadino. 

A fronte di ciò, la Confraternita si impegnava a ristrutturare (demolendo e ricostruendo) i loculi. 

Il comune con il restante 5% dell'incassato, cioè da cinquanta a cento euro, si impegnava a estumulare i cadaveri e a garantire la manutenzione ordinaria e la pulizia del loculo per quarant'anni. Basta farsi due conti, per sapere che un'estumulazione a norma di legge, tra cassettine idonee e smaltimento di rifiuti speciali costa non meno di 400 euro e che una manutenzione quarantennale ne costa molto di più.

È facile capire che la convenzione fosse l'ennesima patacca per un Comune già disastrato, utile solo a trasferire soldi pubblici, senza alcuna gara di appalto, all'impresa che doveva essere affidataria dei lavori di ristrutturazione da parte della Confraternita.

Un fatto molto preoccupante se associato a quanto trapelato dagli organi di stampa a seguito dell'operazione “Argo” (allegato n.3), nella quale sembrerebbe che la mafia avesse volto il proprio interesse sulle aree cimiteriali destinate a cappelle, sulla loro edificazione e sui servizi cimiteriali in genere.

Una convenzione inspiegabile poiché sancisce l'affitto dei loculi piuttosto che requisirli, in considerazione del fatto che le concessioni anche perpetue possono essere revocate, ove si verifichi una grave situazione di insufficienza del cimitero rispetto al fabbisogno del comune e non sia possibile provvedere tempestivamente all'ampliamento o alla costruzione di nuovo cimitero.

Una convenzione burla se è vero com'è vero, che in tale atto la Confraternita è detta “comproprietaria di un'area del cimitero”, quando gli atti notarili citati, quello del notaio Francesco Farina del 08/06/1878 (allegato n.4 e n.4 bis) e del notaro G.Battista Castronovo dell’8/01/1910 (allegato n.5), parlano di altre verità, di altri diritti e doveri, di altre confraternite SS.Sepolcro e SS. Anime Sante, sciolte per mafia negli anni '30 del secolo scorso (allegato n.6).

PERCHE’ LA VARIANTE DI AMPLIAMENTO DEL CIMITERO NON E’ STATA PORTATA IN CONSIGLIO ?

Ci chiediamo come il Sindaco abbia il coraggio di fare “spallucce” rispetto all'inerzia relativa al procedimento di ampliamento del cimitero comunale. Inerzia che è simbolo della incapacità programmatica ed amministrativa di questa amministrazione.

Com'è possibile che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra?

Chi è il responsabile politico, se non il Sindaco, di questo stallo istituzionale, di questa assenza di attività che pervade i palazzi comunali.

Tali fatti strettamente amministrativi e politici non possono rimanere avulsi da quello che sta avvenendo in sede giudiziaria.

Un collaboratore di giustizia, secondo quanto appreso dai giornali, starebbe riferendo ai magistrati di attività e interessi della mafia nell'ambito della gestione dei servizi cimiteriali.

La stessa inchiesta sulle presunte pratiche illecite nell'estumulazione dei cadaveri, condotta in prima battuta dalla Procura di Termini Imerese, è stata avocata a se dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

Davanti a questo scenario fosco, che potrebbe avere gravi risvolti per la nostra città, il Sindaco non ha sfiorato l'argomento, nella sua relazione in aula né nel successivo comunicato stampa, se non per dire di sentirsi sereno rispetto ad eventuali indagini della magistratura.


NON UNA SOLA PAROLA CONTRO LA PERVASIVITA’ DELLA MAFIA

altMa è la città che non è serena. È la città che si interroga se stiamo andando verso un nuovo commissariamento per infiltrazioni mafiose. È la città che rimane sgomenta rispetto allo scioglimento di un comune vicino, avvenuto dalla sera alla mattina.

Il Sindaco, che ha già fatto parte di un'Amministrazione sciolta per mafia, dovrebbe conoscere il dramma della sospensione temporanea della democrazia.

Ci saremmo aspettati che il Sindaco ci avesse riferito delle azioni fatte negli ultimi anni per mettere spazio tra l'Istituzione e la mafia, per creare un alto muro divisore, per realizzare un ampio argine invalicabile dalle infiltrazioni mafiose.

Ci saremmo aspettati che almeno in un passaggio del suo discorso avesse affrontato il problema, contribuendo a rischiarare le tante ombre sul tema.

Ma il Sindaco, la parola “mafia” non l'ha neppure pronunciata.

Come se il problema non esistesse, come se il problema non gli appartenesse e soprattutto non appartenesse a questa città.

Proprio la settimana scorsa, dopo tanti anni, un parroco è stato vittima di un atto intimidatorio, qualche mese fa hanno arrestato un dirigente comunale e prima ancora due dipendenti del Coinres.

È la sua “serenità” che non ci fa stare sereni, la sua superficialità nell'affrontare le questioni, la sua mancanza di umiltà nell'accettare il confronto politico e di ascoltare chi la pensa diversamente da lui.

Lo Meo ha affermato che “non si può e non si deve strumentalizzare la questione cimitero solo per screditare Sindaco e Giunta. Non è corretto, non è sano, non è giusto per Bagheria”.

Qui nessuno ha voluto screditare l'istituzione, ma è stato il Sindaco a screditarla quando è stato incapace di assumere su di sé l'intera responsabilità politica ed amministrativa della vicenda da primo cittadino e autorità massima in tema di igiene e incolumità pubblica.

LO MEO LASCIA UN’ALTRA BAGHERIA, PIU’ POVERA, PIU’ DISPERATA E PIU’ BRUTTA


Abbiamo voluto condividere questa mozione con tutte le forze politiche di colore e segno diversi. Dopo tre anni di amministrazione, signor Sindaco, ci lascia “Un'altra Bagheria”, più povera, più disperata, più brutta, con meno orgoglio e speranza, con il morale sotto i tacchi.

Riteniamo quanto mai necessario ipotizzare percorsi di rinnovamento della classe dirigente nel più breve tempo possibile, così come recita il codice etico approvato in consiglio comunale negli anni passati, confidando nei bagheresi che sapranno scegliere i loro rappresentanti istituzionali tra i più capaci ed i più onesti.

Il nostro è un tentativo che si prefigge l'obiettivo di allontanare dalle istituzioni qualunque sospetto di ingerenza, d’imposizione, o cattiva amministrazione, e ciò al fine di restituire a Bagheria l'immagine di onestà e legalità che le è propria.

Sindaco, a gran voce le abbiamo chiesto le dimissioni, come estremo atto di dignità umana e politica, lei ha declinato l'invito. Oggi siamo qui per sfiduciarla. Stavolta è in capo a noi, consiglieri comunali, compiere l'estremo atto di dignità politica. Ce lo chiede la città, ce lo impone il ruolo che rivestiamo.

Oggi il sindaco della città non può più essere Vincenzo Lo Meo “Non è corretto, non è sano, non è giusto per Bagheria”.

I Consiglieri  comunali

Gino Di Stefano, Pietro Di Quarto, Antonino Passarello, Pietro Pagano, Nino Maggiore, Daniele Vella, Emanuele Tornatore, Maria Grazia Lo Cascio, Maurizio Lo Galbo, Francesco Gurrado, Rosario Giammanco, Antonio Prestigiacomo, Angelo Puleo, Angelo Bartolone, Filippo Maggiore, Piero Aiello, Marco Sciortino, Giovanni Amari, Antonino Arena.

 

 

Non avremmo mai pensato che ci saremmo ritrovati, a distanza di neanche tre anni dalle consultazioni elettorale, a scrivere un comunicato del genere.

Ci siamo candidati, in liste differenti, ma nella stessa coalizione e con il medesimo programma, quello di fare un’altra Bagheria. Sapevamo che non sarebbe stato semplice, ma non pensavamo che quella che poteva essere una vera e propria rivoluzione politica e culturale, si sarebbe lentamente trasformata in un molto meno“ambizioso” tirare a campare, un vivere alla giornata, che da giovani consiglieri comunali, non vogliamo e non possiamo accettare.

Arriva un momento in cui la politica deve fare un passo indietro, arriva un momento in cui bisogna ammettere i propri limiti ed i propri errori. Arriva anche il momento in cui bisogna dimostrare amore incondizionato per il proprio paese, anche se questo comporta rinunce e sacrifici.

Bagheria ha bisogno di ri-partire, con forze nuove e con una nuova guida.

Il gruppo ri-partire, composto dai Consiglieri Giovanni Amari e Arena Antonino, intende firmare la mozione di sfiducia, ma se sfiducia deve essere, va fatta immediatamente e senza giri di parole, senza tattiche e calendario in mano, in aula il più presto possibile per dare ai cittadini la possibilità di scegliere la nuova classe dirigente già nelle prossime consultazioni elettorali.

Riteniamo inammissibile l’atteggiamento di coloro i quali, da un lato populisticamente cavalcano l’onda della sfiducia e dall'altro cercano di "ritardare il voto" per preparare liste, candidature e coalizioni.

Riteniamo altrettanto corretto assumersi le responsabilità nei confronti dei cittadini e di non regalare a Bagheria ed ai bagheresi l’ennesima gestione commissariale, se pur breve, se pur ad opera dell’assessorato regionale agli EE.LL

Se amore per il paese deve essere, sia esso amore incondizionato, senza se e senza ma!

Chiediamo ai partiti di mettere da parte strategie e convenienze politico-elettorali ed al Presidente del Consiglio, di convocare immediatamente il Consiglio Comunale con all’O.d.G. la suddetta mozione.

I Consiglieri Comunali
Amari Giovanni
Arena Antonino
 

 

Pubblichiamo l'autodifesa dell'ex sindaco di Altavilla Milicia, Nino Parisi, in risposta alle accuse contenute nelle motivazioni del decreto di scioglimento degli organi elettivi del comune. E' un documento molto lungo, che pubblichiamo integralmente suddividendolo in paragrafi per renderne più comoda la lettura.

 

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PREMESSA

L’impietosa relazione che è stata redatta, a giustificazione del preventivo scioglimento dell’amministrazione, lascia emergere su di me l’idea di persona del tutto spregevole che ha agito in maniera spregiudicata in modo tale da soddisfare i desiderata della consorteria mafiosa locale, ciò in spregio alle risorse economiche dell’ente e al bene del suo paese.

Addirittura, con un’enfasi che denota un certo coinvolgimento emotivo inaspettato, il relatore giunge a conclusioni e interpretazioni del tutto personali, date per certe, nel ricondurre gli eventi che hanno portato alla mozione di sfiducia al sindaco Camarda, presentata nel settembre del 2011, come il frutto di accordi sottobanco, un pactum sceleris che poi, circa un anno dopo, avrebbe portato alla mia elezione a primo cittadino.

altBeh, se l’attività investigativa del relatore avesse tenuto conto del fatto che, in quel momento, fra i componenti del gruppo di minoranza vi erano uno zio e una nipote dei soggetti intercettati, probabilmente questa parte della relazione avrebbe assunto ben altre connotazioni.

Ancor di più se, a maggior ragione, si fosse accertato che il candidato a sindaco dello schieramento di quello stesso gruppo consiliare, che nelle elezioni del 2008 si contrapponeva a quello dove ero candidato io, era il cugino della persona intercettata e oggi reclusa in attesa di giudizio.

Ovviamente, mi dissocio e respingo con sdegno ogni singolo addebito sulla mia persona, potendo dimostrare, con ampia documentazione e prove testimoniali, di potere contraddire e sovvertire quel teorema su ogni punto che mi riguarda. Ritengo di avere agito sempre con rigore, con dignità, nell’esclusivo interesse della collettività e nel pieno rispetto delle leggi e delle istituzioni. La situazione economica, organizzativa e gestionale in cui ho lasciato l’ente, elogiata da tutti, è ancora lì a testimoniarlo.

Spiace rilevare come, pur di dare un tono severo alla relazione, mi si addebitano, pure, attività divinatorie gestionali che sono di diretta competenza degli uffici e che, certamente, esulano dai compiti e dall’influenza del sindaco. Si asserisce, infatti, che io abbia agevolato il conferimento di un incarico al geom. Vincenzo Gennaro, mai realmente nominato nel corso del mio mandato, quando posso dimostrare, con testimoni, che tale intenzione risaliva a prima del mio insediamento e che comunque quella nomina non era stata mai più eseguita.

 

1°   LA   MIA   VERITA'  SU  FORNITURE   E   ACQUISTO  DI BENI  E  SERVIZI

Mi si accusa di avere accreditato una ditta di fornitura di materiale di minuteria come esclusivista dell’ente, quando invece gli atti dimostrano che negli ultimi cinque anni, proprio nella stessa ditta, erano state spese somme ben maggiori delle circa 5000 euro spese nei 20 mesi di durata della mia amministrazione. Non si tiene conto, sebbene io abbia prodotto tutti gli atti agli inquirenti, che, solo poco tempo prima, i veri e reali esclusivisti erano ben altri e anche con parenti all’interno degli organi burocratici e amministrativi dell’ente.

Si asserisce, fra le tante cose, di avere acquistato una macchina asfaltatrice dal costo esorbitante, quando invece si tratta di un mini costipatore dal costo di 1300 euro + iva (somma inclusa nelle 5000 euro spese in 20 mesi) che serviva solo a evitare l’enorme spreco di bitume per riparare le tantissime buche esistenti nelle strade poiché, dopo la posa, veniva battuto solo con i badili motivo per cui in un breve arco tempo andava perso.

Si asserisce di avere favorito, anzi tentato di fare gonfiare una fattura per il pagamento relativo al montaggio di un ponteggio presso l’ufficio tributi (che è un plesso distaccato dalla sede centrale) a favore di un certo omissis, quando fino al momento dell’indagini sapevo solo che detto ponteggio era stato prestato dal vicesindaco (che ha una imprese edile) e poi montato dagli operai.

Per dare un’idea più precisa di quale dispendio di risorse pubbliche si stava facendo, specifico che trattasi di un ponteggio, che fu collocato nel vano scala per ripristinare il tetto dell’ufficio tributi dal quale erano caduti dei calcinacci, dalle modestissime dimensioni di due metri di larghezza per tre metri in altezza, il cui eventuale costo di mercato, prendendo come riferimento anche il generoso prezziario regionale, poteva essere all’incirca di 300 euro.

2°   IGNORATE   LE  INIZIATIVE   DELLA   MIA   AMMINISTRAZIONE   CONTRO   LA  MAFIA   E  LE   ILLEGALITA

altNon viene citato, però, come ad esempio, per la prima volta nella storia del comune, la giunta municipale abbia adottato una deliberazione che impegna l’amministrazione a costituirsi parte civile nei processi di mafia;

-non è stato riportato nemmeno il fatto che abbiamo inaugurato la piena fruibilità di 3 beni confiscati alla mafia che giacevano abbandonati fin dal 1998; non è stato riportato il sostegno concesso, anche con manifestazioni pubbliche, a persone vittime di estorsioni;

-non è stata citata la cittadinanza onoraria concessa al presidente del “Centro Studi Parlamento della Legalità”; le innumerevoli manifestazioni a favore della legalità, nelle quali erano coinvolte le scuole, che vedeva la autorevole presenza di numerosi magistrati e forze dell’ordine;

-non viene rilevata l’importanza della nostra partecipazione alla “Marcia dei trent’anni” anche se nel 1982 l’amministrazione locale del tempo fu assente.

Se è per questo, non viene citato nemmeno il fatto che a seguito dell’illecita autorizzazione e la concessione di suolo pubblico per la realizzazione di una veranda in uso a un bar, della quale si sono occupati gli inquirenti, la mia amministrazione ha revocato tutti gli atti concessori ed emesso l’ordinanza di demolizione seguendo in maniera puntuale, dettagliata e precisa le linee guida del procedimento amministrativo con l’assistenza del segretario comunale.

Si arriva persino a definire come a noi scomodo, un dirigente il quale, stava invece inducendo la giunta in un grave errore nel proporre un atto la cui rettifica, manuale, è stata apportata dal segretario comunale, e invece è stata addebitata anch’essa alla giunta.

Aggiungo in merito alla veranda abusiva che, a suo tempo, persino il comandante della locale stazione dei carabinieri sottoscrisse, congiuntamente con l’ingegnere, una relazione con la quale dichiararono, falsamente, la regolarità di quella struttura.

Anche questo particolare, non di secondaria importanza, non solo non viene riportato nella relazione, ma addirittura nel corso dell’acquisizione degli atti, si omise di prelevarlo, così come alcuni altri atti, motivo per cui fui io stesso a inoltrarlo ai PM e agli stessi investigatori. Eppure non se ne fa cenno.

 NESSUN   CENNO   SUI   PRECEDENTI   AMMINISTRATORI   VICINI   AD  ESPONENTI   MAFIOSI

altE’ appena il caso di ricordare, di come gli stessi amministratori che hanno emesso quei provvedimenti palesemente illeciti, ma non solo quelli, avessero all’interno delle loro liste civiche, e poi negli stessi organi politici dell’ente, parenti diretti di mafiosi della vecchia e della nuova guardia.

Dal 1998 e consecutivamente fino al 2012. Tuttavia non sono stati mai menzionati nell’intera relazione ne, tanto meno, nessuno si occupò mai di loro.

E’ davvero inquietante ricordare come, per ben dieci anni, abbiano potuto condurre le sorti dell’ente in maniera così disinvolta serena e senza intoppi, avvalendosi persino dell’autorevole presenza, con il ruolo di assessore e vice sindaco, del figlio di un giudice antimafia.

Per quale motivo, pur alla presenza di alcuni esposti, nonostante l’esito di alcune intercettazioni ambientali che li riguardavano molto da vicino e poi pubblicate nell’opuscolo “Il nuovo Paese”,  nonchè per quegli stessi affidamenti dei tanti lavori mediante il ricorso al sistema del cottimo fiduciario, ai quali fa riferimento il geom. Vincenzo Gennaro che proprio da quel sindaco ebbe pure un incarico professionale, nessun giudice e nessun investigatore abbia mai preso alcuna iniziativa idonea, in verità nemmeno adesso, seppure in presenza di reali e tangibili infiltrazioni e di cose ben più gravi e visibili, da quelle attuali, confermate anche da indiscutibili prove cartacee?

Ognuno ne tragga le proprie conclusioni.

Per motivi di spazio non è opportuno citare ogni altro singolo punto dell’infamia che mi è caduta addosso, ma penso di avere reso un’idea ben precisa su quale sistema rodato e su quale ampliamento forzato di episodi risibili si basa il fumus dell’intero “modello tipo di relazione di scioglimento da utilizzare alla bisogna” per arrivare all’obiettivo prefissato e che avevo già compreso fin da subito nel giugno 2013.

4°  MALGRADO   LE   MIE   REITERATE   RICHIESTE   NON SONO STATO   ASCOLTATO

A tal proposito, sembra giusto riferire di come ho cercato, più volte e invano, producendo formale richiesta, di essere ascoltato dagli organi investigativi e dagli stessi inquirenti.

Per ben tre volte l’ho rivolta ai P.M., per due volte a Sua Eccellenza il sig. Prefetto e per due volte agli stessi investigatori della Compagnia di Bagheria.

Vi pare normale che un Ufficiale di Governo del territorio, qual è un sindaco, non viene nemmeno ricevuto e ascoltato, pur richiedendolo reiteratamente, da altre autorità e istituzioni delle stesso Stato? Sarebbe stato il caso, oppure no, di ascoltare un contradditorio?

Ecco, è questo lo Stato in cui viviamo. Uno Stato dove le istituzioni non dialogano e dove le posizioni dell’accusa, spesso basate solo su congetture e illazioni, prevalgono sempre nei confronti della difesa.

Le delazioni dei così detti collaboratori di giustizia, comunque dei criminali, riscuotono maggiore credito di chi, come me, e come citano testualmente gli stessi investigatori nella loro relazione, non ha parentele controindicate.

5°  LE  PARENTELE   MAFIOSE  DI  ALCUNI  DIPENDENTI   COMUNALI

altNella relazione, al solo scopo di dare l’immagine di un luogo altamente contaminato, si delinea pure il profilo di alcuni dipendenti comunali in virtù delle loro parentele. Tali dipendenti, è giusto che lo si sappia, prestano servizio nell’ente da più di un ventennio.

Che facciamo, li licenziamo tutti poiché colpevoli delle loro parentele? Non sono stati forse i tribunali rilasciare la certificazione sui loro carichi pendenti e il casellario giudiziario?

Per i candidati della lista, quale organo si è pronunciato per rilasciare la certificazione asseverante la “pulizia morale” dei candidati stessi? Sono miei complici da ritenere collusi con la mafia?

Eppure la descrizione impietosa e minuziosa delle parentele dei candidati, spesso intuitiva e in molti casi riconducibili a parentele lontane, o rivolte a vicende di detti parenti che risalgono a più di venti e trent’anni fa, non tiene conto che quasi tutti i soggetti indicati, o meglio controindicati, sono stati per lungo tempo amministratori nel corso di precedenti mandati amministrativi e proprio al fianco di un avvocato, fratello di un funzionario di polizia e figlio di un giudice antimafia.

Colluso pure lui? Oppure non dialoga con il padre o il fratello?

6°   LE  ACCUSE SONO GENERICHE E APPROSSIMATIVE, MA  SIGNIFICATIVI  E CONCRETI   I  BENEFICI  DELLE   SCELTE   DELLA  MIA  AMMINISTRAZIONE

La genericità, la discrezionalità e l’approssimazione con la quale vengono associati fra di loro eventi che si svolgono in periodi e momenti ben diversi e lontani dal mio mandato amministrativo, vedi anche il caso della veranda in uso a un bar, rendono vane le tante virtù e gli obiettivi raggiunti dalla nostra amministrazione, dimostrabili con gli atti, in tutti i settori della vita dell’ente e che hanno portato, in circa venti mesi di mandato amministrativo, ad una forte discontinuità con il passato ed a enormi benefici sia nel decoro del paese tanto quanto a vantaggio delle casse dell’ente. 

Basti pensare ai quasi due milioni di euro rilevati mediante accertamenti di oneri concessori pregressi non riscossi, nella lotta all’evasione e all’elusione dei tributi, nell’avvenuta individuazione di residui per mutui contratti con la cassa depositi e prestiti, nei notevoli risparmi sul costo del servizio rifiuti solidi urbani grazie anche all’avvio della raccolta differenziata e all’acquisto di due automezzi, e alla riduzione dei costi conseguita nelle forniture e nei servizi e nelle revisioni di quei contratti dei servizi energetici e non, che erano esponenzialmente spostati a favore dei contraenti.

7°  LE  FREQUENTAZIONI  PERICOLOSE

In un piccolo paese come il mio, così come avviene nei quartieri di ogni città, il ricorso all’espediente assai generico di riferire assidue (?) frequentazioni pericolose, controindicate, sconvenienti e quant’altro di similare si può trovare nel vasto dizionario del giustizialismo più sfrenato o della santa inquisizione spagnola, può essere associato a qualunque persona e in ogni momento. Nessuno ne è immune, poichè chi vive fin dall’infanzia in un piccolo centro o in un quartiere, conosce tutti i suoi concittadini e quindi, anche saltuariamente, può incorrere in questi fortuiti incontri. 

Nessuno può esserne al riparo, almeno che la Giustizia non tenga preventivamente isolati, in un ghetto, gli ipotetici criminali o che il buon Dio ci dotasse di capacità sensitive e premonitorie tali, da riuscire a vedere il futuro, distinguere l’animo pulito e scrutare i segreti inconfessabili di chi incontri a scuola, dal tabaccaio al bar, al mercato rionale o ad una semplice manifestazione di piazza.

8°  PERCHE' LE  PARENTELE   MAFIOSE  DEI CONSIGLIERI   DI   MINORANZA   NON   VENGONO CITATE  ?

alt

A proposito, nella puntuale relazione, per mera dimenticanza, fra i membri della minoranza non sono stati citati, oltre a quei pochi amministratori ritenuti affini e parenti di soggetti reclusi vi sono: un candidato che ha le stesse parentele della signora “Omissis” consigliere di maggioranza; un’altra signora, che io chiamerò “Omessa”, consigliere di minoranza pure Lei, la quale ha lo stesso grado di parentela indicato per il presidente del consiglio e non solo questa; un altro candidato della lista di minoranza, che chiamerò “Omesso”, che è nipote di colui che è stato indicato dagli investigatori come il successore al ruolo di capomafia locale; un altro consigliere della stessa lista e attivista politico, che chiamerò “Omesso” che ha svolto prestazioni professionali per conto di uno dei tanti “Omissis”.

Mera dimenticanza? Che stolto! Dimenticavo che il candidato a sindaco di quella lista, che ha vissuto da protagonista il decennio d’oro 1998/2008, pur avendo fra i suoi candidati una compagnia molto più folta e prestigiosa di quella addebitatami, ivi compreso l’aperto sostegno del cognato di un recluso, è figlio di un giudice antimafia e di un giudice di pace, oggi in pensione. Ecco. Ora tutto ha un senso più logico. Presenterò ricorso per fare ascoltare le mie opinioni.

Ci sarà pure un giudice a Berlino……………

NINO  PARISI, già sindaco di Altavilla Milicia

 

nelle foto  il precedente sindaco Francesco Camarda, la presidente del disciolto consiglio Carmela Lombardo, Salvatore Virga competitor di Parisi nelle ultime elezioni, la villa confiscata al mafioso Geraci e assegnata ad una cooperativa sociale.
 

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