Arco azzurro o arco dimenticato? - di Fara Pipia

Arco azzurro o arco dimenticato? - di Fara Pipia

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I problemi del bilancio comunale e quelli legati al Co.in.r.e.s. sono questioni spinosissime e sulle quali l'Amministrazione Lo Meo si sta impegnando molto.

Non mi è ancora chiaro se si stanno raggiungendo dei risultati e quali, ma mi è chiarissimo che su alcune questioni, incommensurabilmente molto più semplici, questa Amministrazione è praticamente ferma.
Prendo a caso l'esempio dell'”Arco Azzurro”.

Nel 2007 il Comune ha acquisito l'area dove sorgeva il cosiddetto “ecomostro”, un edificio abusivo prospiciente questo bellissimo monumento naturale, che io stessa, come tutti quelli della mia generazione, (a parte qualche fortunato), conosciamo solo in cartolina.

Grazie ad un finanziamento del Ministero dell'Ambiente ottenuto nel 2009 il Comune ha speso ben 250mila euro per consolidare l'Arco, demolire la struttura abusiva e sistemare l'area.
Sono stati spesi soldi pubblici e dipendenti comunali, con impegno e competenza, hanno lavorato al progetto.

Nel frattempo il suggestivo sito è stato riconosciuto Geosito Nazionale da parte dell'ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca Ambientale), un riconoscimento che certifica il particolare interesse geologico e naturalistico del luogo, importante testimone, assieme agli altri inseriti nell'elenco dell'ISPRA, della storia della Terra.

Eppure, a distanza di quasi tre anni dalla conclusione dei lavori, l'Arco Azzurro rimane ancora sottratto, non dico ai turisti, (sarebbe pretendere troppo) ma agli stessi cittadini bagheresi che pure avrebbero, per nascita, il diritto di vederlo, di conoscerlo, di studiarlo, fotografarlo, goderne della bellezza.

Da oltre tre decenni è stato negato tale diritto, dapprima a causa dello strapotere dei privati e della malavita, strapotere non arginato dalla pavidità delle istituzioni, e ora , dall'altrettanto colpevole immobilismo dell'Amministrazione comunale che non fa nulla per ratificare un accordo raggiunto con uno dei proprietari limitrofi che consentirebbe di rendere il sito immediatamente fruibile.

Non solo una delle coste più belle delle Sicilia è stata di fatto privatizzata dalla serie continua di costruzioni private che hanno irrimediabilmente deturpato quella che avrebbe potuto e dovuto essere un'eccezionale attrazione turistica per il nostro territorio, ma uno dei pochissimi tratti sottratti al selvaggio accaparramento rimane di fatto chiuso al pubblico.

Questo giornale già a giugno dell'anno scorso ha sollevato la questione.

Da allora non si è mosso nulla.

Ma l'elenco dei beni per i quali il Comune di Bagheria ha speso soldi pubblici, abbandonando poi tali beni al degrado o sottraendoli alla pubblica fruizione è lunghissimo.

Mi viene in mente la pista ciclabile, le costosissime strutture di Monte Catalfano, alcune piazze recintate e non aperte al pubblico, come Piazza Butera.

Ma perché quando c'è da dare incarichi ai progettisti o appaltare i lavori non ci sono intoppi e quando si tratta di consentire ai cittadini di godere di quei beni realizzati o ristrutturati con soldi degli stessi cittadini sorgono mille problemi?

C'è qualcuno all'interno della Giunta o del Consiglio Comunale che che si sta occupando della questione?

Comprendo la gravità dei problemi in cui questa Amministrazione è immersa, ma l'assenza di pur minimi segnali su questioni di facile risoluzione è davvero scoraggiante.

Eppure basterebbe anche poco per infondere coraggio e speranza ai bagheresi, per dare segnali di discontinuità, per far capire, con segni tangibili ma dalla evidente valenza simbolica, che si sta lavorando per loro, che si sta provando a costruire qualcosa....

E invece no. Non c'è neppure questo.

Fara Pipia

UN   COMMENTO  DELLA  REDAZIONE    DI   BAGHERIANEWS

La questione dell'Arco azzurro ci sta a particolarmente a cuore, per questo accogliamo molto volentieri sul nostro giornale la riflessione di Fara Pipia, che con un esempio concreto dimostra le incapacità e l'insipienza delle amministrazioni degli ultimissimi anni. 

Un grazie all'avvocato Pipia che continuaa dimostrare che il suo slogan elettorale non  era vuota propaganda ma impegno serio e responsabile, al di là delle cariche, degli incarichi  e dei ruoli.

Andiamo al merito:  è voler perdere tempo, quanto da almeno due anni sentiamo dire ai vari sindaci e assessori, e cioè che si sta trattando con i proprietari ( ma quali proprietari? e di che? ) per regolamentare l'accesso.

Ci sorge il dubbio, ormai fondatissimo,  che per lasciare tranquille qualche decina di famiglie che hanno il villino in zona, e che non vogliono estranei tra i piedi che turbino la loro  quiete,  si stiano perdendo mesi e anni per ridare, certo in maniera regolamentata, la possibilità di accesso all'Arco azzurro, finalmente ritrovato, alla gente comune.

A costoro ed alla amministrazioni corrive, facciamo una semplice domanda: "Quando un mafioso è entrato trenta anni fa con ruspe, escavatori e camion voi non avete visto niente ed avete consentito, anche voi con il vostro silenzio, lo scempio".

"Mentre adesso che a godere di queste bellezze sarà la gente comune, opponete scuse e pretesti".

Il sindaco Lo Meo dimostri nei fatti che il nostro sospetto è infondato.

Risolva il problema, e al più presto. Non solo non costa un solo euro, ma ne guadagnerebbe lui, in prestigio e immagine, e la nostra intera comunità.

La battaglia sarà completa e vinta quando l'accesso all'arco Azzurro sarà completamente realizzato.

Angelo Gargano direttore di bagherianews.com