Benvenuto ad ogni “costo” -  di Giuseppe Gargano

Benvenuto ad ogni “costo” -  di Giuseppe Gargano

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La Sicilia ha una grande tradizione nell’accogliere l’ospite, un po’ come tutte le regioni del sud Italia.

Di solito, quando arriva un visitatore si fanno le pulizie straordinarie, si mette a posto quel mobile che da anni si pensava di sistemare ma solo adesso è arrivato il momento di farlo. I cibi, sono sempre quelli della tradizione e, anche se si vive un momento di difficoltà personale, non viene mai risparmiato un sorriso.

Accogliere il Papa, un capo di Stato estero, in Sicilia ed in particolare a Palermo, pone tante riflessioni, censurabili e discutibili. Una città come Palermo, può “sopportare” un ospite cosi “costoso”?
Si, perché è questa la risposta che i politici e la chiesa siciliana devono dare ai cittadini. Per anni, il foro italico e le zone ad esso adiacenti, sono ricettacolo di sporcizia e degrado, nelle ore serali, anche le “maddalene” della chiesa cattolica occupano i marciapiedi, per donare il loro amore ad uomini che non riescono a trovarlo altrove.
Se si riescono a trovare i fondi per organizzare tutto per la visita di un capo di Stato estero, come mai non si può fare lo stesso per i cittadini che abitano e amano Palermo?
Il traffico è in tilt, le strade, che a stento riescono a racchiudere il normale traffico veicolare, verranno invase da pullman di fedeli che, da ogni parte del sud Italia parteciperanno al raduno. La chiesa, verosimilmente utilizzerà molti dei fondi, provenienti dalle stesse tasche dei palermitani con l’obolo domenicale, con l’offerta per il matrimonio e per il funerale, per predisporre visite e non far mancare nulla al suo capo; la stessa chiesa che dimentica i poveri di Palermo, non era forse diverso il messaggio del Maestro Gesu’, entrato a Gerusalemme sul dorso di un asino ?
E’ vero ci sono tante realtà che hanno un'altra idea di chiesa, ma sono casi isolati, tanto che il Papa non viene a ricordare 30 preti che hanno perso la vita per dare dignità al popolo palermitano, ma solo uno il grande Padre Pino Puglisi, che forse più di tanti prelati e porporati aveva in se il messaggio cristiano, inteso non del cristianesimo ma del Cristo!
La fede è un gran dono, anche se molta gente eredita la fede, come eredita i terreni, il casato, i titoli nobiliari, il denaro, una biblioteca e il castello. La fede è qualcosa di assolutamente individuale, e non possiamo e non dobbiamo istituzionalizzarla. Se lo facciamo diventa una cosa morta, cristallizzata; diventa un credo, una setta, una religione che viene imposta ad altri.
Diceva don Andrea Gallo: “La Chiesa è una delle ultime monarchie assolute oggi esistenti. Ma quel che più mi preoccupa è che esercita, ancora oggi, un gravissimo potere moralistico sulle anime. Abbiamo i poteri economici, i poteri mafiosi, e anche il potere eticamente intransigente della Chiesa, che continua ad assumere l’atteggiamento di giudice supremo addirittura in rappresentanza di Dio. Il potere temporale della Chiesa rischia di allontanare sempre più gente dal Vangelo. La Chiesa ha fatto di se stessa un dogma, dimenticando di predicare gli insegnamenti di Gesù.”