"Sono responsabili di una disinvolta gestione della risorse pubbliche che hanno provocato un danno erariale".
Non ha molti dubbi la Corte dei conti che chiude l'istruttoria sui rimborsi gonfiati pagati per le prestazioni erogate dalla Clinica Santa Teresa già di proprietà dell'ex tycoon della sanità Michele Aiello, condannato per mafia, e inizia la resa dei "conti" con i quattro manager della sanità che considera , ognuno per la propria parte responsabili delle illecite erogazioni.
La Procura contesta a Giancarlo Manenti e a Guido Catalano , entrambi ex direttori generali dell'ASP 6 un danno erariale rispettivamente di 8.731.000 e di 5.000.000 di euro.
Ai due bagheresi Lorenzo Iannì, al tempo coordinatore del Distretto sanitario di Bagheria e Salvatore Scaduto suo diretto superiore a Palermo, un danno rispettivamente di 10.610.000 e di 5.000.000 milioni di euro.
Già qualche mese fa la magistratura contabile aveva disposto il sequestro cautelativo di una serie di beni dei dirigenti.
Secondo il procuratore regionale della Corte Guido Carlino e il sostituto procuratore generale Gianluca Albo, emergerebbe dagli atti "la violazione dolosa o gravemente colposa degli obblighi funzionali dei quattro soggetti citati".
In particolare Manenti avrebbe accreditato arbitrariamente la clinica Villa Santa Teresa e delegato Iannì a concordare le tariffe.
Ma insieme a Iannì a proporre la delibera di accreditamento della struttura sanitaria e a liquidare le prestazioni era stato anche Scaduto.
Adesso i quattro dirigenti si dovranno difendere davanti alla sezione giurisdizionale della Corte.