Il dissesto finanziario, questo sconosciuto

Il dissesto finanziario, questo sconosciuto

attualita
Typography

E' la domanda che si pongono gli ammnistratori, ma che si pongono soprattutto i cittadini.

Cosa succederà dopo il voto del consiglio, cosa comporta il dissesto, chi lo dichiara, quali conseguenze avrà sui bagheresi, quello che in questa fase va ancora correttamente definito come  "rischio dissesto" o "pre-dissesto".

La prima cosa chiara è, che a pagare il prezzo più alto non saranno, almeno per ora, i politici vecchi e nuovi, ma soprattutto e pesantemente,  i bagheresi,e su questo non ci piove.

La prima cosa da capire è che il dissesto non viene dichiarato dall'oggi al domani, ma è il punto di arrivo di un processo cui si può pervenire dopo una serie di passaggi che richiedono anche tempi lunghi.

Il primo passaggio avviene quando l'amministrazione comunica alla Corte dei conti di non essere in grado di approvare un bilancio che rispetti l'equilibrio tra entrate e uscite, e che quindi l'Ente, nel nostro caso il comune di Bagheria, si trova a rischio default.

Infatti la norma oggi attribuisce alla rispettiva sezione di controllo della Corte dei Conti la competenza sull’accertamento delle basi che sottendono al default degli enti locali e le disposizioni necessarie per il rientro dell’equilibrio finanziario.

Solo successivamente il Prefetto, qualora l’ente stesso non abbia provveduto nei tempi e nei modi convenuti con la Corte dei conti ad operare per il rientro del rischio dissesto, nomina un commissario ad acta per la deliberazione dello stato di dissesto e dà corso alla procedura per lo scioglimento del consiglio dell’ente, esattamente come previsto dall’articolo 141 del testo unico sugli enti locali.

Gli organi elettivi consiglio e sindaco, non vengono quindi automaticamente sospesi o disciolti, ma possono continuare ad amministrare e soprattutto costretti ad approvare un bilancio di concerto con la commissione della Corte dei conti che fissa e impone i criteri per il rientro dal rischio default.

I provvedimenti che debbono essere previsti sono estremamente rigorosi, e soprattutto dolorosi per lòa comunità, e l’ipotesi di bilancio proposto dal consiglio da allegare alla delibera deve essere redatta sulla base di modelli ufficiali conformi alle disposizioni di legge e formulata in base:

1) alla previsione di aumento delle imposte, delle tasse e dei canoni patrimoniali nella misura massima consentita dalla legge, con il recupero della base imponibile totalmente o parzialmente evasa, quindi per l’imposta comunale sugli immobili, l’Ente deve obbligatoriamente deliberare l’aliquota massime per le tase e imposte di competenza comunale oltre ad applicare e riscuotere con la massima speditezza i proventi derivanti dal rilascio delle concessioni edilizie; inoltre deve determinarsi in misura tale da assicurare la copertura integrale dei costi di gestione del servizio per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani;

2) alla eliminazione dei servizi non indispensabili ed al contenimento degli altri livelli di spesa entro limiti di prudenza;

3) alle rate di ammortamento conseguenti al consolidamento dell’esposizione debitoria con la Cassa Depositi e Prestiti e con altri soggetti esercenti attività creditizie;

4) alle risorse assegnate dal Ministero dell’Interno per il trattamento economico del personale posto in disponibilità;

5) al contenimento delle perdite di gestione degli enti ed organismi dipendenti dall’Ente Locale nonché delle aziende municipalizzate, provincializzate, consortili e speciali, entro limiti compatibili con il bilancio riequilibrato dell’ente e sino al definitivo risanamento della gestione degli enti, organismi e aziende;

6) per i servizi a domanda individuale l’Ente è tenuto ad approvare le tariffe che assicurino la copertura del 36% dei costi complessivi dei servizi con i soli proventi degli utenti.

Contestualmente alla delibera dell’ipotesi di bilancio, l’ente deve deliberare ai livelli massimi di legge le tariffe relative a tutti i tributi (imposte, tasse, oneri di urbanizzazione e canoni o diritti), e ai canoni patrimoniali, con il conseguente recupero della base imponibile in presenza di fenomeni di evasione.

Tanto per capirci sindaco, giunta e consiglio saranno costretti a prendere, obtorto collo, quei provvedimenti che sinora non sono stati presi, anche perchè la manovra tariffaria relativa ai comuni dissestati non può limitarsi all’applicazione delle tariffe massime di legge; gli enti sono infatti tenuti a trasmettere all’Ufficio Risanamento Enti Dissestati presso il Ministero dell’Interno, tutti i provvedimenti adottati al fine di accelerare i tempi per le riscossioni e per l’eliminazione dell’evasione.

L’Ente locale, inoltre, deve deliberare la rideterminazione della pianta organica qualora sia numericamente superiore alle unità spettanti sulla base del rapporto dipendenti/popolazione della fascia demografica di appartenenza secondo quanto previsto dalle norme.

La mancata prioritaria rideterminazione della pianta organica può costituire pregiudizio ai fini dell’emissione del decreto ministeriale di approvazione dell’ipotesi di bilancio.

La rideterminazione della pianta organica deve ispirarsi a criteri di funzionalità ed efficienza nell’erogazione dei servizi, assicurando prioritariamente quelli indispensabili.

Il default del Comune va certificato dal Prefetto: è stata questa una delle più importanti novità introdotte dal testo del decreto “Premi e sanzioni” 140/2011, approvato in Consiglio dei Ministri.

Il succitato decreto, infatti, ha apporta anche una rilevante variazione in tema di controllo del dissesto all’interno degli enti locali.

Fino a quel momento, infatti, l’unico organo deputato a dichiarare lo stato di dissesto finanziario di un comune era stato il consiglio comunale del comune , che, una volta verificato il default, comunicava agli enti preposti la situazione di insostenibilità finanziaria.

Le problematiche maggiori si erano tuttavia riscontrate proprio nei tempi per l’accertamento e per la certificazione del dissesto, per cui in troppi casi gli enti locali tardavano ad attestare la situazione di instabilità.

Conseguenza principale di ciò, l’impossibilità da parte degli organi preposti di poter intervenire in tempo utile per verificare un eventuale piano di rientro per l’ente.

Adesso la situazione è cambiata