Oleifici nell’occhio del ciclone a Bagheria: pattuglie miste formate dai vigili urbani, vigili sanitari e carabinieri del N.O.A.
(nucleo operativo ambientale), hanno provveduto ad ordinare la chiusura di due frantoi e il sequestro di un terzo.
I primi due impianti, Provenzano di Via Pagano e Giammarresi di Via Lanza sono stati chiusi per irregolarità di tipo amministrativo, mentre un terzo impianto l’oleificio di Rosa Aiello gestito da Giovanni Guttadauro, e sito in Via Anzelmo, è stato posto sotto sequestro per il malfunzionamento di apparecchiature e per la non rispondenza di queste ultime ai requisiti di legge.
E’ una prima risposta alle preoccupazioni manifestate in diverse occasioni nei giorni scorsi che i frantoi siano loro (o chi per loro) i principali responsabili del malfunzionamento del depuratore.
Va comunque detto che i motivi delle chiusure e del sequestro non attengono al fatto di un illegale “sversamento” di sostanze di lavorazione nella rete fognaria civile, ma, lo ripetiamo, ad inadempienze di natura amministrativa.
In un articolo dell’ingegner Tommaso Impellitteri (che pubblicheremo prossimamente) viene fatta una analisi impietosa e rigorosa sia da un punto di vista tecnico che politico sul perché si è arrivati a a questo punto.
In attesa delle analisi (a proposito ma quando arriveranno?!) e degli accertamenti disposti da A.S.L., ARPA, Comune ecc. sui motivi dell’insostenibile fetore che da qualche settimana avvolge la borgata dell’Aspra, ed in attesa soprattutto di sapere se oltre al cattivo odore nell’aria ci siano sostanze nocive o addirittura tossiche, si stringe il cerchio attorno agli oleifici, che sono i primi, anche se non i soli, sospettati.