Oggi come trent'anni fa, i protagonisti sono stati loro

Oggi come trent'anni fa, i protagonisti sono stati loro

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Sono da poco passate le 10.30 quando, dall'ingresso occidentale di Casteldaccia,  le prime avvisaglie del serpentone di oltre un chilometro partito da Bagheria un'ora prima, si scorgono quasi all'orizzonte in contrada Cefalà.

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Sono i ragazzi delle scuole elementari e medie di Casteldaccia venuti a porgere il benvenuto ai loro coetanei che li avvistano per primi. Da questo momento ci vorrà almeno una altra ora perchè l'intero corteo si riversi in una piaaza che non potrà mai contenerli tutti.

Ed è il suono allegro e fantasioso delle campane della Matrice attivate dal nuovo parroco di Casteldaccia, padre Salvatore Pagano, e la banda del paese che porgono il benvenuto alle migliaia di partecipanti, giovani per la stragrande maggioranza che hanno rifatto trenta anni dopo il percorso stradale e ideale che fecero allora i loro padri, zii o addirittura nonni.

Trenta anni a separare due epoche che quella marcia divise in un prima e un dopo: c'era sino a quel momento il triste triangolo della morte dove decine di omicidi si erano consumati in meno di un mese e dopo qualche tempo a quel triangolo si diede il nome di triangolo della speranza.

Certo un corteo diverso, molto diverso rispetto a trenta anni fa, nelle forme e nei contenuti. Ad aprirlo stavolta è la fanfara dei bersaglieri che con le sue marcette mette sempre ritmo e allegria.

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Ma prima è doveroso dire delle presenze. Ragazzi e giovani a migliaia, forse addirittura cinquemila, azzarda qualcuno: ci sono i più grandetti delle scuole primarie con i genitori,( mamme ma anche papa o insegnanti a tenerli per mano), che inalberando  orgogliosi  i loro cartelli e  striscioni si fanno i tre chilometri di strada.

Ci sono poi gli studenti delle scuole superiori, tantissimi gli insegnanti: senza alcun timore di sbagliare possiamo dire che il nocciolo duro del corteo era rappresentato per l'80% dai rappresentanti del mondo delle scuole. 

Quindi la realtà delle istituzioni: oltre al presidente della Provincia, Giovanni Avanti, al vice presidente Alongi e all'assessore Bartolo Di Salvo, sono almeno una ventina i sindaci, e non solo quelli del territorio, perchè a marciare sono venuti sindaci di comuni più lontani o storicamente di sinistra.

Riconosciamo i sindaci di Bagheria, Santa Flavia, Villabate, Altavilla, Baucina, il vicesindaco di Casteldaccia, e poi i primi cittadini di Castellana Sicula, Petralia Sottana, Gangi, Pollina, San Mauro e di almeno un'altra decina di comuni.

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E naturalmente consiglieri, assessori, esponenti a vario titolo del mondo politico di Bagheria e del territorio.

La autorità militari: il maggiore Francesco Tocci, comandante della Compagnia di Bagheria, il maresciallo Ettore Saladino comandante la locale stazione dei CC, ed il dottore Luca Salvemini, dirigente del Comissariato di P.S.

Rappresentanti autorevoli della Chiesa bagherese, a partire dal decano padre Giovanni Muratore che aspetta i marciatori a Casteldaccia, a padre Salvatore Lo Bue con un gruppo di ospiti della Casa dei Giovani che proprio trenta anni fa vedeva la luce, ed ancora padre Cosimo Scordato rettore della Chiesa di San Francesco Saverio, e padre Francesco Stabile della parrocchia San Giovanni Bosco; ma c'è anche il prof. Enzo Buttitta che allora vestiva l'abito talare.

In poche parole, mettendoci anche padre Giovanni La Mendola, al tempo parroco a Porticello, ma oggi assente per motivi personali, parliamo di quel gruppo di presbiteri che incoraggiato dal cardinale Pappalardo e con l'assenso di padre Muratore, resero possibile da parte della Chiesa di una presa di posizione di grande fermezza contro la mafia che cambiò la storia della nostra comunità.

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E poi sindacati e associazioni, a decine con le loro bandiere e i loro striscioni, e qualche inevitabile nostalgico, e noi tra questi, a ripercorrere un passaggio importante della propria formazione politica.

In piazza a Casteldaccia, sarà Vito Lo Monaco, presidente del Centro studi intitolato a "Pio La Torre" che ha promosso la manifestazione a leggere il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, messaggio che si ricollega idealmente a quello che inviò ai marciatori l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Si chiude con le poesie dei bambini e gli interventi degli studenti prorio come allora.

Sull'argomento, come abbiamo detto in premessa, torneremo per capire analogie e differenze rispetto al corteo "originale" e capire soprattutto se e a cosa servono queste iniziative.