... Tra intuizioni neorealiste ( per l'ambientazione in una vera tonnara ) e concessioni ( per lo svolgimento della storia ) al melò che negli anni '50 avrebbe raggiunto i suoi più alti risultati, Pino Mercanti comincia a ritagliarsi un posto piccolo, ma significativo, nella storia del cinema.
La nota eccezione è La terra trema ( 1948 ) di Visconti, con alle spalle la mediazione letteraria dei Malavoglia. ...
Nel cinema di finzione, rimane meno nota, invece, l'opera di Pino Mercanti, anche lui piccola leggenda locale con i suoi tentativi di far nascere una produzione cinematografica autoctona in Sicilia.
Già dal suo primo Nubi ( 1934 ) girato nel litorale di Termini Imerese, storia di un mozzo che si innamora della figlia del comandante, Mercanti aveva intuito il potenzialespettacolare del set marino; e poi due tra i suoi film più noti ruotano intorno al mondo delle tonnare: Malacarne alias Turi della tonnara ( 1946 ) e Agguato sul mare alias Glauco e Scilla ( 1955) prodotto, quest'ultimo, da Francesco Alliata." ( Emiliano Morreale, La Repubblica-Palermo, 21 settembre 2006, p. 10 )
Come si vede il principe, da cineoperatore per Mercanti, è diventato suo produttore perché, intanto, l'O.F.S. ha chiuso i battenti. Ma Agguato sul mare è anche l'ultimo film prodotto dalla Panaria, la casa di produzione fondata dal principe, prima della sua chiusura nel 1956.
Prima di vederne la storia, per molti aspetti intrigante, dobbiamo tuttavia accennare a I cavalieri dalle maschere nere, secondo film dell'O.F.S. con Pino Mercanti regista che, pur essendo un film in costume e di genere, vede in qualche modo vicini ancora una volta gli ex amici del CineGuf.
Infatti Pino Mercanti chiese al principe Alliata "il permesso di girare alcune scene nella villa Valguarnera di Bagheria. ...Donna Vittoria Ramandetta di San Martino, madre di Francesco, eccezionalmente, solo perché si trattava di un amico di suo figlio aveva concesso la sospirata autorizzazione a girare alcune scene in un ambiente tanto mirabile.
E fu la prima e unica volta che un set cinematografico fu allestito nelle proprietà Alliata, perché la principessa, rimasta vedova nel 1929, era gelosissima custode delle tradizioni di famiglia, soprattutto se si manife- stavano in opere d'arte e di architettura". ( G. Cafiero, op. cit., pp. 20-21 )
Probabilmente la principessa era anche ben disposta verso il cinematografo visto che, di lì a qualche anno, avrebbe fatto costruire una sala per darla in gestione. Per quanto riguarda il fatto che il set di Pino Mercanti sia stato il primo e unico set allestito a villa Valguarnera, ciò non corrisponde al vero.
Dacia Maraini infatti, oltre che in altri luoghi di Bagheria, ambienta nella villa, dove ha vissuto gli anni del ritorno dalla prigionia giapponese, moltissime scene del suo film L'amore coniugale, del 1970, con Thomas Milian e Macha Meril, di cui cura anche la sceneggiatura da un racconto di Alberto Moravia.
Uno dei protagonisti di quel film fu un vero barbiere bagherese, ( Battista, di recente scomparso) nella parte di un barbiere, che per anni raccontò nel suo salone da barba innumerevoli e leggendari aneddoti sul backstage del film.
Questo affronta peraltro il tema dell'aggressione al territorio e della speculazione edilizia.
Il tema ritornerà con forza nel romanzo Bagheria ( Rizzoli, 1993 ). La villa Valguarnera, insieme al personaggio principale del libro, era stata la protagonista dell'altro romanzo di Dacia Maraini La lunga vita di Marianna Ucria ( Rizzoli, 1990 ).
Il regista Roberto Faenza, per il suo film tratto dal testo della Maraini, compie dei sopralluoghi a Bagheria e a villa Valguarnera. Constatato il degrado dei luoghi intorno alla villa, dovrà spostare la location del film in altre cittadine e ville siciliane.
La villa venne dunque aperta dalla principessa alla troupe di Pino Mercanti e dalla meravigliosa terrazza maiolicata il regista filma lo straordinario ( e ancora quasi intatto ) paesaggio solare che si estende da Bagheria sino a Porticello e al mare.
Altre scene, tuttavia, sono ambientate a villa Palagonia, nel Salone degli Specchi, tra i mostri e anche davanti al cancello d'ingresso con i due grandi pupi in marmo bianco, Socrate e Shakespeare.
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