Sei auto a fuoco negli ultimi quindici giorni, in incendi considerati dolosi: da via Senofonte a via Omero, da via D'Azeglio a via Carollo. In tre casi l'auto era il bersaglio diretto, per le altre tre l'incendio, spesso parziale del mezzo, è stato causato
dalla eccessiva vicinanza con l'obiettivo direttamente coinvolto.
Ed ancora. Il titolare di un noto bar di corso Umberto derubato, appena fuori dal locale, dell'incasso della giornata da due malviventi, pare a volto coperto; e sempre in corso Umberto un negozio di telefonia mobile ripulito della merce esposta, con un danno consistente per il gestore che aveva da poco iniziata l'attività; per continuare con una rapina, ai danni di una tabaccheria in corso Butera perpetrata, domenica scorsa in pieno giorno, utilizzando come arma un taglierino che ha ferito un collaboratore del negozio; ed infine nella stessa zona un tentativo di effrazione in una torrefazione per fortuna andato a vuoto.
E mettiamo per un momento da parte gli atti di vandalismo che si succedono ogni notte in corso Umberto e altrove.
Sono questi gli ultimi colpi di una malavita spicciola che in vicinanza delle festività e malgrado alcune misure di rafforzamento della presenza delle forze dell'ordine, ci riferiamo al presidio stabile dei CC in piazza Madrice, alza la posta e diventa più aggressiva.
Ci si interroga, cittadini e forze responsabili della sicurezza su cosa stia avvenendo a Bagheria: una prima considerazione riguarda le auto che vengono date ormai con preoccupante frequenza a fuoco.
E' un modo di comunicare, dicono gli inquirenti, di interloquire con il destinatario del gesto criminoso che nove volte su dieci intuisce "da dove viene la mano".
Una sorta di scambio di messaggi muto, che solo i soggetti coinvolti riescono a decrittare, ed è, sostiene chi indaga, uno dei reati che nella quasi totalità dei casi restano impuniti.
E anche se non ci sono ancora statistiche ufficiali, ad occhio, gli incendi dolosi di auto in quest'ultimo anno sono aumentati.
Come aumentati sono i messaggi trasversali nei confronti di titolari di attività commerciali, artigianali e comunque produttive: incendi di capannoni, di mezzi di lavoro, di sedi di uffici, di attak nelle serrature, insomma di intimidazioni e di danneggiamneti che lasciano intravedere la mano del racket.
Sostanzialmente stabili sembrano restare invece i delitti contro il patrimonio: furti, scippi e varie
Esiste a Bagheria e nel territorio un allarme per quanto riguarda la sicurezza dei cittadini?
E' questo l'interrogativo che si pone la gente comune sempre più allarmata dall'intensificarsi di epsisodi criminosi.
Rientrano questi fatti che quotidianamente apprendiamo e di cui diamo notizia nei valori fisiologici di una città di circa sessantamila abitanti che con i comuni al contorno arrivano a centomila, o siamo vicini ad una valore soglia, "border line", come dicono gli esperti, che oltre a suscitare allarme e preoccupazione nei cittadini impone anche alle autorità preposte alla sicurezza di porsi seri interrogativi ?
Mettendo da parte le grandi questioni sulle quali poco possiamo incidere, e ci riferiamo ai tagli draconiani del governo sulle risorse destinate a Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, ci sono però provvedimenti che possono essere assunti dalle civiche amministrazioni.
Due soli esempi:
Da anni si promette un sistema di videosorveglianza (che funziona benissimo per esempio anche a Ficarazzi), e che molte aziende private usano abitualmente per tutelar ela propria azienda, e che invece la pubblica amministrazione a Bagheria stenta a realizzare.
Un altro interrogativo: il corso Umberto chiuso al traffico anche di notte, può essere considerato oggettivamente un "incentivo" per chi ha intenzione di commettere reati predatori?
Qualche esperto della materia sostiene che il passaggio delle auto durante la notte sarebbe già un buon deterrente per chi vuol delinquere.
Più elevate le possibilità di essere visti o intercettati o che qualche automobilista di passaggio segnali a polizia e carabinieri movimenti sospetti.
Sono interrogativi legittimi e li gireremo a chi, politici e autorità di polizia, si occupa istituzionalmente di queste cose.
Vedremo se, e cosa ci risponderanno.