Crocetta alla guerra del 'novellame'

Crocetta alla guerra del 'novellame'

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"La verità è che i pesci debbono vivere mentre noi dobbiamo morire": in questa battuta c'è tutta l'amarezza e la rabbia di una categoria che negli ultimi anni sta pagando più duramente il prezzo della crisi.

Tra l'inclemenza del tempo, le normative comunitarie, il caro gasolio, le sanzioni delle vedette della Capitaneria, i danni arrecati dai TIR caduti in mare ormai gli operatori della piccola pesca costiera sono alla disperazione.

Ed è un problema che se non si ha il coraggio di affrontare sfocerà in seri problemi di ordine pubblico.

Il governo Crocetta la sua risposta l'ha data: una deroga per quaranta giorni alla limitazione per la pesca del "novellame" per le barche che avevano già l'autorizzazione per questo mestiere di pesca, usando esclusivamente gli attrezzi della sciabica e/o circuizione.

Si è scatenato il finimondo: hanno cominciato le associazioni ambientaliste dicendo che si sta depauperando il mare delle risorse ittiche; ha continuato l'opposizione al governo Crocetta che accusa il presidente della Regione di aver preso un provvedimento clientelare in vista del voto; ed ancora il Ministero per le risorse agricole che ha diffidato il governo regionale dal procedere alla attuazione di un provvedimento che viola le direttive comunitarie, sino alla Capitaneria che, malgrado il decreto regionale di deroga, lascia intendere che perseguirà chi pesca la famosa 'nnunnata'.

Ribattono i pescatori e le loro associazioni: non è vero che impoveriamo il mare di risorse: noi peschiamo entro le sei miglia, il novellame è destinato al nutrimento delle specie pelagiche, è una legge di natura; e poi in Liguria e Puglia la pesca del novellame, con il pretesto dei motivi scientifici è autorizzata, e noi siamo costretti a consumare il "bianchetto" che viene da Manfredonia.

Insomma un bel rebus, perchè non c'è dubbio che l'Europa sanzionerà pesantemente l'Italia per infrazione ai regolamenti, ed il rischio è che per far guadagnare qualche migliaio di euro ai pescatori che sono con le spalle al muro, rischieremo di pagare una grossa multa.

Sarebbe sicuramente meno costoso pensare ad un indennizzo per i pescatori. Comunque la polemica non si placa. Oggi comunque la Regione prenderà una decisione definitiva

Riportiamo il testo di un comunicato inviatoci da Francesco Zizzo, direttore tecnico dell'ANAPI pesca.

Singolare quello che sta accadendo in sicilia in merito alla, oramai, notissima vicenda sul decreto assessoriale n° 9/13 che autorizza la pesca speciale al bianchetto/rossetto per l'anno 2013.

Da un lato il Governo regionale, che rispondendo al grido di sofferenza della piccola pesca artigianale che da due anni non pesca il bianchetto, perchè la deroga del regolamento mediterraneo è scaduta il 31/05/2010 e per responsabilità da non attribuire ai pescatori ma esclusivamente ad una classe politica che non ha saputo mettere in essere gli strumenti necessari propedeutici ad una ulteriore deroga (concessa alle regioni Liguria e Toscana) da parte dell'UE. Governo che mi sento di ringraziare per l'assunzione di responsabilità.

Dall'altro il ministero (Mipaaf) e il comando gen.le delle capitanerie di porto che dichiarano "illegittimo" il disposto regionale e intimano alle imprese di pesca autorizzate, "che saranno perseguite a norma di legge". Siamo in pieno conflitto di attribuzione. Spetta alla regione siciliana - che in materia di pesca ha competenze specifiche, come da statuto autonomo-. legiferare in merito.

Tant'è che a differenza del resto d'Italia, la Sicilia ha sempre normato con proprio decreto la pesca al novellame.

Mentre in tutto il resto, si applica un decreto ministeriale. Vero è che bisogna rispettare le direttive comunitarie. Altrettanto vero è però. Che non può essere leso un diritto insindacabile, come quello al Lavoro, rivendicato dalla categoria che è e rimane affamata dall'applicazione di direttive UE che nulla hanno a che fare con il disagio sociale di una categoria, oramai, allo stremo.

Nel mentre, si consente l'arrivo nei nostri mercati ittici di prodotto Pugliese (Manfredonia) che spacciato per rossetto, viene commercializzato in barba ad una autorizzazione che è solo per scopo scientifico e quindi, non consente la vendita.

Ma pare che di questo gli organi di controllo, non abbiano notizia. Affermiamo con forza, che il dettato del DA 9/13, tutela la categoria e ne rispetta le istanze sociali, tenedo conto anche di quelle ecosostenibili.

E' facile vietare, limitare o proibire.

Difficile è dare risposte occupazionali, in un mezzogiorno d'Italia in cui le multinazionali del crimine organizzato, sfruttano questi disagi. Se si vuole il rispetto delle regole, si garantisca, prima il diritto al lavoro ai pescatori. Nel mentre la pesca illegale, non autorizzata e regolamentata continua a imperversare - tanto quella non va soggetta a regole. F.to Ciccio Zizzo