Le regole sono fatte per essere infrante, e a questa “primitiva regola” non viene meno "cosa nostra" vecchia o nuova che sia. “Non guardare la donna d’altri”, “dire sempre la verità ai membri dell’organizzazione”, sono tutte regole scritte naturalmente sull’acqua,
perché ognuno si crede più furbo dell’altro, e mette “tragedie” e fa quello che in dialetto chiamiamo ”pigghia e puorta”, talora in maniera strumentale per mettere in cattiva luce qualcuno agli occhi di altri, mentre naturalmente i solerti carabinieri ascoltano e registrano sfoghi, “tragedie”, “sparramenti”, tattiche e strategie.
Neanche Pino Scaduto, che dovrebbe, per età almeno, essere un osservante delle regole della mafia si sottrae a questo esercizio.
Sul Giornale di Sicilia di oggi vengono pubblicate alcune intercettazioni che lo riguardano, ed in cui “sparla” nientemeno che Leonardo Greco.
Giuseppe Scaduto, come scrive il quotidiano siciliano, è il canale che cerca di mediare tra i due schieramenti le cui “ filosofie” sembrano, come emerge dalle intercettazioni, ormai sufficientemente chiare: da un canto Benedetto Capizzi, che tende a riformare la “Commisssione Provinciale” di cui naturalmente intenderebbe essere il capo, e i seguaci di Gaetano Lo Presti (che lo ricordiamo si è suicidato in carcere subito dopo l’arresto), che non accettava l’dea di una struttura centralizzata.
In una delle conversazioni intercettate dai carabinieri parlando con il figlio di Capizzi riferisce le opinioni di Pietro Aglieri (capomafia arrestato a Bagheria) sullo storico boss di Villagrazia: ”A Pietro Aglieri quello che gli scappa di bocca tu non ne hai idea….ed aggiunge … “dei tuoi parenti quello che gli scappa dalla bocca tu non ne hai idea! … e questo non è perché io voglio sparlare….”
Più pesante il giudizio su Leonardo Greco, boss storico di Bagheria, condannato all’ergastolo con sentenza definitiva, il cui comportamento arrogante suscita forti perplessità nello Scaduto che dice: ”A me ha detto che dovevo ammazzare dieci bagheresi”.
Ma Scaduto critica anche alcuni eccessi nel linguaggio di Leonardo Greco: ”Di tutti parla male, di tutti, tutti: l’unico buono è lui. Si mette a parlare di omicidi, di quello e di quell’altro; lo chiamano “cento omicidi”, i napoletani. Che m… parli?, che dici? Dopo vai cercando che ti arrivano i mandati di cattura? Perché andate raccontando le cose voi altri?
In 1500 pagine di intercettazioni ce n’è per tutti.
In foto il boss Leonardo Greco, fonte : dalla rete