Bagheria: Città delle celebrazioni effimere- di Ezio Pagano

Bagheria: Città delle celebrazioni effimere- di Ezio Pagano

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Di Renato Guttuso a Bagheria si festeggia tutto. Bene! Se non fosse che si festeggia male, visto che per gli amministratori sono sufficienti la presenza degli amici e un selfie ricordo.

Come ogni vigilia di anniversario di un vero personaggio illustre di Bagheria con Franco Lo Piparo ci capita di parlarne per ricordarlo. Ovviamente quello di Renato Guttuso, di cui siamo stati entrambi amici e oggi ne siamo studiosi, ci appassiona di più. Per citare un esempio della nostra amicizia ricordo che in occasione della cittadinanza onoraria Renato ha chiamato me per essere accompagnato a Bagheria e una delle due prolusioni era di Franco Lo Piparo, l’altra di Calvesi.
Stamattina, quando ho letto il titolo del comunicato del Comune, mi sono rincuorato, ma poi leggendo il contenuto del comunicato, non ho capito se la salma di Guttuso si trova al cimitero (dove c’è un tomba col nome di Renato Guttuso) o a Villa Cattolica e non si capisce nemmeno se è un invito alla cittadinanza o solo una comunicazione. La sorpresa peggiore è che al solito, a Bagheria, le celebrazioni, commemorazioni, inaugurazioni, ecc. si svolgono col metodo tarallucci e vino. Voglio dire che non ci sarà nessun studioso di Guttuso che, a quasi trent’anni della morte, ci ricordi la figura di questo illustre personaggio bagherese morto a Roma il 18 gennaio 1987.
Tornando ai discorsi tra amici, con Franco si è parlato di quanto sia grave la mancanza di un direttore al “Museo Guttuso” e di quanto si senta la necessità di un centro permanente di studi guttusiani.
Un tempo quando il grado d’istruzione medio degli amministratori di Bagheria era la quinta elementare, ma gli amministratori avevano tanta esperienza, queste occasioni erano accompagnate da piccole pubblicazioni e sentite cerimonie. Oggi, che non c’è sicuramente un problema di cultura media degli amministratori perché una laurea non si nega più a nessuno, queste cerimonie si concretizzano con un raduno di amici e qualche selfie. È proprio vero che il mondo è cambiato, ma in peggio. D’altra parte le ore della contemporaneità nella nostra Società sono ormai scandite da Chiara Ferragni e Selvaggia Lucarelli.
Non mi si venga a dire che questa amministrazione comunale non conosce nessuno capace di ricordarci la figura di Guttuso perché, in quel caso, bastava che il nostro assessore alla cultura, Daniele Vella, chiamasse il suo omologo ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, il quale sicuramente gli avrebbe indicato un bagherese capace, ad esempio il prof. Franco Lo Piparo che, proprio stamane, viene citato dal ministro in un articolo sul Corriere della Sera.