Ricatta prete con foto "hard": arrestata

Ricatta prete con foto "hard": arrestata

cronaca
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Smessi in gran fretta i panni della città di mafia, Bagheria si tinge di connotazioni boccaccesche.

Sembrerebbe così stando alla notizia pubblicata anche sulle pagine nazionali de "La Repubblica".

Una casalinga bagherese, separata, due figli, pubblica un annuncio su un giornale locale (ma quale?), promettendo "incontri particolari".

Il parroco che, essendo della Diocesi di Monreale, non ci consente neanche la piccola soddisfazione di fare per qualche giorno un sano "gossip" locale, stanco della sacrestia e delle messe cantate, ci casca.
Si ritrova qualche mese dopo con la signora che lo ricattava con una foto hard dei loro incontri.

Logica la conclusione: la donna arrestata su ordine del G.I.P. di Termini Imerese, per estorsione continuata (28.000 Euro pare già estorti), ed il prete a meditare (e pentirsi pensiamo) sulle umane debolezze.

Ma, caro parroco, non ti ha insegnato niente la pratica del confessionale?
Però a ben pensarci, meglio che Bagheria sia teatro di storie di sesso che di storie di mafia.

AGGIORNAMENTO


Il "Giornale di Sicilia" di oggi giovedì 20 Novembre, in un articolo di Leopoldo Gargano, aggiunge altri particolari alla vicenda.
La signora intanto sarebbe una "bidella procace", almeno così viene definita dal giornalista, e almeno in una occasione avrebbe coinvolto il parroco anche in un menage a tre: in quella occasione il parroco oltre alla normale "tariffa" sarebbe stato costretto ad aggiungere altri 50 Euro per l'amica della donna, che aveva partecipato al "festino".

Ma la cosa che viene fuori, è che, in almeno una occasione, la richiesta di denaro da parte della donna al prete sarebbe avvenuta addirittura di fronte al Maresciallo dei CC. cui la donna si era rivolta per avere resa-almeno così dice lei- giustizia.
La donna giustificava questa richiesta di denaro con la singolare motivazione che la relazione con il prete l'aveva costretta a trascurare la famiglia.

Da segnalare infine, una nota di rettifica inviata dalla Diocesi di Monreale al quotidiano "La Repubblica": in essa si dice che pur nella costernazione e nella condanna del comportamento del prelato in questa storia, quest'ultimo non fa parte della Diocesi di Monreale.

Insomma per quelli che hanno "naso" per queste cose, la caccia continua, anche perchè come nei quiz televisivi, ogni giorno emerge un particolare per identificare la coppia.