Nella giornata del 09 agosto 2018 in località Porticello presso lo scoglio della formica è stato rinvenuto un reperto archeologico risalente al II-I secolo a.C.
Il rinvenimento è stato effettuato dal Diving “Uragani Diving Club” dell’istruttore subacqueo Marco De Stefani. Si tratta di un anfora punica, parzialmente danneggiata (manca la parte superiore) riferibile ad una nota tipologia detta “Maña C”, particolarmente diffusa in ambito mediterraneo e utilizzata per il trasporto di vino o salsa di pesce (il c.d. “garum”) Il reperto era stato individuato nel corso della giornata precedente ad una profondità di circa 15 metri durante una immersione ricreativa presso lo scoglio dal medesimo diving che incuriositi dall’insolito rinvenimento mi hanno contattato per effettuare un sopralluogo preventivo.
Come spesso accade in questi casi l’urgenza di intervenire è dettata dal pericolo di trafugame soprattutto per l’esigua profondità cui è stato rinvenuto il reperto archeologico e per la frequenza con cui vengono effettuate immersioni ricreative presso lo scoglio della formica.
Il reperto giaceva in una piccola insenatura alla profondità di 16,7 metri. Dato il pericolo imminente di trafugamento, ci siamo subito premurati di comunicare il rinvenimento alla Soprintendenza del mare, nella persona del soprintendente Dott.ssa Adriana Fresina, la quale ci ha autorizzato a recuperare il bene, al fine di scongiurare un incauto recupero da parte di personale non qualificato.
Naturalmente abbiamo proceduto alla documentazione di tutte le fasi, sia precedenti che successive al recupero, vale a dire al suo posizionamento, georeferenziando il reperto tramite la trascrizione delle coordinate gps in superficie a mezzo di un pedagno che rileva l’esatta posizione in cui si trovava il reperto.
Abbiamo effettuato una completa documentazione video/fotografica segnalando la profondità e le dimensioni del reperto sul fondo e procedendo al recupero del reperto che, una volta in superficie è stato subito immerso in un contenitore di acqua dolce per iniziare il processo di desalinazione.
Infine il reperto è stato consegnato al personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porticello. a seguito di regolare verbale di denuncia di rinvenimento e consegna in custodia del bene recuperato, in attesa che il personale della Soprintendenza del Mare possa a sua volta prendere in consegna, visionare e studiare approfonditamente il reperto.
Un particolare ringraziamento va al Diving Uragani di Porticello, non solo per la scoperta e per l’assistenza fornita in tutte le fasi del recupero di questo bene, ma soprattutto per la sensibilità dimostrata nel seguire tutte le fasi che dovrebbero essere rispettate quando un subacqueo si trova di fronte alla scoperta di un bene
archeologico.
Spesso infatti si è tentati di recuperare subito il bene, non rendendosi conto delle problematiche che tale gesto comporta: innanzitutto è assoluamente vietato
recuperare un bene senza autorizzazione degli enti competenti e in assenza di personale preparato a tale operazione. Ciò sia perché tale violazione espone il malcapitato subacqueo alla contestazione del reato di furto d'arte, ma anche per fatto che un recupero che non rispetti tutte le fasi normalmente utilizzate dagli specialisti, comporta una perdita di quei dati necessari al successivo studio del reperto stesso.
Invitiamo pertanto tutti i subacquei, tutti i diving e chiunque si trovi a fare un’immersione presso lo scoglio della Formica (come anche in qualsiasi altro contesto) a rispettare tali norme di comportamento: Segnakare subito alla Soprintendenza del Mare o alla Capitaneria di Porto un eventuae rinvenimento archeologico, provvedendo, ove possibile a segnare la sua posizione GPS in superficie. Ciò permetterà al personale competente di valutare o meno, una volta effettuato un sopralluogo, la possibilità di recupero del bene, preservandolo così dal trafugamento e dalla successiva illecita commercializzazione.
Dottore Archeologo Balistreri Raffaele