Gli slogans che i candidati alle elezioni usano a "corredo" della loro faccia durano, si direbbe, lo spazio di un mattino... o di una notte.
Naturalmente non parliamo di tutti i candidati e di tutti i partiti: qualcuno riesce a malapena nel tourbillon di parole al vento ad essere originale.
La prima cosa che colpisce è l'intercambiabilità di questi slogans: non hanno una identità, non sono legati ad un progetto vero, ad una prospettiva politica, sono buoni per tutti i candidati, tutti i partiti e tutte le stagioni.
Sicilia e Futuro sono i termini più gettonati: anche se legalità, sviluppo, trasparenza, impegno, forza e consenso vengono "rigirati" come si fa con la frittata.
Una sorta di melassa di buoni propositi e buone intenzioni destinate a sciogliersi al primo sole.
Il peggio è che per mettere assieme queste stupidaggini, a commento di facce talvolta insignificanti, hanno magari pagato qualche furbone "creativo".
Qualche esempio? Eccovelo servito: si va dal significativo "l'impegno di sempre" di Nino Dina dell'U.D.C. , che sembra fare l'occhiolino ai propri "clientes", al tautologico "La libertà degli uomini liberi" di Ciulla del P.D.
Certo lo slogan è suggestivo, anche se ci è rimasto il dubbio su quale possa essere la libertà degli uomini non liberi.
"Meritiamoci il futuro" ci ricorda, con una sorta di monito professorale, Bartolo Sammartino del P.D. L, passando per l'ottimista Aricò che nell'incoraggiante "In Sicilia c'è futuro" glissa elegantemente sul presente, sino al minaccioso e inquietante messaggio di Mimmo Russo, Mpa, che ci intima "Aiutatemi a difendervi".
Lumia punta tutto su sè stesso... un nome, una garanzia: io voto P.D., votalo anche tu. E perche, di grazia?!
Nicolosi, invece, ci rammenta casomai ce ne fossimo scordati, di fare una "scelta di qualità". Sarà servito.
E' il faccione giubilante di Mineo, che ci informa lieto e giulivo "E ora, all'Ars": non sappiamo se è una promessa o una minaccia.
Per chiudere con l'educato e perbene Francesco Cascio, che con molto bon ton bussa educatamente e saluta "Buongiorno Sicilia, una nuova stagione" .
Dopo quella lunghissima del padre Giuseppe, democristiano di lungo corso, ora dovremo sorbirci la stagione che si prevede ancora più lunga del figlio Francesco.
Uno slogan, a dire il vero, ci è piaciuto, ed è quello che dice: "Riscopri l'orgoglio di essere siciliano".
Ecco, vorremmo veramente che tanti siciliani il giorno del voto ritrovassero quello stesso orgoglio che nel 1282, al tempo dei Vespri, diede il coraggio al nostro popolo di cacciare i francesi a pedate nel sedere.
Stando attenti naturalmente a riconoscere i francesi.