Casteldaccia risulta essere uno dei pochi comuni d’Italia dove la popolazione è del tutto all’oscuro di quanto accade nel suo territorio.
Problemi relativi, ad esempio, all’insufficienza degli edifici scolastici, incapaci di far fronte al crescente aumento della popolazione registratosi negli ultimi anni, determinato dal trasferimento massiccio di gente da Palermo verso Casteldaccia. Inutile sottolineare, d’altra parte, come a causa di questo flusso, stia proprio cambiando radicalmente l’assetto urbanistico del nostro paese.
Ci sono poi problemi legati al disinteresse della politica locale nei confronti dei giovani, abbandonati a loro stessi, e all’inesistenza di strutture dedicate a loro.
Non si può concepire una politica rivolta soltanto alla costruzione di palazzi. L’interesse, per certi versi legittimo, verso un’intensa attività di edificazione non può essere disgiunto dalla parallela creazione di servizi adeguati, realmente in grado di rispondere alle esigenze generate dall’incremento della popolazione: è vero, d’altro canto, che le ‘case nuove’ producono consenso elettorale mentre i servizi no.
Forse c’è stata una politica che ha creato cittadini di serie A e cittadini di serie B, preoccupandosi più del bisogno personale che di quello della collettività.
Del resto, basta solo passare dall’autostrada e gettare un sguardo distratto verso Casteldaccia per verificare tutto ciò.