Chi ha il coraggio di dire no, non va lasciato solo - di Vincenzo Accurso

Chi ha il coraggio di dire no, non va lasciato solo - di Vincenzo Accurso

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Sono passati pochi giorni dalla marcia antimafia Bagheria Casteldaccia che ha celebrato il grande evento di 30 anni addietro ,quando per la prima volta il sentimento  popolare manifestò il suo no alla violenza mafiosa.

Una radiosa giornata nella quale sono stati protagonisti i giovani, che idealmente ricevettero il testimone da quanti 30  anni prima, in risposta ad una violenza inaudita che insanguinò il cosiddetto Triangolo della Morte (Altavilla , Bagheria , Casteldaccia) misero in scena la prima manifestazione popolare contro la mafia.

In quell'occasione molti oratori si sono soffermati sulla necessità di tenere alta la tensione contro la mafia , che mostra una singolare quanto funesta capacità di risorgere dalle occasionali sconfitte, per continuare a minare le basi della convivenza civile.

Nel caso tale avvertimento si fosse perso nelle nebbie della retorica,la mafia con il suo beffardo tempismo ci ricorda che molto c'è ancora da fare e da combattere. La vicenda che vede coinvolta l'azienda Calicar, già a suo tempo colpita da un grave attentato incendiario, scuote le nostre coscienze e ci chiede di dare seguito a tutte le dichiarazioni di antimafiosità che partiti, associazioni, e amministrazioni comunali hanno nei giorni scorso profuso a piene mani.

Che fare dunque?

Una considerazione ,ormai acclarata da decenni di lotta alla mafia e da tanti tragici avvenimenti (Falcone e Borsellino) dimostra che i bersagli preferiti dai criminali mafiosi, sono soggetti isolati , la cui vicenda rimane avvolta nell' indifferenza.

Non bisogna assolutamente lasciare soli i titolari della Calicar, che con il loro manifesto hanno di fatto lanciato un accorato appello alle istituzioni oltre che a tutte le persone per bene.

In questi giorni dimostrare che abbiamo capito, manifestare sinceri sentimenti di solidarietà, può fornire un cordone di sicurezza a questi imprenditori al punto da scoraggiare (lo speriamo di cuore) altri attentati.

Ma potrebbe non bastare, la risposta della società civile non può rimanere episodica, ma deve organizzarsi, strutturarsi.

Le organizzazioni degli artigiani, dei commercianti categorie che storicamente sono le vittime preferite della mafia devono alzare la testa a difesa dei loro associati e chiedere allo stato la giusta protezione.

Ma anche le amministrazioni locali possono contribuire alla formazione di una coscienza antimafiosa.

Naturalmente il primo impegno e' quello di operare nell'ambito della più assoluta legalità per non lasciare maglie aperte che possano apparire un implicito invito alle organizzazioni criminali, ma si può e si deve fare ancora di più, impegnarsi nella diffusione dei valori stessi della legalità.

Ho sempre pensato che in diversi campi della nostra vita singoli atti di singole entità possono non riuscire là, dove organizzazioni più ampie possono rivelare un maggiore potenziale e maggiori possibilità di raggiungere lo scopo

Penso infatti che le amministrazioni del nostro comprensorio debbano assumere iniziative comuni sulla questione mafia,con organismi che operino non sull'onda dell'emozione ma che sviluppino nel tempo un lungo lavoro di studio e di proposte.

Potremo chiamarla “Conferenza permanente sulla legalità e sulla mafia” ,(ma il nome e' l'ultimo dei problemi) un organismo che pratichi un monitoraggio del fenomeno nel nostro territorio e proponga iniziative regolamentari comuni da applicare i tutte le amministrazioni del territorio.

L'Italia è un paese dalle mille contraddizioni ma che ha saputo dare il meglio di se tutte le volte che ha compreso come fosse importante il valore dell'unità .La mafia è un fenomeno che può essere sconfitto soltanto da una società unita , perché mai più si possa dire che di fronte alla violenza e alla prepotenza mafiosa qualcuno e' rimasto solo.


Vincenzo Accurso
Ass. alle Attività Produttive.
Casteldaccia