Se non sapremo arrestare questa corsa vorrà dire che Shakespeare ha fallito e che il mondo è veramente “finito”.
Tra gli studiosi si fa strada l'ipotesi che il “vero” Shakespeare fosse John Florio, talentuoso scrittore di origini siciliane. Analizzando questa storia scopro che Shakespeare è morto il giorno del suo compleanno e questo mi invoglia ad un ricordo di Gigi Proietti, essendo anch’esso morto nel giorno del suo compleanno.
Passando da Shakespeare a Proietti, ovvero da un artista ad un altro, la mia convinzione è quella che l’arte è sovrapponibile alla storia del paese. Ad esempio, l’arte degli anni Sessanta-Ottanta in Italia ci racconta la storia edificante della democrazia, del boom economico, del benessere e della libertà nel nostro “Bel Paese”. Quella di oggi, invece, ci parla dell’attentato alla democrazia, della caduta dell’economia, dell’assenza di valori e del malessere sociale.
Amici di tutte le età, che tristezza e quanta disperazione incombe su di noi.
“Noi siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, e la nostra piccola vita è cinta di sogni”, basterà questa massima di Shakespeare a risolvere il disastro?
A me affiorano solo sogni sbiaditi, quanto basta per capire che anche i sogni sono in estinzione; per non parlare dell’ideologia, un tempo “il sale” dei movimenti e dei partiti, oggi anch’essa in via d’estinzione.
L’assenza di valori infligge dolore agli over settanta che li hanno conosciuti, e ancora di più, se si pensa che i giovani non provano dolore perche ahilóro non li hanno conosciuti.
Pertanto, se non sapremo arrestare questa corsa alla Chiara Ferragni, con una decisa svolta verso un nuovo umanesimo contemporaneo, ripristinando i veri valori della vita: conoscenza, spiritualità, sentimenti, sogni, ideologia, ecc., poveri noi, vorrà dire che Shakespeare ha fallito e che il mondo è veramente “finito”.
Bagheria 12/11/2020
La foto: Gigi Proietti in una magistrale interpretazione di Shakespeare.