Cultura

 

 

Dimora estiva dei Principi di Mirto, proprietari a Palermo dell'omonimo Palazzo, il Castello San Marco di Santa Flavia fu edificato nel 1673 attorno a una torre d'artiglieria cinquecentesca.

È circondato da un magnifico giardino tipicamente siciliano, dove alle essenze mediterranee si mescolano piante esotiche, succulente, cactacee.

Durante il secondo conflitto mondiale vi soggiornò come ospite lo scrittore Tomasi di Lampedusa che dei padroni di casa era cugino.
Perfettamente conservate, si possono ammirare la cappella di corte, l'antica cucina, le scuderie con le antiche carrozze di famiglia.


Per l'occasione sarà effettuata una visita alle ore 10,00 dalla durata di circa un'ora, ai giardini, alle scuderie, alle cucine e alla cappella di corte.

Costo della visita : 5 euro ( gratis i minori fino a 14 anni)

Per informazioni su prenotazioni e costi inviare una e-mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamare il 3929792883.

Il Castello San Marco si trova in via San Marco n. 90 a Santa Flavia (Palermo).

L'ANPI di Bagheria, S. Flavia, Altavilla Milicia e Casteldaccia, sfilerà il 25 aprile 2015, dal giardino inglese a Piazza Massimo. Vogliamo rimarcare la memoria che proprio quest'anno attorno ai partigiani di Bagheria e Casteldaccia si è focalizzata, costituendo di fatto un triangolo che vogliamo contrapporre all'altro triangolo della morte che negli anni '80 stava per identificare come un marchio, un territorio, una comunità, una economia. Con il recupero della memoria l'ANPI desidera riprendere il filo anche di quello che fu il movimento dei fasci siciliani tra il 1890-1894, e la lotta alla mafia e per la terra del primo dopoguerra, in cui trovò la morte Andrea Raia di Casteldaccia, primo di cinquanta sindacalisti uccisi. Attualmente abbiamo censito questi nostri eroi, ma tanti altri sicuramente ancora non ci risultano

Ignazio Buttitta, partigiano, trasferitosi a Milano, unì l’impegno letterario ad una fortunata attività commerciale sino a che, allo scoppio della guerra, non si trasferì a Cologno Monzese per entrare, nel biennio 1944-1945, nella Resistenza. Partigiano nelle “Matteotti”, il poeta siciliano fu arrestato dai repubblichini nel marzo del 1945. Riuscito ad evitare la condanna a morte, Buttitta dopo la Liberazione tornò in Sicilia.

Giovanni Buttitta, partigiano, nato a Bagheria il 18/1/1924, fa parte del 107. brigata Garibaldi operante nella zona di Casale Monferrato. Muore a Bagheria il 30/8/1984

Gianni Mineo, partigiano, nato a Santa Flavia il 27/3/1921, riesce a salvare 200 civili, presi come ostaggio dai tedeschi nella chiesa della Chiassa ad Arezzo, il libro "Vite in cambio" del 2014 di Santino Gallorini ha individuato e messo in luce la persona, di cui sebbene altri libri e romanzi ne parlavano non si era mai identificato. Risiede a Novara e muore il 20 aprile 1987. L?anno scorso la piazza dove sono avvenuti i fatti gli è stata intitolata ad Arezzo

Rosario Montedoro, partigiano, nato a Bagheria il 3/4/1920 , partigiano nello stesso gruppo e brigata Garibaldina, Pio Borri, con Gianni Mineo, collabora alle operazioni partigiane compresa la liberazioni di 200 ostaggi nella Chiassa di Arezzo. Insegnante della Scuola media Ciro Scianna muore a Bagheria il 23/3/2008.

Gaetano Montesanto, partigiano, nato a Casteldaccia il 2 dicembre 1922, inviato con il proprio Reggimento a combattere in Russia, riuscì a sopravvivere alla disfatta delle nostre truppe e, con i piedi in parte congelati, ritornò in Italia, entrò a far parte della Colonna Lera del Gruppo Operativo Mobile di Giustizia e Libertà. Catturato nel gennaio del 1945 durante un rastrellamento ad opera dei militari della divisione "Littorio" appoggiati da reparti di tedeschi, viene inviato alle Casermette di Rivoli. Qui viene fucilato il 25 febbraio 1945 assieme a Galliano Rocco, Leone Carlo e Paracca Antonio.


Di Martino Onofrio, deportato, nato a Casteldaccia il 26/10/1914, lavoratore agricolo, giunge a Mauthausen il 27/6/1944, dove viene classificato come BV (Berufverbrecher), numero di matricola 76429. E'trasferito a Grossraming, poi a Schier (Redl-Zipf), ambedue sottocampi di Mauthausen, ed ancora a Mauthausen. Muore a Mauthausen il 5/12/1944(Giovanna D'Amico, Sellerio, 2006).

Fiorentino Michele, deportato, nato a Casteldaccia il 11/11/1911, (?) lavoratore agricolo a Casteldaccia dove risiedeva precedentemente alla cattura. Giunge a Dachau il 13/10/1943, qui viene classificato come Schutz, numero di matricola 56610. E' trasferito a Buchenwald a fine ottobre del1943 e vi arriva il 30/10/1943, venendo classificato come POL. numero di matricola 34705. Muore a Ortelsbruck, sottocampo di Buchenwald il22/3/1944. (Giovanna D'Amico, Sellerio, 2006).

Damiano Giovanni, deportato, nato ad Altavilla Milicia, il 16/6/1917,lavoratore agricolo, giunge a Mauthausen il 13/1/1944 dove viene classificato come POL. numero di matricola 42063. Poi è trasferito a Schlier (Redl-Zipf) ed a Solvay (Ebensee), ambedue sottocampi di Mauthusen. Muore ad Ebensee il 15/3/1945 (Giovanna D'Amico, I siciliani deportati nei campi di concentramento e sterminio tedeschi, Sellerio, 2006).

Tutti gli IMI internati militari italiani spesso sono stati identificati come prigionieri di guerra, invece sono soldati che non hanno aderito alla repubblica di Salò andando incontro all'internamento specie in Germania, dove venivano usati come schiavi a lavorare in fabbrica, quindi quello fu un atto politico contro il nazi-fascismo, e le nostre famiglie sono piene di nonni e zii. Cercheremo di farne un censimento, chiedendo ai lettori di fornirci dati rivolgendosi all'ANPI. 

Franco Ciminato 328 2481261

Nella foto:  gli studenti e gli insegnanti della scuola Media 'C.Scianna' vincitori di un concorso nazionale sul tema della Resistenza
 

A  SANTACRUCI.  Se chiedete a chi ha meno di 50 anni di indicarvi dove si trova a Bagheria ‘a Santacruci’ difficilmente otterreste una risposta credibile.

Un tempo, neanche tanto lontano, era uno dei topoi di Bagheria; era quel punto all’inizio del corso Butera, partendo dalla Puntaguglia (così detta perchè un tempo c’era una pietra miliare che terminava a punta, quasi come un ago, e simile a quella che sino a qualche anno fa si poteva ancora vedere al Foro Italico di Palermo proprio davanti all’ex Jolly Hotel), dove si scioglievano i cortei funebri.

Poi per motivi di traffico i cortei accorciarono il loro tragitto fermandosi davanti alla vecchia Chiesa di San Pietro sempre sul corso Butera, mentre ora la tappa intermedia, prima di quella finale del cimitero,  è in via Libertà.
Frutto dei tempi, delle auto sempre più numerose, del traffico sempre più caotico e dei ritmi di vita sempre più intensi che impongono di dedicare sempre meno tempo a quanti ci lasciano.

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Appunto là dove dicevamo, a Santacruci, c’era e c’è ed è ancora ben visibile una vecchia croce di legno, di dimensioni ragguardevoli, sistemata, al di sopra di una minuscola cappella  di meno di 10 mq., il 28 gennaio del 1840.

La data è rilevabile da una piccola lapide di marmo murata sulla facciata esterna dove si ricorda che Sua Eminenza il Cardinale Pignatelli, arcivescovo di Palermo, concede 40 giorni di indulgenza a chi reciterà un Pater, un’Ave e un Gloria a questa S.Croce e Maria Addolorata. 

C’è anche una minuscola cappella di pochi mq all’interno della quale è sempre accesa comunque una piccola lampada: segno che qualcuno non dimentica.

 

 

MORAVIA  E  VILLA  PALAGONIA

Alberto Moravia venne a Bagheria nel 1970 durante le riprese del film di Dacia Maraini, 'L’amore coniugale', tratto appunto dall’omonimo romanzo del grande scrittore, amico di Renato Guttuso e di Ignazio Buttitta; il film fu girato per la gran parte a villa Valguarnera e a Bagheria.

altA quell'epoca la giovane Dacia Maraini si trovò ad essere la compagna di uno dei nostri scrittori più noti e apprezzati in Italia e all'estero, e Moravia fece un pò da talent scout per l'esordio da regista di Dacia, prima che quest'ultima scoprisse la sua vera vocazione, quella della scrittura.

Ed appunto in compagnia del poeta Ignazio Buttitta lo incrociammo un giorno assieme ad altri amici, subito fuori villa Palagonìa che aveva appena finito di visitare.

Moravia che oltre ad essere grande scrittore, era un grande affabulatore, ci intrattenne per un bel pò a spiegare una sua originale e un po’ bizzarra idea, e cioè 'ribattezzare' la villa dei mostri da villa Palagonìa in villa Palagònia, con un semplice spostamento  dell'accento: è troppo triste e struggente argomentò che dentro il nome di una villa che è la quintessenza della fantasia, del paradosso, dell’anticonformismo e della creatività, debba conviverci la parola agonìa.

Convenimmo tutti, anche perchè il tono, l’autorevolezza e il prestigio di Moravia non ammettevano repliche

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IL  PRIMO  PIANO  REGOLATORE  GENERALE  DI  BAGHERIA

altUn piccolo, banale suggerimento agli insegnanti delle scuole primarie e medie inferiori: portate qualche volta le classi dei vostri bambini e ragazzi a prendere visione di una lapide posta anche questa all’inizio del corso Butera, partendo da Puntaguglia al civico 53: la lapide scritta in latino porta incisa la data del 1769,   ma c’è a fianco una traduzione su una targa in bronzo voluta e fatta curare nel  1994 dall'on. Peppino Speciale, vero cultore e custode, finchè visse, delle nostre memorie.

E’ il sistema più semplice per spiegare il senso del termine Piano regolatore generale:

In quella lapide vengono riportate, in maniera estremamente chiara e concisa, le trasformazioni urbanistiche del territorio del tempo, ed a ragione si può ben considerare il vero primo Piano regolatore generale di Bagheria. Il suggerimento di leggerla vale anche per gli adulti che non ci avessero mai fatto caso. 

Angelo  Gargano
 

 

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Fuori commercio e riservata all'esclusiva lettura di critici, giornalisti, editori per recensioni ed eventuali edizioni da autorizzare, Piero Montana pubblica " Estasi",la sua nuova raccolta di poesie proibite.

E' una mistica dell'eros ai confini, se non dentro il cuore di una ineluttabile provocazione, quanto Montana ci propone con questa nuova raccolta di 35 componimenti omoerotici, in cui a prevalere è la voce imperiosa del sesso e dello scandalo, del sentimento religioso e della trasgressione.

L'' aspirazione al divino, la vocazione perversa, la ricerca di Dio nell'uomo attraverso l'eros, meglio attraverso l'esperienza omosessuale, costituiscono in " Estasi" la personale eresia di Montana, che trae ispirazione da quella di Carpocrate, eresiarca gnostico del II secolo dopo Cristo.

Secondo la dottrina di questi, l'anima di origine divina ma prigioniera del corpo deve sperimentare ogni tipo di peccato, per aspirare alla liberazione dal carcere.

In questi suoi componimenti il poeta dissacrando tanti luoghi comuni e temi convenzionali della poesia contemporanea, tra scurrilità e sacralità, tra sospiri e grida d'orgasmo, perviene ad un linguaggio irregolare, sviato in cui lussuria e profanazione si mescolano, si fondono in quell'eccesso del desiderio, - direbbe Georges Bataille -che per mezzo delle parole è semplice evocazione di possibilità innominabili.

Omosessuale dichiarato, poeta underground, Montana ha già pubblicato nell'ottobre del 1999, " L'angelo perverso", un poemetto con prefazione di Massimo Consoli, uno dei fondatori del movimento gay italiano.
Nel febbraio del 2000 il nostro autore ha mandato in stampa "W. C".la sua silloge poetica su gabinetti e omosessuali tra ricoveri degli amori clandestini.

Tutta l'opera in versi di Montana, a partire dalla giovanile raccolta di liriche autobiografiche dal titolo "Breve rosario di Sodoma", ( Premio Triangolo Rosa Pier Paolo Pasolini-1976) è pervasa da una personale concezione spirituale, esoterica dell'omosessualità, da una mistica del sesso, che si può far risalire alla tradizione dimenticata di sette gnostiche e libertine.

Al centro di questa concezione Montana pone l'estasi, la ricerca del Dio nascosto, la contemplazione ossessiva, folgorante di Dio nel volto, nel corpo di un ragazzo, di uomo, che più riflettono, agli occhi del nostro poeta, l'immagine sublime del Creatore.

Poesie di Montana sono state pubblicate su storiche riviste omosessuali, quali "Ompo", Lambda" e "Aut" del circolo Mario Mieli.

la foto di copertina tratta dal web è di Alfonso Benadduce


 

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