Erano le tre di questa notte quando Michele Manna, direttore del "Settimanale di Bagheria", un periodico molto diffuso in città è stato chiamato,
perchè era andata a fuoco la redazione del giornale. Manna ha trovato, in Via Ferrara,2 , a Ficarazzi dove da oltre un anno la redazione era tornata a trasferirsi, già i Vigili che stavano domando un incendio.
Secondo le prime ricostruzioni, era stato dato fuoco prima ad un'auto, una Fiat "cinquecento di un tranquillo pensionato, che si è venuta a trovare posteggiata proprio davanti la redazione, e che da questa le fiamme si siano trasmesse ad una persiana in legno che è andata completamente distrutta, e agli interni del locale.
All'interno Manna ha avuto la brutta sorpresa di trovare una delle due stampatrici completamente distrutta, e altre attrezzature gravemente danneggiate, oltre alla carta per stampare il giornale che era già pronta e confezionata, per danni complessivi che il direttore del "Settimanale di Bagheria", quantifica in circa 20.000 Euro.
Per fortuna i piani superiori dell'edificio sono disabitati e questo ha evitato che qualcuno potesse essere coinvolto nell'incendio. Il problema per gli inquirenti è quello di stabilire, (fermo restando che è stata accertata la natura dolosa del fatto perchè della benzina era stata preventivamente versata all'interno dell'autovettura), se l'incendio dell'auto fosse finalizzato all'incendio della redazione o se si tratti di un gesto "autonomo", e che l'incendio della redazione sia stata una conseguenza.
A dire il vero sono tanti gli elementi che fanno propendere per un segnale o un avvertimento mandato all'organo di informazione, che negli ultimi tempi si è caratterizzato per avere denunciato con decisione vicende politiche discutibili o sospette, oltre al fatto che il proprietario dell'auto bruciata ricorderebbe di aver lasciato l'auto poco distante dal luogo dove è stata ritrovata bruciata, e che quindi l'auto prima che venisse incendiata, era stata spostata proprio davanti alla redazione del giornale di Manna.
Sin dalle èprime ore dell'alba Michele Manna, sia pure scosso dalla vicenda, assieme ai figli e ai collaboratori, sta lavorando per rendere agibile la redazione, con un obiettivo primario: far sì che come sempre nelle ultime 395 settimane, e quindi da oltre sette anni, anche questo venerdì il "Settimanale di Bagheria" possa essere in edicola per fare una sola cosa: informare.
Gli inquirenti diranno , ce lo auguriamo una parola chiara e decisiva, ma non possimo non rilevare una serie di coincidenze che inducono a pensare che l'obiettivo del gesto fosse proprio l'informazione che ha dato il "Settimanale di Bagheria". Nessun desiderio di atteggiarci a vittime: ma è un fatto, e ci sono purtroppo anche altri segnali che convergono in questo senso, alcune notizie danno fastidio a chi comanda.
Certo passare dal fastidio o dall'insofferenza a mettere in atto un gesto di tale gravità, che per le circostanze e il luogo in cui si è svolto, avrebbe potuto avere conseguenze anche drammatiche ce ne corre. Per questo, non ci sentiamo di lanciare accuse a casaccio.
Pur attendendo, quindi, una risposta dalle indagini, manifestiamo la nostra piena, totale solidarietà ad un collega che tra sacrifici inenarrabili cerca di coltivare una passione e una pianta, che qualcuno non vorrebbe mai veder crescere a Bagheria. Quella di una informazione libera. Continueremo quindi per la nostra parte a dare una mano a Michele in questa sua battaglia, che è quella di tutti noi. REDAZIONE BNEWS