Entro stasera conosceremo il responso che gli italiani hanno affidato alle urne: un solo auspicio al momento si può fare, e cioè che dal voto del 24-25 febbraio venga fuori una maggioranza chiara che garantisca la necessaria governabilità per mettere mano con tempestività ai problemi dl paese e di cui si è abbondantemente parlato durante la concitata campagna elettorale.
Detto questo ricordiamo che domani, promossa dal Centro Studi Pio La Torre, Bagheria e i comuni del territorio, si apprestano a ricordare, e non solo in maniera formale, quello che in molti testimoni e protagonisti di allora hanno definito una sorta di punto di viraggio nella coscienza collettiva: una comunità che attrvaerso i suoi giovani, le sue espressioni politiche, sindacali, culturali e religiose prendeva, chiuaramente e senza equivoci, posizione contro la malapianta mafiosa.
Martedì ci auguriamo di essere numerosi come quel 26 febbraio di trenta anni fa per tornare a ribadire un impegno sempre attuale
L'elenco di quanti hanno dichiarato la loro partecipazione è lunghissimo ed in parte noi lo abbiamo anticipato.
Ci saranno i rappresentanti delle istituzioni, dei comuni e della Provicnci ainnanzitutto; ci saranno i partiti che hanno dato la loro adesioni, ci saranno le Associazioni e movimenti, ci saranno le scuole, ci saranno i sindacati, ci saranno enti economici, ci saranno le comunità dei credenti.
Un appello alla partecipazione spicca tra tutti, ed è quello del cardinale Paolo Romeo.
Abbiamo cercato attraverso i mezzi di informazione sui quali possiamo contare, Bagherianews e Teleone innanzitutto, di preparare adeguatamente l'evento. Speriamo che ci sia una risposta ampia e soprattutto consapevole.
Per chiudere, un piccolo sassolino che vogliamo toglerci dalla scarpa: ci succede spesso, qunado i giovani della associazioni o dei movimenti bagheresi organizzano qualcosa ,di sentire spesso usare l'espressione: la prima marcia antimafia, la prima fiaccolata, la prima volta ecc...
Sono espressioni di chi non conosce nulla della propria storia recente, ed è un grosso guaio.
La lotta contro la mafia a Bagheria e nel territorio è iniziata decenni fa, e la fecero sindacalisti , braccianti e lavoratori che caddero sotto il piombo della mafia che tutelava gli interessi di agrari e padroni del vapore del tempo; l'hano fatta i partiti, comunista e socialista in un primo tempo, e poi alrtre forze politiche.
Certo le cose sono cambate quando in maniera chiara è scesa in campo la Chiesa e le sue massime gerarchie religiose, una chiesa che ancora negli anni '60 di fronte alla strage di Ciaculli, regnante il cardinale Ruffini, si trincerava nell'ambiguità e nel silenzio.
Tra le grandi manifestazioni ricordiamo non solo le lotte per i contratti dei braccianti e per la democratizzazione del Consorzio idroagricolo, ma la grande manifestazione 'Mille fiaccole contro la mafia' nel 1993 che si svolse ad un anno dall'eccidio di Falcone e della scorta, quando a Bagheria migliaia di cittadini, di opinioni politiche e religiose diverse accesero assieme migliaia di fiaccole contro la mafia
Come pure la lotta per il riscatto eil miglioramento delle condizioni della donna: si vadano a riguardare questi giovani le foto risalenti agli anni '50 e '60 delle assemblee di centinaia di donne che si organizzano nelle sedi sindacalie di partito per rendere migliore il loro futuro e quello dei loro figli.
E queste battaglie e questi movimenti hanno avuto momenti di straordinaria ed esaltante partecipazione.
E' giusto che i giovani rivendichino un impegno rinnovato ma non pensino che la storia sia cominciata con loro.
Oggi il risultato elettorale, domani la marcia Bagheria Casteldaccia
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