E' il primo pentito bagherese Onofrio Prestigiacomo, 52 anni, arrestato nel dicembre del 2008 nell'operazione "Perseo",
E' un fatto di grande rilevanza che potrebbe aprire scenari inesplorati, perché sino ad oggi la famiglia mafiosa di Bagheria si era rivelata la più impermeabile a fenomeni di "collaborazione" con la giustizia.
La notizia viene riportata in un articolo del Giornale di Sicilia di sabato 19 marzo a firma di Riccardo Arena.
Prestigiacomo era stato arrestato perché ripreso dalle microspie, mentre piazzato davanti ad una abitazione di via Senatore Scaduto a Bagheria, abitazione di cui aveva la disponibilità, "vigilava" sui summit di mafia, senza sapere che le microspie "vigilano" su di lui.
E' da dicembre che Prestigiacomo risponde alle domande del p.m. Marzia Sabella, ed una parte delle sue dichiarazioni è stata depositata dal p.m. Caterina Malagoli tra le carte di un processo che vede alla sbarra presso il Tribunale di Termini Imerese un gruppo di mafiosi di Belmonte Mezzagno.
Un riferimento Prestigiacomo lo ha anche fatto in relazione alla circostanza che il suo avvocato difensore fosse stato Enzo Fragalà, motivo sufficiente, dice Prestigiacomo per farlo definire "sbirro" nell'ambiente dei mafiosi in carcere.
Ma Prestigiacomo, che era stato molto vicino al capomafia bagherese Pino Scaduto, parla soprattutto dei rapporti di quest'ultimo con Carmelo Lucchese, patron della Conad, che anche a Bagheria aveva un punto di vendita.
Secondo quanto scrive il Giornale di Sicilia , Pino Scaduto richiesto di un aiuto nell'acquisto di un immobile da parte di Lucchese, si sarebbe così inserito per richiedere una sostanziosa intermediazione, duecentomila euro, per lui e per Sandro Capizzi.
Lucchese avrebbe anche trovato " alla figlia o alla nuora di Sergio Flamia"- ricorda Prestigiacomo-una sistemazione all'interno del supermercato Conad di Bagheria, oltre a pagare un pizzo di 16.000 euro l'anno.
Onofrio Prestigiacomo