Riceviamo e pubblichiamo: Al Newseum di Washington, il museo di Washington dedicato alla storia e alla funzione che il mondo dell'informazione ricopre nella democrazia moderna,
c'è spazio adesso anche per i nomi di quattro giornalisti italiani.
Giornalisti morti nell'esercizio del loro dovere, uccisi perché scrivevano di mafia.
I loro nomi da oggi figureranno per sempre tra quei giornalisti, fotografi e in generale comunicatori nel Journalists Memorial, il memoriale dedicato ai giornalisti morti perché volevano INFORMARE.
Il Memorial è uno dei punti più suggestivi del museo che, attraverso i suoi piani, racconta la libertà di informazione e il mondo dei media.
Il Journalists Memorial è un grande mosaico che riporta i nomi dei giornalisti, fotoreporter e cineoperatori che hanno legato il loro destino alla libertà di informazione.
Tra i giornalisti aggiunti ci sono quattro giornalisti italiani che si ritiene siano stati uccisi dalla mafia.
Le loro morti, accomunate da un raro coraggio di fronte alla criminalità organizzata e alla violenza, sono distribuite nell'arco di 28 anni e sono state portate all'attenzione del Newseum lo scorso anno da Andrea Gerli, giornalista italiano.
L'estate scorsa Andrea Gerli, vincitore del Premio Kennedy, in visita al Newseum si accorge di quei nomi mancanti.
In poco tempo, grazie all'Osservatorio Ossigeno per l'informazione e la disponibilità dei direttori del Newseum i loro nomi, inviati con una breve biografia dall'Italia sono stati accolti sul muro della Memoria.
Impastato, Rostagno, Cristina e Spampinato questi i nomi che saranno adesso ricordati nel Journalists Memorial grazie a Gerli.
I quattro giornalisti italiani hanno conquistato il diritto di fare parte di questo elenco perché, purtroppo, hanno dovuto pagare con la vita il proprio impegno nella professione e nella lotta alla mafia. Tutti e quattro impegnati in Sicilia e tutti e quattro uccisi perché smettessero di raccontare quanto accadeva.
Doveroso il loro ricordo perché se la verità esige spesso un prezzo altissimo, ma la libertà di INFORMARE rappresenta un patrimonio immenso per una comunità e deve essere difesa sempre.
Stefano Fricano
www.stefanofricano.webs.com