Il Dante dei conversatori: don Alfredo Calvino di Bagheria - di Ezio Pagano

Il Dante dei conversatori: don Alfredo Calvino di Bagheria - di Ezio Pagano

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“Il buon conversatore è soprattutto un gentiluomo, galante con le signore, ma mai licenzioso; corteggiatore, ma giammai conquistatore … Era una regola, la regola imperante, che mi fu impartita dal mio sommo maestro don Alfredo Calvino, il Dante dei conversatori”.

Dicono che quando parlo somiglio al “Dante dei conversatori”, che dire? oltre al fatto che mi sa di adulazione, vero o falso che sia, ne sono compiaciuto.
Se così è, penso di non essere il solo allievo del Maestro Alfredo Calvino, ovviamente in senso metaforico.
Va detto inoltre che Bagheria è una città ricca di persone che danno aria alle trombe, questo è un paese di poeti e inventori di storie, e qui casca l’asino, perché i poeti non sempre raccontano la realtà, in genere la poesia si alimenta con la fantasia e, per quanto riguarda gli inventori, beh, che dire, sono inventori e basta.
Di questo intreccio tra realtà e fantasia vivono i conversatori baharioti e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ad esempio:
Ignazio Buttitta introducendo la sua lirica “Parru cu ttia”, descrivendo il rapporto tra jurnateru e patrunu, per raccontare lo sfruttamento degli operai, lo faceva attraverso una narrazione fantasiosa.
Suo figlio, l’antropologo Nino Buttitta, trasformava i più noiosi trattati in storie da consenso plateale, per guadagnare l’audience.
Renato Guttuso, raccontava la genesi delle pitture nella chiesa d’Aspra a vantaggio di un racconto accattivante, dove c’era molta fantasia e poca realtà.
Peppuccio Tornatore nel film Baarìa incunea realtà e fantasia, mentre Angelo Gargano riportava una libera interpretazione sulla nascita del documentario “Diario di Guttuso” e per onestà intellettuale alla fine inserisce n.d.r. “Cinque anni dopo in occasione di una visita ufficiale in Comune, lo avvicinai e, confortato dal fatto che si ricordava di me, gli dissi che mi sarebbe piaciuto mostrargli uno dei miei documentari, quello sulla costruzione dei carretti. Mi diede appuntamento nel suo studio di Palermo ed io ne fui felice. Caricai sulla mia cinquecento il proiettore super 8, lo schermo, l’altoparlante, le bobine e mi recai in Via Ruggero Settimo (a Palazzo Galati, dove viveva quando sostava a Palermo, e ad accompagnarlo c’erano Peppino Speciale, Andrea Zangara, Angelo Gargano ed il padre Peppino Tornatore)”.
In realtà le cose non andarono così, perché a Tornatore di mostrare quel documentario a Guttuso gli e lo chiesi io, d’intesa col Maestro; stavamo cercando qualcuno che potesse realizzare un documentario per accrescesse le aspettative alla grande mostra che stavo organizzando a Palazzo Comitini.
Ovviamente si potrebbe andare avanti con altri esempi e altri personaggi.
Questi sono i baharioti! nell’Ottocento ai tempi di Alfredo Calvino, nel Novecento ai tempi della mia gioventù, e anche di oggi.
Insomma, come recita una massima gattopardiana in Sicilia tutto cambia per non cambiare nulla.

Nella foto da sinistra: lo storico dell’arte Marco Meneguzzo, il presidente del Lions Agrigento Host Alfonso Gueli, il presidente dell’Associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento Nino Pusateri e il direttore di Museum Bagheria Ezio Pagano.