E' iniziato l'assedio che dovrebbe portare alla fine a costringere il sindaco Vincenzo Lo Meo a gettare la spugna; e sono sostanzialmente tre i fronti lungo i quali si sviluppa l'offensiva.
Partiamo dal primo.
Le indagini delle forze dell'ordine sul pianeta mafia di Bagheria e dintorni con gli inevitabili addentellati nel mondo delle imprese, della politica e dell'apparato amministrativo.
I Carabinieri continuano con discrezione, ma con metodo, le loro indagini sulla vicenda del cimitero: proprio l'altro ieri sono andati ad acquisire presso la segreteria comunale i verbali della seduta consiliare svoltasi sulla vicenda cimitero lo scorso 25 febbraio e nella quale, come si suol dire, sono volati i piatti, acquisendo anche la planimetria del cimitero stesso ed altra documentazione
Vogliono capire gli inquirenti come funzionava il meccanismo delle estumulazioni, chi decideva come, quando e perchè estumulare, e se nelle procedure che venivano seguiti venivano rispettati leggi e regolamenti estremamente severi; vogliono sapere e capire perchè centinaia di bare, alcune delle quali con cadaveri ancora all'interno, si trovassero ammassate all'aperto in palese violazione e dispregio oltre che delle norme di legge anche di un minimo di rispetto e pietas umani.
La discrezione e il tatto degli investigatori hanno, pensiamo, una motivazione ben precisa e condivisibile: tenere un profilo basso per tutelare soprattutto l'immagine di una comunità, quella bagherese, uscita a pezzi dopo i servizi giornalistici e le immagini che hanno fatto il giro del mondo.
In questi giorni diverse denunce sono state fatte alla Caserma di Bagheria che segnalano anomalie e violazioni.
Ma le indagini continuano e le più recenti acquisizioni verranno trasmesse alla magistratura che assumerà le sue determinazioni, anche se quasi quotidianamente girano voci su nuovi avvisi di garanzia, ma soprattutto su pratiche e comportamenti illeciti accaduti al cimitero negli ultimi anni.
Anche la vicenda della convenzione con la Congregazione del SS.Sacramento viene passata ai raggi X, e sta suscitando curiosità anche un piccolo dettaglio: come mai cioè una delibera assunta dalla giunta in data 27 marzo 2013 nella declaratoria faccia riferimento ad un relazione del responsabile del cimitero datata però 28 marzo 2013.
Forse un banale errore di trascrizione, ma forse sintomo della concitazione con cui si è proceduto. Le aree oggetto del'intervento sono state poste sotto sequestro e si stanno approfondendo le carte che darebbero alla Congregazione un titolo di proprietà su una quota di cimitero comunale.
Poi ci sono le decisioni e le manovre dei partiti che sono funzionali a scenari possibili nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, anche se le previsioni a tavolino potranno esere smentite e superate dai fatti.
Negli ultimi giorni si sono svolti una serie di incontri frenetici tra i partiti e i gruppi rappresentati in consiglio: occorre dire che è stata già trovata una intesa di massima, che si formalizzerà proprio in queste ore, per presentare la mozione di sfiducia al sindaco Vincenzo Lo Meo, mozione che dovrebbe essere firmta da almeno una quindicina di consiglieri ( ne basterebbero dodici di firme).
Il passaggio succesivo sarà l'inserimento all'o.d.g. della mozione di sfiducia e tutto dipenderà dalle decisione della presidenza e dalla convenienza dei consiglieri dei vari gruppi e paritti.
C'è chi spinge per arrivare ad una discussione entro il 27 marzo 2013, data ultima, in caso di accoglimento della mozione, per la decadenza di sindaco e consiglio e l'indizione di nuove elezioni; ricordiamo che per sfiduciare il sindaco la mozione deve essere votata da almeno venti consiglieri
I consiglieri uscenti si potrebbero ripresentare, qualcuno anche con la velleità di concorrere alla carica di sindaco, e di ripartire comunque con una nuova squadra.
Altri preferirebbero fare slittare questa data ultima del 27 marzo, ed in caso di accoglimento della mozione di sfiducia accettare l'idea di andare a votare il prossimo anno: in questo frattempo, a fare il lavoro sporco di aumentare tasse, imposte, mettere in mobilità il personale e svendere i gioielli di famiglia, sarebbero i commissari straordinari; ed i consiglieri si libererebbero di qusta patata bollente della ormai quasi inevitabile dichiarazione di dissesto che li trascinerebbe, al di la della responsabilità dei singoli, nella polvere.
Ma la Corte dei conti potrebbe metter becco in questo periodo accertando la responsabilità di questo consiglio nella creazione del dissesto e appiedare i politici responsabili, impedendone così come la legge prevede la candidatura per dieci anni.
Ci sono poi in campo una iniziativa on line del Movimento 5 stelle che mira a sfiduciare sindaco, giunta e consiglio ed una raccolta di firme della associazione Prospettiva futura che chiede le dimissioni del sindaco.
Anche da questo fronte insomma, gatte a pelare per Lo Meo.
C'è poi la variabile 'indipendente' del più che prevedibile scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose: non ci vuole essere maghi per prevedere che i Carabinieri stiano preparando il dossier da sottoporre al Prefetto per chiedere il cosiddetto accesso agli atti presso il comune di Bagheria, prodromica allo scioglimento.
Sono già sin troppi gli elementi che portano in questa direzione: la vicenda Coinres, l'arresto in flagranza di reato dell'ingegnere Giovanni Mercadante, per venti anni capo dell'Ufficio Tecnico comunale, con una mazzetta in tasca, e infine, quella mediaticamente più sconvolgente, del cimitero.
Le infiltrazioni di cosa nostra in questi settori sono più che documentati ed evidenti; si tratterà di vedere se il Prefetto autorizzerà l'accesso o procederà motu proprio come è accaduto per Altavilla, se riterrà cioè la documentazione acquisita dagli investigatori, già sufficiente per potere proporre direttamente al Ministero degli Interni uno scioglimento del comune di Bagheria per infiltrazioni mafiose, così come accaduto per Altavilla Milicia.
Uno scenario tutto in divenire.
Il terzo fronte che deve fronteggiare Vincenzo Lo Meo è quello delle Istituzioni contabili e di controllo: dai Revisori dei conti del comune, alla Corte dei conti che già nello scorso ottobre aveva ingiunto al sindaco e al consiglio di dichiarare il dissesto, al Ministero delle finanze e giusto l'altro ieri anche l'Avvocatura dello Stato che continuano a richiamare con note ufficiali l'amministrazione che la delibera di giunta che ha prodotto l'aumento dell'IRPEF dallo 0,3 allo 0,8, quasi triplicandola quindi ( per i redditi da lavoro e da pensione uno scippo che oscilla da almeno 120-130 sino a 200 euro l'anno e oltre), è illegittima perchè assunta da un organo non titolato farlo, la giunta cioè, e quindi deve essere revocata.
Con conseguenze catastrofiche ovviamente sul disperato tentativo di far quadrare i conti del piano di riequilibrio pluriennale.
Insomma, come si diceva un tempo, siamo al redde rationem, e nei prossimi tre-quattro mesi accadranno fatti che saranno senz'altro da ricordare nella storia della nostra comunità.
Angelo Gargano
L'assedio al sindaco Vincenzo Lo Meo - di Angelo Gargano
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