A SANTACRUCI. Se chiedete a chi ha meno di 50 anni di indicarvi dove si trova a Bagheria ‘a Santacruci’ difficilmente otterreste una risposta credibile.
Un tempo, neanche tanto lontano, era uno dei topoi di Bagheria; era quel punto all’inizio del corso Butera, partendo dalla Puntaguglia (così detta perchè un tempo c’era una pietra miliare che terminava a punta, quasi come un ago, e simile a quella che sino a qualche anno fa si poteva ancora vedere al Foro Italico di Palermo proprio davanti all’ex Jolly Hotel), dove si scioglievano i cortei funebri.
Poi per motivi di traffico i cortei accorciarono il loro tragitto fermandosi davanti alla vecchia Chiesa di San Pietro sempre sul corso Butera, mentre ora la tappa intermedia, prima di quella finale del cimitero, è in via Libertà.
Frutto dei tempi, delle auto sempre più numerose, del traffico sempre più caotico e dei ritmi di vita sempre più intensi che impongono di dedicare sempre meno tempo a quanti ci lasciano.
Appunto là dove dicevamo, a Santacruci, c’era e c’è ed è ancora ben visibile una vecchia croce di legno, di dimensioni ragguardevoli, sistemata, al di sopra di una minuscola cappella di meno di 10 mq., il 28 gennaio del 1840.
La data è rilevabile da una piccola lapide di marmo murata sulla facciata esterna dove si ricorda che Sua Eminenza il Cardinale Pignatelli, arcivescovo di Palermo, concede 40 giorni di indulgenza a chi reciterà un Pater, un’Ave e un Gloria a questa S.Croce e Maria Addolorata.
C’è anche una minuscola cappella di pochi mq all’interno della quale è sempre accesa comunque una piccola lampada: segno che qualcuno non dimentica.
MORAVIA E VILLA PALAGONIA
Alberto Moravia venne a Bagheria nel 1970 durante le riprese del film di Dacia Maraini, 'L’amore coniugale', tratto appunto dall’omonimo romanzo del grande scrittore, amico di Renato Guttuso e di Ignazio Buttitta; il film fu girato per la gran parte a villa Valguarnera e a Bagheria.
A quell'epoca la giovane Dacia Maraini si trovò ad essere la compagna di uno dei nostri scrittori più noti e apprezzati in Italia e all'estero, e Moravia fece un pò da talent scout per l'esordio da regista di Dacia, prima che quest'ultima scoprisse la sua vera vocazione, quella della scrittura.
Ed appunto in compagnia del poeta Ignazio Buttitta lo incrociammo un giorno assieme ad altri amici, subito fuori villa Palagonìa che aveva appena finito di visitare.
Moravia che oltre ad essere grande scrittore, era un grande affabulatore, ci intrattenne per un bel pò a spiegare una sua originale e un po’ bizzarra idea, e cioè 'ribattezzare' la villa dei mostri da villa Palagonìa in villa Palagònia, con un semplice spostamento dell'accento: è troppo triste e struggente argomentò che dentro il nome di una villa che è la quintessenza della fantasia, del paradosso, dell’anticonformismo e della creatività, debba conviverci la parola agonìa.
Convenimmo tutti, anche perchè il tono, l’autorevolezza e il prestigio di Moravia non ammettevano repliche
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IL PRIMO PIANO REGOLATORE GENERALE DI BAGHERIA
Un piccolo, banale suggerimento agli insegnanti delle scuole primarie e medie inferiori: portate qualche volta le classi dei vostri bambini e ragazzi a prendere visione di una lapide posta anche questa all’inizio del corso Butera, partendo da Puntaguglia al civico 53: la lapide scritta in latino porta incisa la data del 1769, ma c’è a fianco una traduzione su una targa in bronzo voluta e fatta curare nel 1994 dall'on. Peppino Speciale, vero cultore e custode, finchè visse, delle nostre memorie.
E’ il sistema più semplice per spiegare il senso del termine Piano regolatore generale:
In quella lapide vengono riportate, in maniera estremamente chiara e concisa, le trasformazioni urbanistiche del territorio del tempo, ed a ragione si può ben considerare il vero primo Piano regolatore generale di Bagheria. Il suggerimento di leggerla vale anche per gli adulti che non ci avessero mai fatto caso.
Angelo Gargano
Il filo della memoria: a Santacruci, Moravia e villa Palagònia, il primo P.R.G. di Bagheria
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